E’ ufficiale, il ricorso dei rosanero è stato respinto e vale il risultato del campo: vale il 2-0 allo Stirpe dopo l’andata del Barbera 2-1, il Frosinone si aggiudica i play off e vola in Serie A. Un ritorno nella massima serie che vedrà, però, i Cioiari senza i suoi tifosi per due gare: infatti il giudice sportivo ha multato la squadra con 25 mila euro e due gare a porte chiuse, oltre a 10 mila euro di ammenda a Raffaele Maiello per lancio di palloni in campo.
I concitati, minuti della gara del 16 giugno, però non cancellano una promozione sudata sul campo che, nonostante la beffa del Foggia al 89′, è una “stagione di successo” come la definisce Cristina Lucarelli, giornalista di Ciociaria Oggi e Radio Day, con la quale analizziamo questa lunga annata calcistica culminata in una grande festa.
“E’ stata una stagione di successo…” ci dice…
… Al di là di come sia arrivato, in ritardo di un mese sulla tabella di marcia, l’obiettivo è stato centrato. Ed è questo ciò che conta.
Consideriamo poi anche il “come”: contro una corazzata come il Palermo, sotto del 2-1 dell’andata, dopo la batosta di Foggia. Una vera e propria impresa.
Qual è stato il momento di svolta del campionato?
Il vero e unico momento di svolta, a mio avviso, è stato procrastinato ai playoff. Nella stagione regolare si è pensato varie volte ad un particolare momento che potesse determinare il finale di stagione: i successi del girone di andata davano i giallazzurri favoriti, in lotta per la promozione diretta. La flessione del ritorno e il trend più negativo hanno invece indotto tanti a ripensare alla beffa di Carpi dello scorso anno. Alla fine, però, la “tigna” e l’orgoglio ciociari hanno avuto la meglio e dato ragione al club del presidente Stirpe.
Come ha reagito la piazza dopo la mancata promozione di Frosinone-Foggia? Come mai il Questore ha deciso di vietare la trasferta ai tifosi foggiani?
Un momento iniziale di sconforto era da mettere in conto, ci stava tutto, umanamente. L’ambiente non è mai andato contro i suoi beniamini, la piazza frusinate ha saputo restare compatta, ha saputo costruire ancora piuttosto che distruggere e questo è stato un motivo in più di forza.
La Questura, nell’ultimo match contro Foggia, decise di vietare la trasferta ai Satanelli in virtù dei disordini avvenuti in occasione della gara di andata e di altri precedenti. Ritenuta una partita “a rischio” è stata dunque bloccata la vendita dei biglietti ai pugliesi.
Come hai vissuto questi playoff? Ti aspettavi che Frosinone e Palermo sarebbero arrivate in finale o ti aspettavi qualche sorpresa da Cittadella e Venezia?
Li ho vissuti con la tensione tipica delle grandi occasioni ma anche con l’adrenalina alle stelle, la voglia di raccontare ancora una grande pagina di calcio, oltre ogni risultato e/o previsione.
Quando lavori nello sport, per lo sport, sono queste le sfide che ami di più: quella sul rettangolo verde (che in questo caso valeva la Serie “A”) e quella dietro il pc, con sé stessi, dimostrando di essere capace di poter emozionare gli altri con quella storia fatta di 22 uomini, una palla e un obiettivo, quella storia che in primis emoziona te stessa. Onestamente sì, mi aspettavo che la finale fosse tra il Frosinone e il Palermo, sicuramente le due formazioni che più la meritavano.
Empoli, Frosinone, Palermo e Parma erano le favorite. Sei d’accordo o qualche squadra ti ha particolarmente stupito?
Sono completamente d’accordo: fin dalle prime battute di questo campionato, era chiaro che le candidate al “Paradiso” fossero Empoli, Frosinone, Parma e Palermo. L’Empoli ha avuto un rullino di marcia impressionante e come uno schiacciasassi ha “macinato” punti ed ha meritato il primo posto senza ombra di dubbio. Le altre tre candidate sono state un po’ più “umane”, con qualche passo falso che in, un campionato così lungo ed equilibrato come quello cadetto, ci può stare.
Cosa ne pensi del lavoro che ha fatto Longo in questa stagione?
