La Sampdoria saluta il secondo portiere Puggioni che vola a Benevento ma non smetterà mai di tifare per i doriani
“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”, così canta Antonello Venditti nella sua celebre canzone Amici mai e così deve aver pensato Christian Puggioni quando ha firmato a sorpresa con il Benevento visto il sentimento mai celato nei confronti dei colori blucerchiati. Si perché Puggio è nato e cresciuto a Genova, facendo tutta la trafila delle giovanili per poi girare l’Italia e tornare nella sua città e nella squadra del cuore nel 2015. E probabilmente il neo portiere del Benevento credeva di chiudere sotto la Lanterna la sua carriera visti i 37 anni appena compiuti ma, invece, il 31 gennaio in casa doriana si diffonde l’inattesa notizia che spiazza i tifosi che hanno sempre amato e seguito Christian nonostante non fosse il portiere titolare.
Scambio di guanti fra Sampdoria e Benevento, Puggioni in Campania e Belec a fare il secondo a Viviano.
Proprio il giocatore, prima di partire per la nuova destinazione, ha esternato tutta la sua emozione a Genovapost.com dicendo che non avrebbe mai creduto che questo momento potesse arrivare e di non aver dormito la notte precedente come quando, dal Chievo, rifiutò l’offerta importante del Genoa per non tradire la sua fede. Ma in questo caso, anche a detta del suo agente, nonostante Giampaolo lo ritenesse un importante elemento -sia dentro che fuori dal campo-, dalla proprietà non c’è stato nessun segnale importante per controbattere l’offerta del club Campano.
L’estremo difensore, obiettivamente, non poteva lasciarsi scappare l’occasione di giocare nella massima serie come titolare vista, soprattutto, la fiducia che il presidente Vigorito ha riposto in lui volendo fermamente quest’operazione.
L’ormai ex blucerchiato ha comunque voluto salutare i suoi tifosi anche con una diretta su Instagram dove, in silenzio e con gli occhi lucidi, si è emozionato a leggere i commenti del suo ex popolo che gli augurava il meglio e lo pregava di rimanere. Perché il calcio di oggi, fatto sempre più spesso di figure impersonali poco legate ai colori e sempre più in mano a procuratori ed agenti, ha bisogno di persone come Puggio, un esempio per tutti di correttezza e serietà soprattutto per i ragazzini che sognano di fare del calcio il proprio mestiere.
Claudia Carrega