I tifosi bavaresi si aspettavano che prima o poi sarebbe arrivato l’addio di Franck Ribery.
È sempre stata una certezza per il Bayern più vincente di sempre: Ribery a sinistra, Robben a destra. Un’associazione a delinquere, una coppia di fuoriclasse dal talento micidiale.
La Robbery, così la chiamano a Monaco.
Da un po’ di stagioni a questa parte, però, il peso dell’età si stava facendo sentire e il francese del Bayern è stato tenuto lontano dal campo molto spesso a causa degli infortuni.
Le prestazioni non sono state più le stesse ma non per questo il mito della stella Ribery è andato affievolendosi.
Un cliente difficile per qualsiasi allenatore, senatore dello spogliatoio bavarese… ne sa qualcosa Carlo Ancelotti, che per far sparire il nervosismo dopo una sostituzione ripiegò su un simpatico bacio sulla guancia del francese.
La personalità di Ribery è infiammabile.
Sempre pronto al confronto – e allo scontro – ha un carisma che è servito tanto al Bayern Monaco.
Con i tedeschi Franck Ribery ha segnato 85 reti da quel lontano 2007 in cui è approdato in Baviera. Ha raggiunto record e traguardi che si sono poi coronati nel triplete del 2013, che gli regalò il titolo di Miglior Giocatore d’Europa per quell’annata.
Il Pallone d’Oro mancò per un pelo.
Franck Ribery stava calpestando i piedi ai giganti Messi e Ronaldo.
L’elenco dei premi sollevati con il Bayern, spesso da protagonista, non si è fermato a quella Champions League.
Con 8 Bundesliga, 5 DFB Pokal Cup e altrettante Supercoppe, oltre ad una Supercoppa UEFA e ad un Mondiale per Club, Ribery ha avuto la fortuna e l’onore di giocare nel Bayern Monaco più vincente della sua storia.
Senza dubbio il talento del francese, padrone dello sprint di sinistra, ha reso possibile tale successo.
Uomo assist, grande realizzatore, amante dei dribbling. Nei suoi anni d’oro non mancava niente a Franck Ribery.
Anche ora, a 36 anni, le sue giocate riescono spesso a mettere in difficoltà le difese avversarie.
Il rendimento però non è comunque affidabile e decisivo come una volta. Arriva così la decisione di non rinnovare il contratto: finisce un’era in casa Bayern, che da un po’ di tempo non stava dando i suoi frutti.
Con la sua nazionale c’è un rapporto dolce amaro… c’era anche lui tra gli uomini che alzarono l’argento nel 2006.
Tra tante incomprensioni e un ritiro prematuro spunta quella dichiarazione di Zidane, che definiva Ribery
iI gioiello del calcio francese
Non si sa dove andrà per i prossimi due anni in cui intende ancora giocare a calcio.
Senza dubbio, però, quel ragazzo nato dal nulla nel Boulogne, consacrato nel Marsiglia e reso leggendario dal Bayern Monaco occuperà gli annali nella storia calcistica per i tempi a venire.
Federica Vitali