Ha fatto un gran lavoro, ha dimostrato di essere un ottimo allenatore nel momento in cui l’opinione pubblica gli dava contro, davano per “scoppiato” e finito questo Frosinone. E’ stato bravo a lavorare sulla testa dei suoi uomini, a cercare motivazione e stimoli, a farli reagire da “leoni”, a farli correre col cuore quando le gambe erano stanche, a farli vincere con il cervello quando i crampi limitavano il fisico. E’ stato bravo a proteggerli dall’assalto delle critiche e a farli tornare in campo, sebbene falcidiati dagli infortuni, con il mood giusto per affrontare l’ultimo “A”tto di stagione.
Top&Flop della squadra?
Top e Flop della squadra, voglio darli in termine di prestazione corale e non di singolo. Il top è stato il carattere dimostrato nel momento più caldo di una stagione che si è complicata proprio sul finale, quindi top atteggiamento, reazione e prestazione contro il Palermo nella finalissima dello Stirpe.
Flop, il pari messo a referto contro la Ternana, al termine di una partita bruttina, giocata male con una formazione che poi è retrocessa. Sono stati punti buttati al vento, lunghezze che, invece, avrebbero fatto la differenza al termine della regular season.
Dopo il gol di Ciano è letteralmente esploso lo Stirpe! Una marea di gente sul campo, gli abbracci, le urla di gioia, i cori dappertutto! E’ stata una grandissima festa già allo stadio e dopo si è trasferita per il centro cittadino con bandiere, striscioni, caroselli di auto, i canti. Tutta Frosinone era vestita di giallazzurro ed esprimeva, comprensibilmente, la propria incontenibile gioia!
Sicuramente questa promozione è diversa da quella di tre anni fa: all’epoca c’era un impianto da realizzare e restare in massima serie non era perentorio. Adesso, dopo il nuovo stadio e la Città dello Sport a Ferentino, sarà possibile per il patron Stirpe fare maggiori investimenti rispetto al passato. L’ossatura c’è, i ciociari sono un gruppo forte e affiatato, ma sicuramente c’è altrettanto bisogno di qualche innesto che possa fare la differenza e dare più sicurezza nel corso di una categoria superiore. D’altronde, il Frosinone non vuole essere una meteora nel firmamento della A. I prossimi giorni saranno fondamentali perché dal vertice arriveranno le decisioni in tal senso.
Cambiando argomento, donne e calcio: cosa ne pensi?
E’ ora di sdoganare l’idea che le donne non possano seguire, professionalmente parlando il calcio. O, meglio, che possano ricoprire nell’ambito del giornalismo sportivo solo ruoli marginali o legati ad una bella presenza in studio, magari più in vesti di conduttrici che commentatrici. Se da una parte è vero che il calcio non è una passione comune alla maggior parte del “gentil sesso”, dall’altra è pur vero che diverse figure stanno dimostrando di sapersi muovere bene, e molto, in un ambiente sicuramente più maschile. Quello che conta davvero è una preparazione adeguata, una conoscenza profonda, un’attenzione certosina, fattori che si maturano solo grazie alla passione. E per avere passione, non è categorico vivere in sneaker, ma si possono indossare anche i tacchi!
Come nasce la tua passione per il calcio? E quella per il Frosinone?
Il mio amore per il calcio è nato praticamente con me: vengo da una famiglia di calciofili e malati di Inter. Le prime parole che mi insegnò mio padre quando iniziai a parlare furono i nomi della la formazione nerazzurra. La domenica pomeriggio, per la “piccola Cristina”, non erano passeggiate al parco o bambole a casa, ma il “Tomei”, lo stadio della mia città, dove papà mi portava a vedere il Sora. E quando il Sora giocava fuori casa, io tiravo calci al pallone nel cortile di casa, con papà e i miei cugini maschi… Non poteva andare diversamente la mia vita.
Da adolescente avevo già le idee ben chiare, volevo diventare una giornalista sportiva. E ad oggi, non riesco ad immaginare una vita lontana dai campi di calcio. Per me è vita. Per me è benessere.
Al Frosinone mi sono avvicinata grazie alla fiducia della mia redazione – Ciociaria Oggi – che, dopo avermi fatto seguire la squadra della mia città, ha voluto darmi questa splendida opportunità di seguire la serie B. Questo grazie anche a Radio Day, un’emittente con cui collaboro sulla pallavolo e che ha creduto in me, facendomi partecipare anche al programma Passione Frosinone. Tra poco arriverà la serie A…un’emozione unica e la più grande soddisfazione della mia vita professionale. Non vedo già l’ora che parta il prossimo campionato!
Aurora Levati