Polemiche in Germania. Il tecnico del Gladbach U23 è stato condannato ad allenare una squadra femminile dopo un’espulsione. “Allenare una squadra femminile” come punizione. Sì, è successo veramente. E no, non siamo nel 1821 ma nel 2021. Protagonista della vicenda, Heiko Vogel.
Il tedesco, che in passato è riuscito a portare il Basilea in Champions League, allena oggi l’Under 23 del Borussia Monchengladbach. Il 45enne, a fine gennaio, è stato espulso a causa della sua cattiva condotta nei confronti dell’arbitro, Marcel Benkhoff, e di due assistenti, Vanessa Arlt e Nadine Westerhoff, a cui ha rivolto espressioni irriguardose.
La Federcalcio tedesca occidentale (WDFV), secondo ESPN, ha così inflitto una punizione al tecnico. Nulla di male, verrebbe da pensare, se non fosse che la condanna invii un messaggio inammissibile: una multa di 1500€ e l’ordine di allenare una squadra femminile per sei sessioni fino al 30 giugno.
Avete letto bene. “Allenare una squadra femminile” come punizione. No, purtroppo, non è uno scherzo di cattivo gusto della moderna Germania. La sanzione ha causato, giustamente, indignazione sui social media e non solo. I tifosi sottolineano infatti il sessismo implicito nella punizione inflitta al tecnico del Gladbach. Ad intervenire subito sull’episodio, la giornalista sportiva Nicole Selmer, della rete anti-discriminazione “Frauen im Fussball” (Donne nel Pallone) che ha condannato la decisione della Federcalcio.
“Dimostra che a qualunque livello le donne e le ragazze che giocano a calcio, non sono prese sul serio come uomini e ragazzi. Questa punizione per il tecnico del Gladbach mette l’allenamento di una squadra femminile allo stesso livello dei lavori sociali. Il calcio femminile è uno sport e coloro che partecipano sono professionisti come i loro omologhi maschili. Anche se la decisione è stata sicuramente animata da buone intenzioni, sta comunque inviando un messaggio inaccettabile, perché allenare una squadra femminile fa parte di una punizione per una cattiva condotta”.
Le reazioni sono state molteplici, anche sui social network: “In che modo allenare una squadra femminile è una punizione?”, si chiedono moltissimi utenti di Twitter. La WDFV non ha voluto commentare la sentenza, e si riserva di verificare entro breve tempo la decisione. Un episodio che purtroppo conferma quanto lavoro ancora ci sia da fare. Ma deve essere chiaro…
ALLENARE UNA SQUADRA FEMMINILE NON È UNA FORMA DI PUNIZIONE.
Alessandra Cangialosi