Home Rubriche Intervista Doppia Giorgia e Giulia, una calciatrice l’altra modella: conosciamo le sorelle Rossetti

Giorgia e Giulia, una calciatrice l’altra modella: conosciamo le sorelle Rossetti

Due sorelle molto unite, nonostante abbiano attitudini diverse e abbiano intrapreso strade completamente divergenti: intervista doppia alle sorelle Rossetti

0

Giorgia ha 21 anni e gioca a calcio difendendo i pali del Caprera.
Sua sorella minore, Giulia, è cresciuta con la danza e da qualche anno ha intrapreso la strada della moda

Sebbene le sorelle Rossetti abbiano attitudini divergenti e abbiano intrapreso percorsi così diversi, sono molto unite e condividono perfino la medesima agenzia di procuratori che ci ha permesso di conoscerle meglio e di farvele conoscere attraverso questa intervista doppia. 

A cosa-a chi devi il tuo sogno?

GIORGIA: Questa passione è stata tramandata da mio nonno, il mio primo tifoso, che da ragazzo giocava anche lui nel ruolo di portiere.

giorgia rossettiGIULIA: Inizialmente il mio sogno era la danza, ma a causa del Covid in questi due anni ho dovuto purtroppo fermarmi e trovare qualcosa che riempisse i miei interessi.
Il percorso da modella è iniziato nel 2019 quasi per gioco quando mia sorella conobbe un concorso di bellezza che prevedeva la finale nazionale su una nave da crociera e lei, essendo maggiorenne, si vedeva già con me in finale come accompagnatrice. Quell’anno non arrivai in finale nazionale con sommo dispiacere di mia sorella, forse era più triste lei di me.
Da lì fu un crescendo di esperienze e soprattutto soddisfazioni, ho cominciato a prendere confidenza con la macchina fotografica ma soprattutto con me stessa.

Il modello a cui ti ispiri?

GIORGIA: Ammiro moltissimo Neuer, anche se ultimamente sto apprezzando sempre di più Maignan. In campo femminile, beh, la numero 1, Laura Giuliani.

GIULIA: Non posso dire di avere un modello a cui mi ispiro perché non sopporterei mai il fatto di essere “la brutta copia” di qualcuno, ma d’altro canto non posso negare che quando sui social vedo qualcosa di interessante cerco, a modo mio, di trarne spunto perché sono consapevole di avere ancora tantissimo da imparare.

Entrambe siete seguite nella procura delle vs prestazioni dalla Music and sport management: come è nata questa collaborazione e come vi state trovando con questa agenzia?

GIORGIA: Ho conosciuto l’agenzia tramite i social e al momento mi trovo bene con il mio procuratore.

GIULIA: La collaborazione l’ha iniziata mia sorella, pensavo fosse un’ agenzia che si occupava solo di calcio. Solo in un secondo momento sono venuta a conoscenza che si occupa anche di modelle. La collaborazione è iniziata solo da pochi mesi e per il momento mi trovo bene.
Chi ci segue è molto preparato.
Abbiamo qualche progetto in cantiere che, restrizioni permettendo, speriamo di realizzare prossimamente.

Quali sono le maggiori difficoltà incontrate nell’inseguimento del tuo sogno?

GIORGIA: All’inizio è stato molto difficile, non esistevano ancora campionati giovanili femminili e quindi disputavamo quelli misti, anche se giocavo in una squadra femminile. Siamo state molto spesso schernite, derise e a volte anche insultate (anche dai genitori).
Spesso mi è capitato di incontrare gente che giocava solamente per le conoscenze che aveva, ma questo capita in tutti i settori della vita, però con il tempo sono riuscita a dimostrare che anch’io posso arrivare dove voglio senza l’aiuto di nessuno.

GIULIA: Sicuramente è un mondo molto affollato e competitivo dove cercherò di ritagliarmi uno spazio per me. Il mondo delle Miss è troppo competitivo per i miei gusti, c’è anche molta invidia e cattiveria. Ambisco di più alle sfilate e a lavori come fotomodella.

Cosa “ruberesti” a tua sorella?

GIORGIA: Quel lato furbetto e un po’ smaliziato che io non ho.

GIULIA: Sicuramente l’atteggiamento del “mi rimbalza”.
Tendenzialmente si fa scivolare addosso ogni genere di critica. Ricordo, ad esempio, tutte le offese e le critiche ricevute da mia sorella quando cominciò a giocare a calcio e, se fossi stata al suo posto, non avrei mai continuato un percorso del genere.

