Allegro, solare, sempre gentile con i compagni e corretto con gli avversari.
Una profonda fede in Dio che lo accompagna probabilmente da quando, a soli quattro anni, ha visto uccidere suo padre con i suoi stessi occhi, nascosto sotto un letto che gli ha salvato la vita. Quella stessa fede che lo ha spinto e lo ha incoraggiato a essere quello che è oggi, Juan Cuadrado.
Quando è arrivato alla Juventus i tifosi bianconeri non hanno potuto fare a meno di sorridere in maniera un po’ amara. In precedenza il mancato acquisto del Panita – così narra oramai la leggenda nata intorno all’allenatore pugliese – sembrava essere uno dei principali motivi del divorzio tra la Juve e Antonio Conte. Cuadrado è entrato in casa bianconera in punta di piedi ma proponendosi subito come una risorsa per la rosa della Vecchia Signora.
Conosciuto in Italia per aver indossato la maglia della Fiorentina, dell’Udinese e del Lecce, il colombiano – arrivato in prestito dal Chelsea nel 2015 – si ambienta a Torino in maniera rapida. Si unisce in maniera compatta al gruppo, rivelando la sua duttilità in campo (ricordiamo che Juan è stato utilizzato sulla fascia anche in difesa) e risultando sovente decisivo nelle sue manovre.
Impossibile dimenticare quella rete all’ultimo respiro al Toro, nel derby, che consegna la vittoria alla Juve e sancisce l’inizio della rimonta – dal dodicesimo al primo posto – fino allo Scudetto della Storia.
Di lì in avanti saranno molti i momenti decisivi segnati da Juan Cuadrado. Il lampo nel cielo di Lione, quando, subentrato dalla panchina, segna un gol pazzesco con il quale i bianconeri vincono sul campo francese in dieci uomini. La rete pazzesca – in un’azione da manuale con Alvaro Morata – all’ Allianz Arena. I gol al Genoa e all’ Inter, l’assist per Morata in finale di coppa Italia, l’assist per la rete gioiello di Dybala al Sassuolo.
Reduce da due stagioni traballanti, in cui i guai fisici lo hanno penalizzato oltremodo, il futuro in bianconero di Juan Cuadrado è oggi un punto interrogativo. Il suo contratto è in scadenza e al momento nulla si sa di un possibile rinnovo, indice che il giocatore potrebbe essere già stato inserito nella lista dei partenti di questa estate. Inutile negare che Juan sarebbe felicissimo di restare: in molti ricorderanno l’impegno profuso per restare alla Juve anche quando fece ritorno al Chelsea nel 2016, le sue parole alla dirigenza affinché lo riportasse a Torino.
Cuadrado è sempre stato uno di quelli che incidono senza far rumore, senza schiamazzi né manie di protagonismo. Pronto allo scherzo, a alleviare la tensione, a ballare e esultare in maniera originale con i suoi compagni, forse nessuno lo ha veramente stimato per quanto vale in realtà. Le sue doti umane, al pari di quelle tecniche, ne hanno fatto un piccolo tesoro nelle mani della Juventus. Qualsiasi sia il finale per lui, per la sua storia con la Juventus, non possiamo che ringraziarlo per la dedizione dimostrata e per quel sorriso, sempre stampato sulle labbra, con cui sa affrontare ogni difficoltà.
Buon compleanno, Panita.
Daniela Russo