C’è stato un tempo nel quale giocare a calcio non era che un passatempo senza fini di carriera, una passione da coltivare dopo il lavoro, quello si che garantiva il pane quotidiano e una certa autonomia.
Nessuna scuola calcio a guidare ed incitare i sogni di gloria (spesso più dei genitori degli aspiranti Ronaldo del futuro), solo squadre locali e tornei notturni dove il massimo che si poteva ottenere erano pochi spiccioli per le sigarette e questo spesso bastava.
Così è per Gigi Riva, almeno agli inizi: al pallone si dedica la sera, dopo il lavoro nell’officina meccanica. Ed è un vero portento, spopola e segna reti nei tornei a Leggiuno, il suo paese d’origine sulle rive del Lago Maggiore, tanto da essere notato e reclutato nel 1962 nel Laveno (che milita in Serie C) e in seguito nel Legnano.
Quello che anni dopo sarebbe stato considerato tra i migliori giocatori italiani di sempre, in quegli anni fallisce un provino con l’Inter (la sua squadra del cuore), forse anche per quel suo fisico troppo asciutto che non fa intravedere la possibilità di credere a un calciatore formato sul piano fisico.
Ma qualcuno va oltre alle apparenze, un osservatore del Cagliari che nota soprattutto il tiro potente e preciso, quasi imparabile di Riva, tanto da andare a segno praticamente sempre.
Non solo: spesso lascia il proprio settore di competenza per andare a sostenere con successo la difesa.
E’ un futuro fuoriclasse quando firma con il Cagliari nonostante i forti dubbi; Gigi, ragazzo semplice e taciturno, ha perplessità a lasciare la terra d’origine per trasferirsi in Sardegna; in realtà, con la terra d’adozione e con la nuova squadra, Riva finirà pr instaurare un rapporto talmente profondo da rifiutare negli anni a seguire ingaggi da clubs più prestigiosi.
Rimarrà con i rossoblu indossando la casacca numero 11 (poi ritirata dalla società nel 2005) sino a fine carriera, giocando l’ultima partita il primo febbraio del 1976 contro il Milan.
In tredici Campionati consecutivi, Gigi riesce a portare il Cagliari dalla B alla Serie A (nel 1963 – 64), segnando il gol decisivo ad Udine nella penultima giornata di Campionato; nella massima categoria Gigi segnerà ben 156 reti in 289 partite. L’annata più bella resta il 1970, quando il Cagliari vince lo Scudetto e nella partita contro il Bari Riva segna il primo dei due gol della vittoria.
Per quanto riguarda la Nazionale italiana, Riva ha indossato la maglia degli Azzurri la prima volta nel giugno del 1965 nell’amichevole contro l’Ungheria; la sua carriera in questo ambito è stata segnata da diversi infortuni ma soprattutto da alcune tra le sue più belle imprese (tanto che il giornalista Gianni Brera lo ribattezzò Rombo di Tuono) come il titolo Europeo del 1968 e il secondo posto ai Mondiali in Messico del 1970.
Silvia Sanmory
(tutte le immagini wikipedia)