Sei troppo piccolo per parlare. Ma non per segnare: Florenzi zittisce e riapre le speranze giallorosse. A Florenzi replica Dzeko e l’Europa è tutto un dire – o da dire-.
Il karma c’è e ogni tanto non si fa neppure attendere troppo. Alessandro Florenzi ieri zittisce tutti. Grandi e piccini. Soprattutto i piccini, quelli piccoli davvero, quelli che si mascherano dietro la corteccia di grandi e magnifici. Ma ce n’è per tutti e l’esultanza di Ale la dice lunga. La Roma va sotto con CR7 che però al momento del lancio è sul filo del fuorigioco. Anzi no. E’ proprio avanti. Var, rete annullata e si torno sullo zero a zero.
La tensione aumenta, perché la Roma inizia a dare qualche parvenza di superiorità e la Vecchia Signora arranca tra un tentativo e l’altro ma macchinosamente riuscito. Occasioni sprecate e l’unico squillo sembra arrivare da Dybala, tentativo però finito con l’essere murato da uno straordinario Mirante che salva i giallorossi più volte.
Due salvataggi impeccabili, uno su Cuadrado l’altro su Dybala, suggellano la lungimiranza di Ranieri nel riporre maggior fiducia sull’italiano piuttosto che nello svedese. Al rigore parato della settimana scorsa replica con un’altra prestazione degna di encomi e che legittima la domanda:
“Dove sei stato finora?”.
La Juve a scudetto già intascato sembra non avere particolari interessi di dimostrare superiorità e particolare orgoglio e spinge per forza di inerzia incappando in se stessa e ancora una volta il bruco non sembra sbocciare in farfalla. Nonostante un buon primo tempo, quasi tutto bianconero, non riesce a sbloccare il risultato per merito di un perfetto sopraccitato Mirante. La Roma sembra quasi compassata e lascia il dominio dei primi quarantacinque giri d’orologio agli ospiti che però sembrano peccare di genio e astuzia a centrocampo e soffrono sulle ripartenze. Un contropiede velenoso procura il primo brivido agli uomini di Allegri a poco meno dei venti minuti sul cronometro.
E’ al ritorno dagli spogliatoi che la Roma tira fuori la testolina cominciando a dare filo da torcere ad una Juve spavalda senza troppo motivo d’esserlo. Spavalderia targata CR7 che si rende protagonista in negativo in un’esternazione d’ira che poco si addice all’immagine di campione scolpita nell’immaginario collettivo.
Una caduta di stile giustificata – ove possibile – da rabbia e un pizzico di frustrazione dovuta all’insoddisfacente prestazione della squadra non così comprensibile secondo le logiche di uno dal suo calibro. Pur sempre caduta di stile.
Scintille Florenzi-CR7: “Sei troppo piccolo per parlare”. Ma poi Ale segna…
Florenzi non si scompone. O magari si scompone, per poi ricomporsi. Si ricompone e ricompone pure la Roma. Al 79esimo infatti, il capitano giallorosso con un aggancio da manuale, da posizione quasi defilata, elude la debole marcatura di Chiellini, si accentra e punisce l’uscita di Szczesny con uno splendido tocco sotto. Il piccoletto, poco prima zittito, supera due giganti, segna e zittisce.
Il piccolo Alessandro zittisce Ronaldo ma anche la Juve che improvvisamente si piega e subisce più di quanto ci si aspettasse. Ma non soltanto i bianconeri, a doversi redarguire anche e soprattutto i romanisti. Quei romanisti che Florenzi ha sempre amato come parte di sé stesso, sentendo se stesso parte di loro. La tifoseria romanista che è una grande famiglia, la sua grande famiglia. La stessa però che qualche volta sembra avergli voltato le spalle. Non sono mancate contestazioni anche recenti da parte della tifoseria nei confronti del difensore. Ma d’altronde si sa, Roma è anche questo.
E lo sa bene Alessandro Florenzi che prima di tutto, prima di essere calciatore, è un tifoso della Lupa esattamente come quelli sugli spalti. Non a caso, alla rete, corre a condividerla proprio con i tifosi. Un’esultanza che vale una stagione intera, e – perché no?! – persino una carriera intera. Al suo primo gol alla Juventus, Ale Florenzi non può che esplodere di gioia. Un sentimento tanto straripante da non poter contenere, né tenere solo per sé.
Corre e va verso di loro. Verso i suoi fratelli, anche quelli che lo avevano definito Florenzi trenta denari lo scorso luglio. Lui figlio di Roma, come ama definirsi, non poteva che zittire persino loro, nel migliore dei modi: con un gol e un abbraccio, grande quanto l’Olimpico intero.
La Juve resta a guardare, e mentre Ronaldo non capirà probabilmente mai tanta foga ed entusiasmo di un piccoletto arrampicarsi sulla balaustra con tanto di scritta ‘Roma’, troppo grande rispetto a lui, in quell’esultanza c’è tutto Alessandro Florenzi e una città quasi per intero. Perché ieri a quell’esultanza si è accodata quasi tutta Roma, persino gli scettici, persino i critici. A restarne fuori, l’altra parte di Roma, quella dei biancocelesti che con quel gol vedono allontanare il sogno Europa quasi definitivamente.
Al vantaggio di Florenzi rincara la dose Edin Dzeko che si fa perdonare tutti gli errori e le sbavature della serata e stagionali. Il bosniaco prima serve l’assist vincente per il primo gol, poi al 92esimo, sigilla la partita calando il sipario. Under lo assiste e questa volta il numero 9 non sbaglia, spedisce nell’angolino a sinistra ed è 2-0 Roma. L’attaccante bosniaco non segnava da un mese, dalla partita contro l’Udinese e da bianconero a bianconero torna a scrivere il suo nome sul tabellino con gol e assist.
Una partita finita in festa che riapre le speranza sull’Europa League e, se la speranza è l’ultima a morire, anche sulla Champions.