In casa Rossetti hanno convissuto scarpe coi tacchetti e scarpe coi tacchi: c’è qualche aneddoto particolare che coinvolge la vs famiglia nella gestione di due figlie dai percorsi così diversi?

GIORGIA: Beh….mia sorella, più piccola di 2 anni, seguiva i miei allenamenti con la mamma e, viceversa, io seguivo le sue lezioni di danza.
Per parecchio tempo, i miei allenatori cercavano di convincere Giulia a provare a giocare a calcio, mentre la sua insegnante di danza tentava di indirizzare me alla danza: una volta mi ha convinta a fare una lezione di Hip Hop… NO COMMENT!

GIULIA: Diciamo che per quanto riguarda gli allenamenti, i miei genitori hanno sempre cercato di fare conciliare gli orari degli allenamenti di calcio e danza.
Per quanto mi riguarda, non potrò mai dimenticare tutto il freddo patito durante le partite e gli allenamenti di Giorgia. Ero piccola, non potevo restare a casa da sola e quindi ero a tutti gli allenamenti e partite. Di sicuro mia mamma sarebbe stata più “comoda” se fosse riuscita a farci fare la medesima attività sportiva.
Mi viene in mente solo l’incubo dei pallini di gomma nera dei campi sintetici che Giorgia portava a casa e che trovavamo ovunque…

Entrambe avete scelto di intraprendere percorsi dominati dalla figura femminile: indicaci i pregi e i difetti della convivenza tra donne.

GIORGIA: Io mi trovo bene con persone che mi somigliano caratterialmente, maschi o femminie che siano. A La Maddalena vivo con altre 4 ragazze con cui vado d’accordo. Le convivenze, si sa, hanno sempre delle difficoltà. Il pregio, ovviamente, è che condividiamo la stessa passione. Il difetto…beh…5 donne insieme, non neghiamo sia un casino. 

GIULIA: Secondo me, troppe donne tutte insieme non possono convivere. Tra me e mia sorella il discorso è diverso, siamo donne ma sorelle e credo che sia un rapporto a parte. 

Calciatrici bollate come maschiacci (nella migliore delle ipotesi), modelle bollate come belle ma senza cervello: quanto pesano i pregiudizi sulle vostre scelte?

GIORGIA: Da piccola mi hanno sempre detto che il calcio era uno sport per uomini, che non era adatto per una ragazza, che le donne che giocano a calcio sono tutte dei maschiacci. Francamente oggi non me ne importa nulla, ma quando ero più piccola, un po’ ho patito, soprattutto quando mi dicevano che una ragazza non può essere brava nel calcio perché non è uno sport per femmine.

GIULIA: I pregiudizi non mi toccano, ma le critiche, in alcuni casi, minano la fiducia in me stessa.
Bella senza cervello? La bellezza e l’intelligenza o le hai o non le hai. Se la natura ha abbondato in bellezza e non intelligenza e viceversa…beh, cerchiamo di usare al meglio quello che ci è stato dato, no?! 🙂

Avete scelto due strade che necessitano sacrifici: quale rinuncia ti pesa maggiormente?

GIORGIA: Ho rinunciato a fare come i miei amici che il sabato sera escono, vanno a ballare e festeggiano. Io non posso perché la domenica devo essere lucida per poter giocare.

GIULIA: Al momento, sono solo agli inizi di questo percorso, non sto facendo molti sacrifici e rinunce. Sono consapevole però che per inseguire i propri sogni e coltivare le proprie passioni, bisogna essere disponibili a sacrificare molto. Durante gli anni di studio della danza, i sacrifici sono stati molti. Ma non pesano se servono per realizzare il tuo sogno.

Perché la moda dovrebbe avere bisogno del calcio e il calcio della moda?

GIORGIA: Il mondo della moda è così distante da me, non lo conosco. Non credo che il calcio abbia bisogno della moda però se brand famosi investissero di più nel mondo del calcio femminile, porterebbero, di certo, maggiore visibilità.

GIULIA: Credo siano due mondi che viaggiano bene ognuno per conto proprio. Non credo che abbiano bisogno l’uno dell’altro.

Un motivo per cui scambieresti il tuo lavoro con quello di tua sorella e il motivo per cui non lo faresti mai.

GIORGIA: Non penso che vorrei mai scambiare il calcio con la  moda o la danza…

GIULIA: Non lo farei mai perché, comunque, non ho il fisico . Per contro, quando parlo con i ragazzi, sembra assurdo, ma dire che ho una sorella che gioca in serie C, beh…fa effetto. Mi piace vantarmi di avere una sorella portiere in serie C…!

Exit mobile version