Home Calcio Italiano Serie A A Firenze tra le polemiche un carambolesco match finito clamorosamente

A Firenze tra le polemiche un carambolesco match finito clamorosamente

Un carambolesco 3-3 al Franchi ottenuto in 102 minuti di gioco che ha visto succedersi gol, sospetti ed errori laddove quello che sbaglia di più è il direttore di gara Rosario Abisso che si lascia condizionare dal pubblico e concede un penalty inesistente ai viola, sovvertendo un risultato e i capisaldi dell'anatomia

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Sembrava la partita infinita quella che ieri si è giocata allo stadio Artemio Franchi di Firenze, dove in campo c’erano la Fiorentina di Stefano Pioli e l’Inter di Luciano Spalletti. 102 minuti i minuti sul cronometro fino al triplice fischio di Rosario Abisso che ha messo fine ad una partita a metà tra la tragedia greca e la commedia napoletana.

Nei cento e passa minuti giocati è davvero successo di tutto, possibile e impossibile, pensabile e impensabile. Una partita bella e combattuta, caratterizzata da ritmi incalzanti e pressione molto alta, con un’alternanza di lucidità e solidità, un po’ dell’una, un po’ dell’altra e un ribaltamento continuo sintomo di una voglia di portare a casa il risultato mai domo.

Due lati di uno stesso pareggio

Un pareggio che lascia svariate interpretazioni e viene assimilato dalle due fazioni in maniera totalmente antitetica. Se per i padroni di casa è una ics che sa più di vittoria, un punto tutto guadagnato che dà parecchia autostima anche e soprattutto in vista della semifinale di Coppa Italia in programma per mercoledì contro l’Atalanta, per gli ospiti è un pareggio che suona di sconfitta e più che un punto guadagnato, sono due punti persi.

Chiesa Simeone Fiorentina vs Inter
@acffiorentina

Ad aprirla è una Fiorentina con uno sprint da impennata, gas a martello (come direbbe il buon Guido) e sù, dritto sul posteriore. L’Inter non ha il tempo di capirlo e in 16 secondi si trova già sotto di un gol. Calcio d’inizio e subito dopo palla tra i piedi di Ceccherini che lancia dritto su Chiesa, lancio favorito dal forte vento che spira nel capoluogo toscano, vento che però non influisce anche sulla sterzata e incursione di Federico Chiesa e sul pallone messo in mezzo a cercare Simeone: è solo il primo guizzo del 25 viola, spettacolare per tutta la partita. Pallone dentro ma l’ultimo tocco è di De Vrij e la palla entra beffando Handanovic che incassa un gol storico: il più veloce incassato dall’Inter dalla stagione 2004-2005.

@Inter

L’Inter però non si lascia avvilire e dopo un paio di minuti (non di più) di assestamento trova immediatamente le vie per ricamare la trama made Spalletti, alzando la pressione e spingendo in avanti: al 6’ minuto infatti, è corner a favore dei padroni di casa con Brozovic dalla bandierina. La difesa viola spazza con Varetout che libera male trovando Radja Nainggolan fuori area, il belga mette in mezzo a cercare un guizzo di qualche compagno sotto porta trovando Matias Vecino che a volo di destro sorprende Lafont. L’arbitro non è sicuro della validità della rete e attende il resoconto del Var e dopo un’estenuante attesa, alla fine, convalida la rete dell’1-1. Ancora Matias Vecino, che dopo giovedì la mette ancora dentro, ma stavolta non esulta.

I padroni di casa, così come l’Inter dopo il gol dello svantaggio, continuano la gara con un buon ritmo di gioco, continuando a pressare alti inducendo anche l’Inter a commettere qualche errore che fa impensierire Spalletti dalla panchina già concitato.Se da un lato i viola tentano pressione e conclusioni, trovando però una buona Inter in fase di copertura, dall’altro, l’Inter fa tesoro degli esterni offensivi, rivelatisi poi, migliori in campo.

Foto: Inter.it

Sia Politano che Perisic non perdono occasioni per tentare un impostazione di manovra, fluida e letale. L’ex Sassuolo senza tregua nella partita di ieri, dà il meglio di sé, consacrando la più che buona prestazione di giovedì. Al 37′ spreca una palla spedendola sul fondo nel tentativo di un cambio gioco mal riuscito. Una conclusione solo due minuti dopo la tenta invano Perisic che soffre l’assenza di appoggi da dietro con Dalbert, che sbaglia molto subendo parecchio il fisico e l’estro di Federico Chiesa.

