Gravina, squadre B: “Prima o poi bisogna farle partire, il momento giusto è arrivato”

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Gabriele Gravina spiega più ampiamente l’idea spoilerata ieri circa le “Squadre B”: il crossing-over tra Serie A e Lega Pro

Le seconde squadre di Serie A che verranno introdotte al campionato di Serie C- spiega – non altereranno in alcun modo il regolare svolgimento del suddetto campionato, avranno un regolamento analogo agli altri campionati potendo essere promesse in Serie B o retrocesse in D.

Gabriele Gravina, presidente Serie C

La logica delle seconde squadre è già vigente in altre Federazioni che, numeri alla mano, sono all’avanguardia nel circuito europeo e mondiale. Ed è cosa intelligente cercare di capire, mediante un confronto consapevole e costruttivo, quelle che possono essere le innovazioni da poter importare per migliorare il nostro calcio. E, tra queste, c’è senz’altro l’introduzione delle seconde squadre”

“Noi, peraltro, sono ormai diversi anni – in principio mediante il sistema del rating (ossia della valutazione della gestione delle società) – che andiamo a controllare alcuni parametri fra i quali occupa un posto di rilievo la crescita e lo sviluppo dei giovani. Perché questa è senza alcun dubbio una mission di prim’ordine della Lega Pro. Bisogna, però, fare una riflessione più ampia”.

“Se valorizzare i giovani significa prender giocatori da squadre di Serie A e B e metterli in campo, prescindendo da una loro valutazione qualitativa, tanto per accedere ai premi di valorizzazione, siamo fuori strada. E’ un’esigenza legata alla sopravvivenza di una società, non ad un suo sviluppo. Quest’anno in C sono arrivati 760 giovani da valorizzare, di cui 345 con un premio di valorizzazione. Che, in ogni caso, non copre mai i costi di gestione e le spese varie. Il risultato è che, con questo sistema, non solo non cresciamo sotto un profilo prima di tutto della valorizzazione della qualità dei giovani, ma le società finiscono anche per perderci soldi”.

I due aspetti si porrebbero in antitesi se andassimo a togliere dieci squadre e le sostituissimo con dieci squadre B, ma nessuno ha mai pensato di fare un discorso di questo tipo. Le seconde squadre verranno inserite a partire dalla stagione 2018-2019 per andare a compensare i vuoti di organico, in poche parole, verranno inserite soltanto se c’è un vuoto. E andranno a ovviare un altro tipo di problematica ancor più concreta, quella dei gironi monchi a 17/18/19 e con i turni di riposo. In ogni caso, poi, ciò non andrà ad incidere sul meccanismo dei ripescaggi. Se al 15 di luglio ci saranno società che presenteranno domanda di ripescaggio ed essa sarà conforme ai criteri bene, altrimenti si inserirà la seconda squadra”.

“Le squadre B come si struttureranno e quale sarà il loro concreto apporto alla Lega Pro?”

Saranno composte da tutti giocatori under 21, con la possibilità di inserire soltanto tre over e con le liste bloccate a 23 calciatori. Verseranno un contributo economico importante alla Lega Pro, non avranno diritto di voto in assemblea e non avranno diritto ai contributi. Ciò implica, vien da sé, un’implementazione sostanziale dei ricavi per l’intero movimento e la possibilità concreta di intraprendere un dialogo diretto con realtà di Serie A, il cui confronto in termini di crescita beneficerà a tutti”.

Se questo è soltanto il prologo, il resto deve essere ancora definito. Per la prossima stagione le squadre B avranno una funzione suppletiva, di completamento con il format che sarà riportato (o almeno così si auspica) a 60 squadre. Per l’annata 2019-20, invece, se ne parlerà soltanto in corso d’opera se inserire queste squadre in pianta stabile o ancorarle alla funzione sopracitata.

“Ci tengo a sottolineare, intanto, e queste ultime giornate di campionato ne sono una chiara dimostrazione, che da un punto di vista etico e morale siamo un esempio di correttezza e lealtà sportiva. Le seconde squadre avranno gli obiettivi delle restanti società. Vorranno salire in Serie B per un discorso finanziario e di qualità della competizione. E poi immaginate, ad esempio, il nome di un grande club che retrocede in Serie D, avrebbe un discredito mortificante. Quindi l’asserzione della mancanza di obiettivi non è assolutamente veritiera”.

“Ci sono esigenze pratiche cui è giusto dar la precedenza. E poi se ne parlava già da tempo, come tutte le cose, se veramente se ne vuole dare una attuazione pratica, prima o poi bisogna farle partire…”. Il momento giusto è arrivato. Ecco un’altra importante innovazione…per la Lega delle Innovazioni”.

 

Fonte: gianlucadimarzio.com