La sconfitta, per lui, non esisteva.
Non la accettava.
Riusciva a vincere anche quando il campo non gli dava ragione.
Grande trascinatore della Lazio di Maestrelli, artefice della vittoria storica del ’74.
Ancor più storico quel suo indice alzato verso la Sud, nel derby del 31 marzo 1974.
Già nel prepartita, aveva iniziato a “punzecchiare” i tifosi romanisti, come era solito fare, dedicandogli poi quella storica esultanza, dopo aver segnato il calcio di rigore.
Chinaglia non è stato solo il bomber della Lazio, il trascinatore,
la bandiera.
Lui era molto di più e lo testimonia il fatto che gli occhi di ogni laziale brillano di una luce speciale ogni volta che il suo nome viene nominato o qualche sua immagine viene trasmessa in tv.
Nato a Carrara, in Toscana, il 24 gennaio 1947, Chinaglia cresce in una famiglia molto povera.A 8 anni lascia la Toscana e arriva in Galles in treno con un cartello al collo con su scritto l’indirizzo dei genitori, emigrati prima di lui.
Frequenta le scuole cattoliche e la sera lava i piatti nel ristorante aperto dal papà con i risparmi messi insieme col lavoro in miniera.
Allo Swansea inizierà a tirare i calci al pallone e c’è chi vede in lui la stoffa del campione.
Non sarà però il club gallese a puntare su di lui così Giorgio compie il viaggio di ritorno in Italia.
Tre anni in C poi la Lazio, neopromossa in Serie A:
è’ l’estate del 1969, il destino si compie.
Allenatore dei biancocelesti è Juan Carlos Lorenzo che crederà in lui e lo farà debuttare in campionato alla seconda giornata.
Chinaglia lo ripaga con 12 gol nella stagione 1969-70.
Ormai titolare diventa a poco a poco idolo dei tifosi.
Nel campionato successivo, la retrocessione della Lazio porta al licenziamento di Lorenzo e Chinaglia che in 30 presenze realizza solo 9 reti viene accusato di essere troppo attratto dalla vita notturna.
Al posto di Lorenzo viene chiamato Tommaso Maestrelli che segnerà la grande fortuna della Lazio.
Giorgio era un centravanti devastante grazie alla sua fisicità e al senso del goal, trascinò con le sue reti la Lazio di Maestrelli allo Scudetto.
Amato da tutti i laziali, anche da chi non lo ha vissuto ma ha imparato a conoscerlo dai racconti tramandati “di padre in figlio”, l’invincibile guerriero, “Long John”, semplicemente.
Il grido di battaglia di ieri, di oggi e di domani. Un amore infinito ed intramontabile, nonostante le numerose vicissitudini che hanno provato a sporcare il suo nome, senza mai riuscirci.
Nessuno è stato come lui, nessuno è amato quanto lui.
Lui era Giorgio Chinaglia, il più grande di tutti.
Giorgio Chinaglia è un amore trasversale, fatto di grandi gol e grandi scazzottate, provocazioni e fallimenti ma sempre, nel nome della sua Lazio.
Voglio ricordarlo con il video della sua canzone “I’m Football Crazy”, incisa nel 1974, simbolo di quel ragazzone dagli occhi buoni che farà sempre parte, indiscutibilmente, dell’Olimpo biancoceleste.
Micaela Monterosso