Dopo la direzione scandalosa della gara Lazio-Torino dell’11 dicembre scorso, l’arbitro Giacomelli è sotto inchiesta dalla procura della FIGC
Il VAR ha agevolato di molto il lavoro degli arbitri di calcio. La sua introduzione è stata accolta con ottimismo dalle squadre e dai tifosi, ma dopo 4 mesi di campionato gli errori di valutazione su determinati episodi non sono diminuiti e spesso il VAR non viene neanche interpellato.
Ne sa qualcosa l’arbitro Piero Giacomelli che nella partita Lazio-Torino ha mal interpretato un fallo di Immobile e non ha richiesto l’intervento del VAR per un chiaro tocco di mano di Iago Falque in area di rigore. Entrambi gli episodi hanno penalizzato la Lazio scatenando l’ira della dirigenza e dei tifosi biancocelesti. Per questo errore Giacomelli ha ricevuto una giornata di stop insieme al collega Di Bello che era l’addetto al VAR.
Ma la sua cattiva condotta lo ha reso famoso nel mondo del calcio, e si è scoperto che gestiva un profilo facebook fittizio nel quale, tra le altre, aveva foto con chiare simpatie romaniste, venendo a mancare quindi la sua imparzialità. La procura della FIGC ha aperto un fascicolo su Giacomelli riguardante l’esistenza di questo profilo social e le foto incriminate.
E come se non bastasse i tifosi laziali si sono organizzati in una class-action chiedendo un risarcimento danni per «lesioni nel proprio diritto di poter vivere la propria passione sportiva al riparo da condizionamenti illeciti, in quanto fondati su condotte connotate da inaccettabili profili di colpa».
In attesa di una decisione da parte della procura, l’opinione pubblica è divisa tra innocentisti e colpevolisti e il dibattito è ancora aperto. L’unica cosa certa è che Piero Giacomelli ha commesso diversi errori e ora rischia la carriera.
Gisella Santoro