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Francesco Toldo e quel suo modo di ispirarsi al grande Galli

Francesco Toldo è stato messo spesso in ombra da mostri sacri come Buffon e Júlio César ma guai a dimenticarsi del suo grande talento.

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Foto: Twitter

Francesco Toldo: forse uno dei migliori portieri della sua generazione, troppe volte messo in ombra da altre bestie sacre.

Il palmarès di Francesco Toldo parla da sé. Nella sua carriera ha conquistato cinque scudetti ed altrettante Coppe Italia, senza contare una Supercoppa italiana ed una Champions League!
Nel 2000 è stato premiato come miglior portiere della Serie A.
Eliminando ogni dubbio si può affermare con certezza che, nonostante se ne parli poco, Francesco Toldo è stato uno dei migliori portieri d’Italia.

Francesco Toldo
Foto: Twitter

I suoi idoli sono stati Dino Zoff e Giovanni Galli, quest’ultimo ebbe la fortuna di conoscerlo personalmente durante i suoi anni tra le giovanili del Milan.
Galli racconta con affetto dei suoi allenamenti a Milanello, durante i quali Toldo si piazzava dietro la sua porta come un attento osservatore con tanta voglia di imparare.
Quando è diventato a sua volta un professionista Galli ne elogiò la freddezza e il grande intuito.
Dalla bella personalità, Toldo sapeva essere anche molto autoironico: più di una volta aveva dichiarando, sorridendo, di essere negato nel parare i calci di rigore.
Ma a tutto c’è rimedio e con grande dedizione Toldo lavorò a questa sua mancanza, diventando un vero specialista.
I tifosi azzurri ricorderanno benissimo quell’Italia-Olanda in cui sbarrò la strada a tre rigori su sei.

Le sue grandi esperienze calcistiche sono avvenute con la Fiorentina e poi soprattutto con l’Inter, con cui ha chiuso la propria carriera agonistica.
Toldo fu un giocatore fondamentale per la Viola e contribuì con le sue ottime prestazioni alla promozione della squadra in Serie A. Raggiunse altri traguardi importanti come il terzo posto del 1996. Proprio con la Fiorentina Toldo vince la sua prima Coppa Italia.
Si rivela fondamentale anche in Champions League e nel ’99 con il suo intervento contro Kanu dà vita ad una delle parate più belle della storia del calcio.
All’apice della sua carriera, nominato anche nella top 20 per il Pallone d’Oro, Toldo deve salutare contro la propria volontà una Fiorentina in gravi difficoltà economiche.

Foto: Twitter

L’avventura con l’Inter comincia per caso nel 2001, quando tutti sono convinti che Toldo firmerà per il Parma.
Diventa il portiere più costoso mai acquistato dai nerazzurri ma Toldo non delude le aspettative e si rivela un riferimento importante per la squadra. Tuttavia fino al 2004 l’Inter, nonostante l’ottimo rendimento, non riesce mai a conquistare un trofeo.
Vive l’epoca dei successi di Mancini e Mourinho fino al 2010 ma spesso da spettatore, visto che i due allenatori – pur stimandolo molto – lo rilegano a secondo portiere. Del resto è difficile ad una certa età entrare in competizione con Júlio César, che stava vivendo un momento di splendida forma.

Il suo nome rimane legato all’Inter anche dopo l’addio al calcio giocato, entrando nelle file della dirigenza.
Lo stesso vale per la nazionale italiana, che gli aveva dato tante soddisfazioni da giocatore come negli Europei del 2000.
“Tirate, tirate… Tanto prendo tutto!” urlò agli avversari olandesi durante la competizione, in una delle migliori partite della sua vita.
Anche in questo caso però Toldo incontra un rivale tenace come il piccolo talento Gigi Buffon ed è dunque costretto con molta umiltà a sedersi in panchina.
Insieme a Di Biagio tra il 2011 e il 2015 si è rivelato una figura preziosa per la crescita e la formazione dei settori giovanili azzurri.

Federica Vitali

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