Allan Marques dal suo arrivo a Napoli ha sempre avuto un buon rapporto con la squadra e con la piazza azzurra.
Non c’è bisogno di ricordare le prodezze che ha portato in campo, da centrocampista quale è, con le grandi e piccole squadre.
Ha sempre dato il cuore sul terreno verde per quei colori azzurri per esultare con gli stessi tifosi che ora vogliono una decisione da parte sua: restare, con grinta e caparbietà, o andarsene – e non creare più problemi – e finire la sua carriera in un grande club (il PSG per esempio, che ha mostrato grande interesse nei suoi confronti arrivando anche alla quasi firma).
Si vocifera che sia stato anche uno dei fautori dell’ammutinamento della squadra dopo quel Napoli-Salisburgo di qualche mese fa. L’ultimo episodio è stato eclatante: il brasiliano si allena male durante tutta la settimana e Gattuso lo lascia a casa, non lo convoca perchè “non si allena come dico io“.
Non tutti i mali vengono per nuocere.
Gattuso ha sempre provato grande ammirazione e stima nei confronti di Allan. Si può notare dall’esultanza dopo la partita con Sassuolo, gli ha permesso di assistere alla nascita del figlio saltando di conseguenza Lazio e Juve, lo ha perdonato dopo quella reazione scomposta alla sostituzione nella partita contro la Fiorentina.
Però insomma: Can che abbaia non morde, ma se lo svegli…
Al neo mister del Napoli non è piaciuto l’atteggiamento di Allan in allenamento durante la settimana: spento, superficiale, annoiato e dunque, prendendo il brasiliano come capro espiatorio, ha mostrato alla squadra cosa accade se non si fa quel che dice lui.
Non si vuol parlare, attenzione, di dittatura perchè sarebbe esagerato ma un uomo con una faccia tosta, grinta, rabbia, che richiede rispetto (e lo dà) a questo Napoli di questa stagione ci voleva proprio.
Un allenatore lontano anni luce dai quei perbenismi, da quei discorsi politically correct che tanto piacciono alla stampa. Lui se ne frega ed è diretto. Ai microfoni è stato chiaro “camminava, giocherà quando si allena come dico io!”.
Ha spronato una squadra, dopo brutte cadute anche alle sue prime panchine da nuovo allenatore azzurro per poi rialzarsi più forte, non di prima, ma più forte sicuramente: mentalmente e fisicamente. Ora con questa mentalità gattusiana scende in campo una squadra che corre, lotta, ha degli obiettivi e non è più demoralizzata e soprattutto vince.
Cinque vittorie in sei partite, cosa che non si vedeva da tempo, e porta inviolata nelle ultime due.
Al suo arrivo, dopo l’esonero di Ancelotti, c’era tanto scetticismo ma bisogna ammettere quando si ha torto. Non sarà un allenatore pluripremiato, è vero, ma dopo Sarri vediamo una squadra che scende in campo compatta e gioca bene. Forse si diverte meno con gli schemi, ma continuando con questa mentalità gattusiana il divertimento arriva a fine gara con una vittoria.
Un altro punto a suo favore è che si è mosso bene sulla linea di mercato invernale, ha spronato ADL ed ha fatto grandi acquisti per il centrocampo che era inesistente mentalmente e fisicamente.
La squadra lo ha capito: chi sta bene col fisico, col mente, chi ha volontà di spiccare e vincere gioca. Chi si comporta così va direttamente dalla parte di Gattuso schierandosi con mister che ha lottato per scacciare i malumori che c’erano nello spogliatoio per avere una compattezza e fiducia della squadra tra di loro e con lui stesso.
A fine stagione si prenderanno le dovute decisioni sul suo futuro a Napoli, cosa che dipende molto anche da quali obiettivi prefissati si riesce a raggiungere. Non lo sappiamo, per ora bisogna solo sostenere gli azzurri e lui, che ha riportato la serenità e la cattiveria nello spogliatoio che era diventato un ring.
Sembra un miracolo ciò che ha fatto in pochi mesi, se non poche settimane, e non a caso si chiama Gennaro ed allena il Napoli.
Forza Gattuso, forza Napoli!
Valentina Vittoria