L’Atletico Madrid domenica ha pareggiato per 1-1, al Wanda Metropolitano, contro il Siviglia. Ultima partita in casa per la formazione di Diego Simeone, in cui il vero protagonista non è stato Koke, autore della rete che ha portato in vantaggio il club di Madrid, ma Diego Godin.
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— Diego Godín (@diegogodin) May 12, 2019
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— Atlético de Madrid (@Atleti) May 12, 2019
Il difensore lascia infatti, dopo nove brillanti stagioni, l’Atletico.
La voce di un suo addio a Madrid e di un suo arrivo in Italia, all’Inter, circola già da Gennaio. Un’operazione a parametro zero che arriva alla scadenza del contratto con la società spagnola prevista per il prossimo 30 giugno.
Godin porta a Milano carisma, carattere ma anche esperienza internazionale perché abituato a confrontarsi con squadre come Barcellona e Real Madrid.
Ha una forte personalità e grande spirito di adattamento che, nel reparto difensivo, possono fare la differenza.
Oggi è considerato uno dei migliori difensori al mondo, ma non è sempre stato così.
Classe 1986, nasce in Uruguay, a Rosario.
Inizia a giocare, da piccolo, nel club uruguaiano Defensor Sporting, come trequartista, ma a 17 anni il club lo cede al Cerro. Affare milionario? Non proprio.
Viene venduto infatti per soli 27 euro, una cifra simbolica.
Cambio società e cambio posizione, viene spostato al centro della difesa.
Intuizione geniale. Da lì Godin inizia la sua scalata.
Nel 2006 arriva al Nacional, sempre in Uruguay, poi il Villareal in Spagna.
Nel 2010 arriva all’Atletico Madrid con cui colleziona 387 presenze, 27 reti e 8 trofei che lo incoronano come lo straniero con più presenze e il secondo giocatore più titolato nella storia del club.
Con l’arrivo di Simeone sulla panchina dei Colchoneros diventa capitano e uno dei maggiori simboli del Cholismo.
Soprannominato “Il Faraone”, Godin è un perno anche della Nazionale uruguaiana di cui è capitano.
Esordisce a soli 19 anni e nel 2011 vince la Copa America.
Il 25 marzo 2019 nell’amichevole vinta dalla Celeste contro la Thailandia, diventa il calciatore con più presenze nella storia della Nazionale dell’Uruguay.
Un vero e proprio leader, una vera e propria stella che speriamo possa brillare anche in Serie A.
Alessandra Cangialosi