Giacomo Raspadori, preparato in campo e … nello studio!

Giacomo Raspadori, un futuro tra il campo e... l'Ateneo

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Fonte immagine pag Twitter Fabrizio Biasin

Giacomo Raspadori, classe 2000, ci ha regalato belle emozioni durante la partita della Nazionale di mercoledì contro la Lituania segnando, al 24′ del primo tempo, il secondo gol dei cinque che hanno portato alla vittoria dell’Italia.

Il giovane calciatore del Sassuolo non si fa mai trovare impreparato: dopo la prestazione positiva e la sua prima rete in maglia azzurra proprio al Mapei Stadium, è già pronto per affrontare le sfide successive, non solo calcistiche.

A fine ottobre, infatti, dovrà sostenere un esame di Anatomia all’Università, visto che il giocatore è anche un appassionato studente di Scienze motorie.

Queste le sue parole ai microfoni di Rai Sport nel post-partita:

“Lo studio? Sto preparando l’esame di anatomia a fine ottobre. Ho sempre pensato che questofosse qualcosa che potesse andare di pari passo con la carriera sportiva e continuerò”.

Anche prima degli Europei di luglio, che hanno avuto l’esito desiderato, Giacomo non aveva accantonato lo studio perché, secondo lui:

“Anche se le cose vanno benissimo, la carriera del calciatore ha breve durata e bisogna avere qualcosa di pronto per dopo. Come alleniamo i muscoli, bisogna allenare la mente”.

Si dimostra quindi un ragazzo fortemente determinato e con la testa sulle spalle, perché non deve essere facile conciliare gli impegni sportivi con quelli universitari.

Si tratta di due mondi distanti tra loro che però, in questo caso, sono uniti da un filo conduttore che è lo sport, e forse è per questo che riesce bene in entrambi.

Ha sempre avuto le idee molto chiare: fin da piccolo, quando giocava a calcio nella parrocchia del piccolo paese di Castel Maggiore insieme al padre e al fratello Enrico, sapeva quale sarebbe stata la sua strada.

Ma i suoi genitori hanno saputo trasmettergli anche i valori di una vita che va al di là del successo, ed è per questo che ha deciso di costruirsi un futuro a prescindere dal “calcio dei sogni”.

Propensione decisamente rara, oggi, tra i giovani che si apprestano al mondo del pallone.

Ha ammesso, inoltre, di aver maggiore ansia prima di un esame che di una partita, perché in campo riesce ad avere più fiducia nei propri mezzi.

Una sicurezza che man mano è sempre più visibile, come si è visto nel match contro la Lituania, utile per la qualificazione ai Mondiali.

Perseverante anche nelle scelte: pur essendo interista sfegatato, è rimasto fedele al Sassuolo, dove ha iniziato come professionista, passando per le giovanili e giungendo in Serie A a soli 19 anni.

A chi si ispira?

A Sergio Aguero, che per lui rappresenta un esemplare di giocatore ideale. Raspadori è quindi un mix di qualità, competenze e determinazione che potrebbero fare la differenza ai Mondiali in Qatar l’anno prossimo.

Romina Sorbelli