Gaetano Castrovilli, il calcio è un po’ come la danza

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Gaetano Castrovilli è senza dubbio il faro che guida la Fiorentina nel suo momento più buio.

Un ragazzo di qualità e doti indiscusse, capacità di dribbling, velocità, visione di gioco attenta, guardiamo   le sue giocate e capiamo quanto lui ami giocare al pallone.

Un ragazzo di soli 23 anni che in soli 2 anni è diventato il simbolo della squadra Viola.

Gaetano cresce nelle giovanili del Bari e nel 2015 all’età di 18 anni esordisce in squadra maggiore.  Arriva in prestito alla Fiorentina per il torneo di Viareggio del 2016, successivamente diventa titolare  nella prima squadra del Bari collezionando 10 presenze in Serie B.

A febbraio 2017 va in prestito con diritto di riscatto alla Fiorentina per  rinforzare la squadra della Primavera con la quale disputa complessivamente 18 incontri, realizzando 7 gol e fornendo 9 assist ai compagni e  contribuendo a raggiungere la finale scudetto persa contro l’Inter.

Continua il suo percorso in Serie B con la Cremonese alla quale approda con prestito biennale nel 2017. Nel 2018 entra in nomination per il Miglior giovane della Serie B 2018/2019 classificandosi secondo, dietro a Sandro Tonali del Brescia.

Nel 2019 torna alla Fiorentina, questa volta in prima squadra esordiendo in Serie A a 22 anni schierato titolare da Vincenzo Montella. Da quel momento dimostra tutto il suo potenziale, la sua professionalità e la sua caparbietà di migliorarsi sempre più.

Firenze si innamora di questo ragazzo che fa del talento e della maturità le sue migliori qualità:  Castrovilli rinnova fino al 2024 e si prende la maglia numero 10.

È fidanzato con  miss Italia 2016, ama la musica e da piccolo sognava di diventare un ballerino.

Gaetano stesso confessa di aver frequentato danza classica (anche se per poco) e il calcio in qualche modo gli ricorda proprio quello che avrebbe voluto fare da bambino: danzare.

“A 7 anni mi sono iscritto a danza classica, ma sono durato solo un anno perché ero l’unico maschio…”.

Per sua stessa ammissione, nello spogliatoio gli chiedono sovente di ballare.

“Molto spesso mi capita di pensare a una finta, a un dribbling o a una giocata e paragonarla ad un passo di danza. Mi viene più naturale”.

 

A soli 14 anni scrisse una lettera di addio e ringraziamenti a Gigi Nicassio, suo allenatore del settore giovanile del Bari al quale ammette grandissima stima definendolo troppo buono con tutti ed al quale non nascose l’attaccamento alla maglia numero 10.

Che alla fine si è ripreso.

 

 

Ilaria Iannì