C’è un detto che dice “la fortuna aiuta gli audaci”.
Di fortuna non si può parlare, ma sicuramente l’audace Luis Enrique, allenatore della “roja” ha sicuramente rischiato tanto convocando in Nazionale un giovanissimo centrocampista classe 2004.
Il ragazzo risponde al nome di Pablo Martín Páez Gavira, o più semplicemente “Gavi”, soprannome con cui si è fatto conoscere prima nel Barcellona e poi nella Spagna che conta.
Forse non tutti sanno che Gavi è stato soprannominato così ai tempi delle giovanili del Betis da un suo allenatore, che aveva notato l'incredibile somiglianza tra il centrocampista e il paese del Piemonte sud-orientale #curiosità #NationsLeague pic.twitter.com/lpSwej3KvB
— Marco Maioli (@marcomaioli1) October 10, 2021
Ha stupito tutti Luis Enrique, soprattutto nella scelta dell’11 titolare, sceso in campo contro l’Italia nel match valido per la finale di Nations League, schierandolo dal primo momento.
“Sono sicuro che sarà all’altezza. Troppo presto? Forse sì, forse lo metterò titolare”.
Questo aveva detto l’allenatore spagnolo ai microfoni durante la conferenza stampa prepartita.
Era sembrato uno scherzo, un 2004 titolare in una semifinale?
Eppure Gavi ha conquistato questa storica titolarità, ad appena 17 anni e 2 mesi.
In realtà non è stato il primo caso della storia della Spagna calcistica: nel 1936 quando esordì Ángel Zurieta, di 20 anni, 2 mesi e 6 giorni. Insomma ora è solo a Gavi a possedere questo record, bellissimo per un ragazzo che appena 6 anni fa giocava nella sua regione natale.
Nato a Los Palacios y Villafranca, comune a 30 km da Siviglia, inizia la sua carriera nel Liara Balompié.
“Era un bambino diverso per qualità, personalità e qualità innate. Non era normale per la sua età. Sono contento per lui”. Questo dice di lui il suo primo allenatore Manuel Vasco a “El Confidential”.
Mostra già colpi da maestro, doti naturali e un talento straordinario, diventando in poco tempo un bambino prodigio.
Accompagnato ad ogni partita dal padre e dalla sorella, Gavi si fa subito notare arrivando a 9 anni nella cantera della squadra “verdiblanca” di Siviglia, il Real Betis.
In poco tempo segna ben 96 gol e ciò lo porta alla notorietà più prestigiosa, quella delle grandi squadre del campionato spagnolo.
Real, Atletico tutti vogliono il “niño” che sta incantando metà Siviglia. Alla fine è il Barcellona ad aggiudicarsi questo piccolo gioiello.
Arriva nel 2015, esatto ad appena 11 anni, pronto a vestire la “camiseta blaugrana”.
È impaziente però Gavi, scalpita e si agita perché lui sa di possedere le qualità per poter giocare con i “grandi” che ammira ogni giorno a “la Masia”, quartier generale del Barcellona. Neymar, Suarez, Iniesta, Busquets, Piqué e Messi.
Insomma, “piccoli” nomi che Gavi ha potuto ammirare durante i suoi allenamenti. Sgorga talento puro in ogni suo giocata, e così nel 2020, appena un anno fa firma il suo primo contratto da professionista, venendo promosso dalle giovanili al Barcellona B.
La stagione 2020-2021 non è sicuramente promettente, complice un infortunio al ginocchio che lo tiene fuori per un paio di mesi.
Non demorde Gavi, aspetta il suo turno perché sa che può stupire e nel frattempo continua ad allenarsi scalpitante alla “Masia”.
Ronald Koeman, allenatore blaugrana, lo nota durante gli allenamenti e pensa: “perché non lo convoco per il precampionato?”.
La data del 29 agosto 2021, Gavi la ricorderà per sempre. È il 73’ del 3° match ufficiale, contro il Getafe, quando Koeman lo schiera in campo. Il primo esordio ufficiale non si scorda mai. Ai microfoni di Barca TV, il “niño” non ha potuto contenere la sua gioia: “Sono il bambino più felice del mondo, ho compiuto un sogno”.
Dopo quella serata magica, Gavi viene convocato nel Barcellona B, ma subito sostituito viene convocato stabilmente in prima squadra. Dopo alcune partite con entrata in corsa, la prima titolarità arriva alla sesta giornata, nel match contro il Cadice, situazione che si ripeterà nella giornata seguente, contro il Levante, dove viene schierato come falso interno destro, con il numero strabiliante di sei passaggi sbagliati su 44.
Ma conosciamo meglio tecnicamente questo giocatore che sta incantando Koeman e gli appassionati di calcio.
Si tratta di un trequartista puro, abile sia con la sinistra che con la destra.
Possiamo notare una sua percezione del gioco strabiliante che gli permette di avere pienamente il controllo della palla.
È un giocatore capace di improvvisare in pochi secondi l’azione del gioco, avendo a disposizione un talento innaturale, e una tecnica da grande giocatore professionista. Nonostante ciò, secondo i suoi precedenti allenatori è oltremodo ipercompetitivo, ma ha potuto migliorare il controllo delle sue emozioni, lavorando per ottenere una mentalità vincente, che forse manca in questo Barcellona un po’ spaesato.
“Convocato in nazionale? Contento per quello, ma adesso deluso e arrabbiato perché abbiamo perso”, ha espresso ai microfoni nel post-partita Atletico-Barcellona. Siamo di fronte ad un giocatore che non ha paura sicuramente di esporsi, di giocare per vincere e come si può vedere sembra essere già pronto per avere la piena titolarità nel Barcellona.
La fiducia del Barcellona, abituato a schierare i giovanissimi (Gavi è quarto giocatore più giovane ad esordire dopo Martínez Alma, Ansu Fati e Bojan), e quella di mister Enrique nei suoi confronti, saranno sicuramente ricompensate.
Tra un anno ci saranno i Campionati del Mondo in Qatar e se Gavi continuerà a dimostrare la sua tecnica innata, possiamo scommettere che sarà tra i titolari delle furie rosse.
Con la partenza di Messi, il Barcellona ha la possibilità concrete di valorizzare il suo nuovo gioiello da blasmare nella filosofia blaugrana.
Benvenuto tra i grandi Gavi.
Rosaria Picale