La mente è importante anche se sei naturalmente dotato di talento: è quello che fa la differenza e di ciò è pienamente convinto Robin Gosens, terzino dell’Atalanta e studente – non vi era dubbio – di Psicologia.
Il tedesco, classe 1994, nasce mezzala e viene poi adattato – con buoni risultati – sulle fasce, nello specifico la sinista sulla quale grazie a Gasperini ha imparato a lavorare incessantemente, mettendo a frutto anche le sue ottime doti fisiche. Approda a Bergamo nel 2017, nella squadra che lo ha proiettato addirittura in un palcoscenico europeo: e dire che fino a qualche anno prima giocava solo la domenica e si allenava appena due volte alla settimana.
“Andavo a scuola e pensavo che ormai fosse tempo di cercare un lavoro stabile. In Germania esiste un percorso di formazione specifico per entrare in Polizia e stavo intraprendendo proprio quella strada. Poi tutto è cambiato velocemente, sono passato da una piccola realtà al calcio italiano e all’Europa League”.
Con la scuola non ha smesso, però: perchè “studiare è una passione”, come giocare a calcio, del resto , per lui che ama allo stesso modo lo studio e gli allenamenti. Iscritto al secondo anno di Psicologia, ha superato tutti gli esami del primo e non ci stupirà un giorno sentirlo chiamare ‘dottore’.
Logico nelle sue estenazioni, mai banale, dà sempre l’impressione che ci sia molto altro dietro la casacca nerazzurra. E a proposito di nerazzurri, ha le idee ben chiare: si lotta per l’Europa League, la Champions per ora resta un sogno. Quel sogno che a suo avviso potrebbe coronare il Manchester City, quest’anno, ancora più della Juve.
Robin ha una passione per la Bundesliga ed è un tifoso dello Schalke 04. Ma non ha intenzione di lasciare la Dea: c’è un progetto da portare avanti soprattutto per quanto riguarda l’Europa.
L’ Atalanta ha esercitato il suo fascino anche sul più razionale dei suoi giocatori e, del resto, non potrebbe essere diversamente:
“Qui si va a mille allora. Siamo una vera famiglia, per questo andiamo così forte”.
Daniela Russo