Franco Gasparriè stato un divo dei fotoromanzi negli anni ’70 nonché pregevole attore cinematografico di produzione italiana di grande successo. Franco aveva tutto, bellezza e talento nonché una stupenda famiglia. Ma la sua favola era destinata ad interrompersi quando l’attore a 32 anni rimase paralizzato a seguito di un terribile incidente in moto. Un automobilista distratto colpì la Kawasaki 900 -Z1 mentre si recava al lavoro.
L’attore originario di Senigallia era amante degli sport, ed è stato un calciatore dilettante.
Franco era un centravanti potente fisicamente e dalla buona abilità tecnica, e forte soprattutto di piede.
Ha giocato in varie formazioni regionali quali il Veiana Tomba di Nerone e l’Epiro.
Secondo la testimonianza di suo fratello Franco jr., le trasferte nei Campionati minori erano complicate e dure a causa di motivi “ambientali.”
In trasferta, gli avversari lo prendevano di mira non solo per la sua abilità ma per gelosia: le compagne e fidanzate degli avversari tifavano tutte per lui.
Tuttavia Franco non si faceva intimorire e dava tutto se stesso per vincere: energico, forte e corretto, al termine degli incontri le tensioni finivano lì.
Insieme ad altri colleghi del mondo dello spettacolo (Franco Franchi, il regista Pier Paolo Pasolini, Ninetto Davoli, Gianni Nazzaro e tanti altri) ha dato vita allaNazionale artisti e cantanti attiva ancora oggi e impegnata in raccolte fondi destinate alla solidarietà.
Ma il suo grande “amore” sportivo era tutto per la Lazio.
Una passione che condivideva con il fratello e il padre: insieme la seguivano quando possibile anche in trasferta.
Con la squadra di quei tempi vi è stata una frequentazione importante, e molti calciatori laziali erano suoi amici.
Chissà, se Franco non fosse diventato attore, forse avrebbe potuto dedicarsi alla carriera di calciatore visto l’amore profondo nutrito per questo sport.
Franco è stato un uomo semplice e di buoni sentimenti. Nonostante l’immenso successo arrivato prestissimo teneva alla riservatezza.
Dotato di una bellezza “cinematografica” dagli occhi bellissimi ed espressivi non aveva atteggiamenti da divo.
Le donne di ogni estrazione e ceto sociale identificavano in lui l’ideale maschile perfetto.
L’amico, l’amante, il marito, il fratello: Franco era un mix di tutte queste cose che si riflettevano nella vita privata.
Innamoratissimo della sua Stella Macallè e padre amorevole e affettuoso di Stellina e Luna ritrovava la serenità in famiglia, giocando a calcio, in ammirazione della Lazio.
Il fenomeno dei fotoromanzi negli anni ’70 ha vissuto una vera e propria ascesa.
Si trattava di un prodotto editoriale che emerse in un’Italia divisa dalla piaga del terrorismo e dai conflitti sociali.
Snobbati e condannati dalla “sinistra”, i fotoromanzi utilizzavano un linguaggio semplice comprensibile. Le improbabili storie d’amore erano uno svago consolatorio in anni molto bui.
Di quel periodo Franco Gasparri è stato l’attore con maggiore popolarità pari ad un attore del cinema.
Dopo l’incidente che lo costrinse a vivere su una sedia a rotelle, visse ancora 19 anni.
Franco, dopo un periodo di comprensibile depressione, reagì e cercò di vivere al meglio godendo ogni istante della sua vita e della famiglia.
Era un uomo sensibile, che amava la natura, gli animali, le piante e che aveva una vita davanti e tanti progetti.
Ci manca Franco Gasparri?
Si, manca lui come uomo, come sportivo e come tifoso.
Manca l’amore verso la sua Lazio e manca anche come calciatore.
Manca il suo entusiasmo, la modestia, e l’immensa voglia di vivere che fino all’ultimo non è mai stata scalfitta dalla tragedia che lo ha inesorabilmente colpito.
Di lui ci restano le foto, i ricordi e il tanto materiale che lo riguarda.
La figlia Stella, anch’essa attrice e regista, nel 2008 ha prodotto un documentario dedicato a suo padre “Un volto tra la folla”. Un racconto di quel periodo attraverso la storia di un uomo dal successo straordinario che non avremo mai più.
Franco Gasparri ci ha lasciati improvvisamente nel 1999 a soli 51 anni dopo una crisi respiratoria dalla quale non riuscì più a riprendersi.
Al suo funerale partecipò non solo la Lazio, ma anche giocatori di altre squadre che lo stimavano come uomo e come artista.
Di lui oggi ci resta un bellissimo ricordo ma anche queste meravigliose parole:
«Quando un uomo sta male e vede la sua vita stravolta, nel suo intimo si accende una luce. Io ero bello, ricco, famoso, spensierato, pieno di speranze e progetti, felice.
A un tratto tutto questo è finito. Ma è stato in quel momento che il mio animo ha cominciato a vedere e a capire cose che prima non apprezzavo e delle quali non tenevo alcun conto. Per questo posso dire alla gente di apprezzare di più le piccole cose che offre la vita, di accontentarsi, di tollerarsi l’un l’altro.
La vita è un passaggio molto rapido, viviamola con serenità».