George Weah, dal “coast to coast” all’impegno umanitario

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Era il 1999 quando fu scelto dall’IFFHS come calciatore africano del secolo dopo che, nel 1995, vinse il Pallone d’Oro (come primo calciatore non europeo grazie alla modifica dei regolamenti), il FIFA World Player e il premio di Calciatore africano dell’anno.

Ad oggi George Weah è l’unico giocatore africano ad aver conquistato Pallone d’oro e Fifa World Player pur non avendo vinto nessun trofeo europeo.

Basterebbero già questi dati a testimoniare la valenza della carriera esplosiva di Weah, attaccante dalla personalità poliedrica nato (nel 1966) e cresciuto nella baraccopoli di Clara Town, a Monrovia, capitale della Liberia. Un destino che pareva segnato ma che in realtà è stata la molla che lo ha spinto a cercare il suo riscatto dopo che si innamora del calcio rincorrendo palloni di fortuna sui campetti dissestati della poverissima capitale.

Prima che la carriera calcistica decolli, consentendogli di spostarsi all’estero, Weah lavora come centralinista per una società di Telecomunicazioni liberiana. Nel contempo gioca a calcio come semiprofessionista nell’Invincible Elevan, sino a 21 anni, tra sommosse, un colpo di stato, epidemie. E sogna l’Europa.

Nel frattempo colleziona reti: alla prima stagione con la squadra Camerunense del  Tonnerre Yaoundè, segna quasi un gol a partita. Mettendosi in luce in un campionato che ha osservatori europei. E così, nel 1988, arriva il Vecchio Continente, o meglio il Monaco; con la squadra monegasca esordisce il 17 agosto 1988 contro l’Auxerre. Nella sola prima stagione al Monaco, Weah realizza 14 reti in campionato (saranno 18 i gol segnati invece nella stagione ’91-’92, record della sua carriera). Nell’estate del 1992 Weah arriva al Paris Saint Germain, al posto di Stoichkow.

E’ soprattutto nella partita di ritorno negli Europei contro il Real Madrid che Weah dimostra il grande calciatore che è, in coppia con David Ginola; il PSG per la prima volta nella sua storia entra nel club delle grandi d’Europa mentre Weah e Ginola sono sulla bocca di tutti come una delle coppie d’attacco più forti e affascinanti del continente.

Nel maggio del 1995 Weah viene acquistato dal Milan per 11 miliardi di lire. Il suo esordio in campo avviene contro il Padova dove segna il suo primo gol dopo soltanto sei minuti di gioco.

Quello che è ritenuto il suo gol più bello risale all’anno successivo: alla prima giornata del campionato contro il Verona a San Siro, Weah stoppa con l’esterno destro il pallone, proveniente da un calcio d’angolo, nella propria area, si invola con la palla al piede verso l’area avversaria, e, dopo aver superato tre avversari percorrendo 90 metri di campo, segna battendo il portiere in uscita. Il gesto tecnico viene definito “coast to coast”, per il fatto di aver percorso da solo tutta la lunghezza del campo, o “gol totale”, per aver coniugato tutte le abilità che fanno un campione nel calcio.

A trentaquattro anni Weah lascia il Milan per il Chelsea in prestito gratuito per poi approdare al Marsiglia e chiudere la carriera con l’Al-Jazira a 37 anni.

Significativo anche il suo ruolo in Nazionale: Weah pur potendo scegliere la Nazionale francese ha preferito giocare in quella liberiana con cui ha collezionato 59 presenze e 16 gol, sino ad arrivare ad allenare e finanziare.

Laureato in Arte e Amministrazione Sportiva alla Parkwood University di Londra e in Business Administration alla Devry University di Miami, dopo l’abbandono dell’attività agonistica Weah si è dedicato alla politica, diventando una figura di spicco nel suo Paese, anche dal punto di vista umanitario considerato il suo impegno costante contro i problemi che attanagliano la Liberia.

Silvia Sanmory