Home Calcio Italiano Serie A Genoa, ultimo dei rimpianti! La Roma si allontana dalla Champions

Genoa, ultimo dei rimpianti! La Roma si allontana dalla Champions

Una Roma che non fa esplodere le emozioni. A salvare ci pensa Mirante ma errori e spavalderia che alla fine si pagano: la Champions si allontana

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Una Roma che non fa esplodere le emozioni se non la delusione. A salvare risultato e faccia ci pensa Mirante al 93esimo ma quanti errori e spavalderia che alla fine si pagano: la Champions si allontana

Poche le emozioni che la Roma ormai trasmette, poche e persino deludenti ma salvare il tutto e regalare l’unica vera grande emozione è Mirante al 93′. Rigore per il Genoa, Sanabria sul dischetto ed il portiere giallorosso che evita la disfatta

E’ vero che Sanabria è ancora quasi di proprietà dei giallorossi che, dopo una storia travagliata durata qualche anno, potrebbe concludersi proprio questo giugno con il diritto di re-compra che i romanisti potrebbero far valere. Coincidenze o no, Prandelli avrebbe voluto che fosse Criscito a battere il rigore.

Genova, l'ultimo dei rimpianti! La Roma pareggia e si allontana dalla Champions
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Spesso però l’ego, il karma o il destino ci mettono lo zampino…Come il gol di Romero che lo mette di testa anticipando Schick nell’epilogo di un calcio d’angolo velenoso.

Una partita che alla fine non accontenta nessuno. Equilibrio, poi accelerazioni. Prima da una parte, poi dall’altra e a conti fatti il gioco di Ranieri che sta diventando fin troppo prevedibile. Cadono le certezze dovute da quelli che dovrebbero essere i punti fermi di una Roma che ha provato a rialzarsi ma che pare aver mollato troppo presto.

La Roma alla fine paga tutto: errori e accidia

La difesa a quattro con Florenzi e Kolarov proprio non vuole saperne di prendere il volo. Lo hanno capito tutti. Ma quando le opzioni latitano si cerca di tamponare in modo fin troppo scontato, tanto da diventare così prevedibile che anche Prandelli pare averne studiato le debolezze, andando a piccare con Veloso e Lapadula.

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Manolas e Dzeko, due giocatori che hanno dichiarato amore eterno alla Roma: due giocatori forse stanchi di caricarsi tutte le volte un’intera squadra sulle spalle e che cominciano a dare segni di cedimento abbastanza chiari.

Manolas e Fazio inversamente proporzionali

Fino a ieri il “re” della difesa era un Manolas impavido, pronto al riscatto ogniqualvolta si fosse creata una voragine incontenibile. Ieri quella voragine l’ha creata lui e se non fosse stato per il ritrovato Fazio, forse le cose sarebbero andate addirittura peggio.

Ormai è una costante: al crescere dell’uno, decresce l’altro. Sono poche le volte in cui si è vista quella sinergia che li teneva legati fino a qualche tempo fa. Quelli che erano i padroni della difesa sembrano essere ora la cause di una destabilizzazione di un reparto che ha fin troppo bisogno di essere rivisitato.

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Troppe le occasioni concesse agli avversari nel primo tempo, tutte smorzate ma tutte occasioni che sono servite da banco di prova ai rossoblu. Baricentro basso per i padroni di casa che sfruttano le ripartenze di Zucanovic e Radovanovic, pronti ad inserirsi tra le linee lasciate scoperte da due figure inconcludenti come quelle di Nzonzi e Cristante. Se sul primo ormai si è sviluppata una certezza ormai palese a tutti, sul secondo ci è voluto un po’ per arrivare alla constatazione che forse, in coppia con Nzonzi, ci sia un’alta probabilità di subirne influenze negative. Nella costruzione dell’azione stenta nel cercare il compagno libero, girovaga fino a rischiare di farsi portare via il pallone, cerca il contrasto anche quando potrebbe aggirarlo.

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Delusione Pellegrini e Zaniolo ma El Shaarawy prova a guadagnarsi la fiducia e segna

Sottotono anche Pellegrini e Zaniolo forti di un campionato che li ha visti un gradino sopra la media. Quando la squadra non gira, però, perdono ritmo e vanno in affanno improvvisano e si agitano. Non si accentrano e rischiano di servire l’avversario con assist improbabili. Regge invece El Shaarawy che ogni fine campionato cerca di riguadagnarsi la fiducia per l’anno successivo, ma ad onor del vero questa giostra comincia a stancare.

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L’innesto di Schick non ha creato lo scompiglio che ci si aspettava, il giovane Kluivert viene contenuto nella sua parabola sulla linea, e Dzeko in mezzo che prova a tenersi basso nel tentativo di servire i suoi compagni, salvo poi reprimere le velleità belliche e chiudersi a riccio in un fascio di rabbia.
L’1-0 consegna ai giallorossi quella rilassatezza che diventa fatale, invece di sfondare. La Roma gestisce e nella certezza di aver portato a casa i tre punti, in pieno recupero arriva il gol del pareggio.

Chi segue la Roma si trova di fronte uno spettacolo già visto

Costretto a subire prestazioni al limite della decenza, rosicchiare punti e arrancare sempre con la svogliatezza che contraddistingue, da qualche tempo, questa squadra. Come la Roma, anche il Genoa ha il suo obbiettivo.

Puntare al quarto posto l’una, restare in A l’altra: motivazione, e impegno, vince chi ne ha di più. Con un’organico di tutto rispetto ma lontano anni luce dai nomi blasonati della società di Trigoria, è il Genoa nonostante tutto ad aver dimostrato di avere più voglia. 

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Ci si anima quando i giallorossi producono bel gioco, spirito di squadra e grande attaccamento ai colori. Qualche partita ed una carica data dal Mister che hanno creato l’illusione di poter vedere un finale di stagione appagante per gli obbiettivi rimasti sul tavolo. La realtà però ti sbatte in faccia, in una qualsiasi domenica di Maggio, che tutto si paga: arroganza, accidia e spavalderia.

 

 

Laura Tarani

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