L’Inter a Frosinone vince, ma che fatica! Partita identikit del dna nerazzurro: se non soffri che Inter è?!? Il Ninja torna a fare il Ninja e quando la prende Vecino, la Champions è più vicina.
Contro il Frosinone, l‘Inter segna tre gol per tre punti che suggellano la posizione numero tre in classifica. Il terzo posto è a posto e la qualificazione in Champions sembra meno traballante di qualche settimana fa ma guai ad abbassare la guardia. Il meglio deve ancora venire, ma anche il peggio.
L’Inter vince allo Stirpe e si riporta a +5 dai cugini ma il risultato non rappresenta una certezza. Se c’è una certezza che l’Inter offre ai suoi tifosi, quella certezza è la cardiopatia. Nel lungo periodo, quanto nelle singole partite. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio e questo i nerazzurri lo hanno capito il giorno in cui hanno cominciato ad essere interisti. Il che, la maggior parte delle volte, non è un processo consapevole. D’altronde l’Inter è esattamente questa: pazza e totalmente senza un briciolo di raziocinio. Esattamente come la partita consumatasi ieri: da poter gestire e vincere in serenità ma che, per una ragione o per un’altra, rischi di finirla in pareggio e al primo ospedale. Reparto? Ovviamente cardiologia.
Partita identikit del dna nerazzurro
Se il risultato di ieri sera ottenuto contro il Frosinone lascia supporre ad una partita a senso unico, diverse sono le cronache da campo. Ad un inizio quasi tutto nerazzurro e un primo tempo che ha consegnato agli uomini di Spalletti le chiavi della vittoria risponde un secondo tempo con la ripresa ciociara che complica la vita agli ospiti. Una complicazione che fa squillare ancora una volta quei campanelli d’allarme di una maturità non ancora raggiunta a pieno. L’Inter segna e alla fine vince ma quanti errori, quanti piccoli black-out…quanta ansia!
C’è chi parla di necessità di concedere qualcosa per rifiatare e riorganizzare le idee ma quello in cui incappa spesso e volentieri l’Inter è proprio sindrome dell’eutanasia e di tanto in tanto stacca la spina rischiando, a rigor di logica, più del concesso. Un ingiustificato e inconcepibile panico che risucchia sistematicamente gli undici in campo che riescono ad incarnare l’alter ego di se stessi rischiando di compromettere tutto nel giro di niente.
Il Frosinone tira fuori la testa e l’Inter soffre
Ed ecco che pur avanti di due gol i nerazzurri iniziano il secondo tempo lasciando ai padroni di casa le chiavi del pressing e incredibilmente persino del giro palla. Il Frosinone tira fuori la testolina dalla tana e si propone con meno timidezza smascherando quasi l’Inter da quel ghigno di superiorità che si era cucita in faccia per più di un’ora di gioco.
Per un abbondante quarto d’ora l’Inter rischia sulla pressione avversaria e chiude male alcuni spazi sprecando palloni in zone e situazioni pericolose. Complice la stanchezza di Borja Valero che non riesce più a far girare bene i palloni al centro e un Perisic in serata totalmente annebbiata, l’Inter per buoni venti minuti sembra impallata e ovattata.
Nainggolan inizia a capire l’Inter e l’Inter ritrova il Ninja
Radja Nainggolan ci ha messo un po’ ad ambientarsi a Milano e all’Inter e ora il Ninja sembra iniziare ad adeguarsi all’Inter e al suo modo d’essere. Un modo d’essere che sembra voler cominciare a ricalcare e così come l’Inter pure Radja è croce e delizia insieme.
Nainggolan nella partita di ieri sbaglia tecnicamente qualcosina. A qualche apertura fuori misura, passaggi poco calibrati e tocchi errati però alterna, oltre al gol che apre le marcature e sblocca la partita, anche e soprattutto un carattere e una personalità da 10 e lode. L’intelligenza tattica venuta meno con Brozovic ha trovato un’alternativa più che eccellente che ha fatto del Ninja il direttore d’orchestra per tutta la durata della sinfonia. Qualche falletto di troppo gli sarebbe potuto costare ma certi recuperi in cui si è imbattuto sono valsi oro come oro è valso lo stacco perfetto di testa che ha colto a volo il pallone servito da D’Ambrosio.
E’ proprio suo il gol che apre le marcature. Al 19esimo movimento e scelta di tempo perfetti gli valgono gli applausi di un pubblico che si ritrova ogni giorno di più sempre più vicino a quel concetto di Ninja che forse in troppi avevano dimenticato.
Una notte da leader per Radja che oltre a primeggiare per carattere sul rettangolo verde, esprime parole di grande importanza anche nel post partita. Ai microfoni il Ninja parla della gara gestita per un momento con difficoltà ma soprattutto della gara della prossima settimana contro la sua ex squadra (che ex non sarà mai) pronunciando parole di musica per gli interisti.
Tra il gol di Perisic e quello di Vecino il tentativo di Cassata di salvare il Frosinone
Perisic tra l’assenteismo e il disastro
Al 35′ per una trattenuta di Chibsah su Milan Skriniar riuscendo incredibilmente ad abbatterlo e non è necessario nessuna verifica addizionale, Massa è sicuro e fischia indicando il dischetto. Dagli undici metri va Ivan Perisic che con freddezza calcia un ottimo rigore e mette per iscritto il raddoppio nerazzurro.
Dopo il gol, così come a Genova, uno dei primi a congratularsi è Mauro Icardi al quale il quarantaquattro rivolge un abbraccio che sembra meno costruito di quanto si voglia speculare. Gol e abbraccio a Icardi sono le uniche due cose ben fatte dal croato durante i settanta minuti in campo rimane adombrato tra assenteismo e disastro.
Cassata prova ad accorciare ma invano
Gli interisti quasi impanicati iniziano a sbagliare più di quanto fatto fino a quel momento e al 61esimo Cassata si approfitta di un appisolamento di Vecino chiudendo in bellezza un’azione creata tanto bene dai ciociari quanto mal gestita dai nerazzurri. Il 24 ciociaro calcia e segna. Handanovic non riesce ad evitare che la palla finisca in rete. Lo sloveno ci arriva ma la frazione di secondo din ritardo non gli permette di agguantare bene e si limita a schiaffeggiare il pallone con meno veemenza di quanto sperasse.
Quando la prende Vecino, la Champions è più vicina
Se il nome di Matias Vecino è ormai scolpito nelle memorie legate alla Lazio, l’appiglio che l’uruguaiano ha nei confronti delle squadre laziali in generale sembra essere l’incarnazione dell’Uruguay calcistica. E inevitabilmente del gol. Una garra charrua che graffia più che in altri frangenti proprio contro le squadre laziali. Il numero 8 nerazzurro a segno lo scorso anno, sia all’andata che al ritorno contro la Roma, e il gol del 20 maggio all’Olimpico, ritrova ancora una volta il gol contro una laziale ieri sera contro il Frosinone. E’ del mediano interista la rete che chiude il match allo Stirpe di Frosinone. Ed è sempre di Vecino l’altra grinta e intelligenza tattica che è funzionata per larghi tratti a centrocampo. La prende Vecino e la prende nei minuti finali siglando il terzo gol e, per dirla alla Adani, quando la prende Vecino, la Champions è più vicina.
Egle Patanè