Avrebbe compiuto 62 anni, lui, Gaetano Scirea, mito del calcio italiano e internazionale, lui, leggenda bianconera.
Nacque il 25 maggio del 1953, ma il destino crudele volle che ci lasciasse prematuramente, in un incidente d’auto, quel dannato 3 settembre del 1989.
Fu Sandro Ciotti a darne notizia durante la Domenica Sportiva: “E ora una notizia che mai avremmo voluto dare…Gaetano ci ha lasciati”: quelle tristi, assurde parole sono indelebili nella mente di tutti gli amanti del calcio.
Il libero della Juventus e della Nazionale aveva appena 36 anni. Era andato in Polonia, da vice allenatore di Dino Zoff, a seguire il Gornik Zabrze, avversaria di Coppa Uefa della Juventus.
Scirea iniziò a tirare i primi calci al pallone a Cinisello Balsamo, nella Serenissima. Nel 1967 entrò nelle giovanili dell’Atalanta. Il 24 settembre 1972 la sua prima presenza in serie A. Nell’estate del 1974 il suo approdo alla Juve. La sua carriera con la maglia bianconera, fatta di numerosi successi, lo consacra a simbolo eterno del club.
Decise di “appendere gli scarpini al chiodo” nel 1988: vinse in totale 7 scudetti, 2 Coppe Italia, una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe, una Coppa UEFA, una Supercoppa europea e una Coppa Intercontinentale (essendo così tra i pochi calciatori italiani vincitori di tutte le competizioni calcistiche ufficiali per club).
Precursore del difensore moderno, dotato di visione di gioco e capacità di dettare i tempi della linea difensiva, segnò 32 gol tra campionato e nazionale (cifra considerevole per un difensore). A queste doti tecniche vanno aggiunte un carattere, una lealtà, una serietà e un’umiltà uniche: in tutta la sua carriera mai un’espulsione o un periodo di squalifica.
Dopo aver ottenuto, nel 1988, il patentino da allenatore, Giampiero Boniperti gli propose la carica di tecnico in seconda della Juventus. In quella veste, Gae (come tutti lo chiamavano), ci lasciò.
Un’assenza che è più che mai presente nella memoria. Lui, Scirea, “capitan’eterno”, è tutt’oggi vivo nel cuore e nella mente del popolo bianconero: i tifosi, in suo onore chiamano il settore sud dello Stadio; nel 2011 la Juventus gli dedicò una delle stelle commemorative presenti nella Walk of Fame dello Stadium, il 21 novembre 2012, su richiesta della società bianconera, la città di Torino ha acconsentito a nominare “Corso Gaetano Scirea” una delle strade che conducono all’impianto di gioco della Juve .
Indelebile, esempio di sport e di vita è considerato una delle figure più nobili della storia del nostro calcio e per questo merita di essere celebrato e ricordato.
Come se da quel giorno di settembre di 26 anni fa il calcio italiano non fosse stato più lo stesso, ma, ”nessuno muore veramente, se vive nel cuore di chi resta” (ricalcando la frase dei tifosi juventini in memoria delle vittime dell’Heysel)
Caterina Autiero