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Gli insulti telefonici a Gasperini: se il tifo oltrepassa il confine

Lo spiacevole retroscena dopo Atalanta Lazio

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Fonte immagine pagina TW Tutto Atalanta

Gasperini e il tifo biancoceleste, si è superato il confine

Il numero di telefono del tecnico bergamasco è finito in rete e non sono mancati gli “affettuosi” messaggi da parte dei supporter biancocelesti. Dov’è il confine tra campo e vita reale?

Siamo a Bergamo, la Lazio ha battuto l’Atalanta per 3-1 e la sfida, sempre molto accesa tra le due compagini, è proseguita anche nelle interviste post partita.

Gasperini, ovviamente rammaricato per la netta sconfitta subita, non ha mancato di rimarcare come la squadra rivale fosse nervosa per una questione di classifica.

Testualmente, ha dichiarato che la Lazio sente molto la gara contro l’Atalanta perché – quasi sempre – finisce dietro di loro in classifica.

Il vice di Simone Inzaghi (ancora assente per mancanza di voce) ha risposto per le rime, dichiarando di non essere affatto nervosi e che, semmai, il nervosismo è il loro per aver perso quella finale di Coppa Italia un anno e mezzo fa…

Dichiarazioni inusuali, per due allenatori di club di Serie A ma che non sono nulla se rapportate a quello che il tecnico della Dea ha dovuto subire nei giorni successivi.

Il suo numero di telefono privato è finito sul web ed è stato diffuso tra i forum di supporter biancocelesti che non si sono tirati indietro ed hanno letteralmente invaso di messaggi, telefonate e insulti il malcapitato Gasperini.

Il tecnico della Dea non brilla certo per simpatia, ma questo non giustifica la diffusione di dati personali che dovrebbero essere ad uso esclusivo degli addetti ai lavori e non certo alla mercé delle tifoserie.

Tra i tanti messaggi ricevuti, forse la maggioranza saranno stati goliardici (anche in virtù delle dichiarazioni sempre molto piccate a indirizzo della Lazio da parte dell’allenatore) ma anche ce ne fosse stato uno solo dal carattere ingiurioso, questo è da condannare. Senza se e senza ma.

La rivalità in campo è una cosa, lo stalking è un’altra (ed è reato).

In un mondo in cui gli stadi sono chiusi e le contestazioni sono legate sempre di più alla bolla virtuale, questo episodio va a rimarcare come – forse – si stia abusando un po’ troppo dei mezzi di comunicazione e che sarebbe forse il caso di tornare ai vecchi tempi, in cui si guardava la partita, se ne parlava al bar e finiva lì.

C’è bisogno di ristabilire un confine. E non vale solo per Gasperini.

Se ci pensate bene, ogni giocatore diventa facile bersaglio di critiche sempre più aspre da parte dei supporter avversari e non solo, come se l’avere un profilo su un social network desse automaticamente la libertà di poter dire o fare quello che si vuole, dimenticando due principi fondamentali:

Loro non sono noi. Non sono nostri amici, parenti e neppure conoscenti. Non si possono trattare come nostri pari.

In ultimo, ma non ultimo, il rispetto. Una gara può finire bene o male, possono esserci dichiarazioni sopra le righe, ma questo non deve permettere che il rispetto venga meno. Dietro una tastiera è tutto più semplice ma le parole hanno un peso. Non dimentichiamolo.

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