Tuttavia il croato imposta una buona gara sia nelle conclusioni, quanto nel carattere e nella proposizione di manovra e gioco, dando il contributo anche in fase difensiva lì dove per contrastare il numero 25 classe ’97 che si alterna tra le due fasce, variando nel corso della partita, ci vuole fisico e compattezza.

Nonostante Chiesa, però, la Fiorentina abbassa i ritmi dal 30′ ed è l’Inter che gestisce il possesso e a cinque minuti dal duplice fischio, Matteo Politano fa tutto da solo: dopo l’uno-due con D’Ambrosio che lo serve, con una serie di sterzate si libera di Veretout e punta la porta, dalla sinistra si accentra e calcia dal limite dell’area battendo Lafont che in allungo non arriva sul palo destro: si mischiano le carte.

Foto: Inter.it

L’Inter va in vantaggio, ribaltando il risultato, dato mai verificatosi quest’anno in campionato (ci era riuscita contro Tottenham e PSV all’andata nei gironi di UCL). Ribalta il risultato ed esplode di gioia, così come Vecino, secondo gol messo a segno in meno di quattro giorni, dopo una lunga assenza sul taccuino dei marcatori.

Politano e l’esultanza alla Icardi

La cosa bizzarra è l’esultanza che gli viene fuori, corso a festeggiare sotto il settore ospiti, il numero 16 si porta le mani alle orecchie alla Icardi style per poi però prendersi il richiamo di Ivan Perisic che gli da una bottarella a mo’ di recriminazione. I due però risolvono immediatamente tornando in campo letteralmente, mano nella mano, mentre si chiariscono. Il gesto (di Perisic) sfugge a pochi e tra quei pochi non si può annoverare la signora Wanda che lo reputa un gesto poco carino e ingiusto.

Cosa vorrà dire l’esultanza di Politano? C’è chi vede del tenero nell’esultanza dell’attaccante nerazzurro, quasi a voler omaggiare il compagno lontano dal campo da ormai quattro partite, al contempo però, stonerebbe la reazione di Ivan Perisic che le redarguisce per il gesto, come se infastidisse qualcuno. Quel qualcuno, però, non è Mauro come lascia intendere la Nara, ma al contrario, forse, se c’è qualcuno infastidito quel qualcuno è proprio il 44 croato.

Perisic migliore in campo

Durante tutta la partita si immola persino lasciando vacante il suo ruolo da esterno sinistro per soccorrere Lautaro nelle zone più centrali. Sul finale del primo tempo spreca l’occasione del tris nerazzurro facendo la barba alla traversa dopo l’ottima pressione di Lautaro su Ceccherini che ha la meglio e gli serve un ottimo pallone, ma Perisic dopo aver puntato l’area, tenta una conclusione sfortunata per lui e per la squadra che avrebbe chiuso brillantemente il primo tempo e che avrebbe potuto cambiare le sorti del match.

I viola reagiscono immediatamente e la palla sprecata da Perisic conferisce fiducia ed è  subito pressione viola, ancora Veretout a servire Chiesa che prova una conclusione a giro che finisce di poco a destra del palo.

@Inter

Nella ripresa è l’Inter ad avere più benzina e dopo un contropiede viola stroncato da Skriniar e Brozovic che sradica a centrocampo un pallone dai piedi di Benassi, riparte l’azione nerazzurra ma ancora Benassi commette fallo su Perisic. Va il connazionale a battere la punizione ma Simeone spazza, anticipando Danilo D’Ambrosio che aveva provato ad agganciare.

Passa qualche minuto e Rosario Abisso viene chiamato dal VAR per sospetto tocco di mano di Gerson in area di rigore nella precedente punizione battuta dal 77. L’arbitro va ai monitor e mentre ancora un’altra infinita attesa logora gli undici in campo, i dubbi da fuori riguardano una possibile spintarella dell’8 nerazzurro su Gerson che abbia potuto sbilanciarlo. Secondo il direttore di gara però l’appoggio di Vecino sull’8 avversario è ininfluente e indica il dischetto sul quale si presenta Perisic sicuro di sé. E per la legge spallettiana de ‘il rigore lo batte chi è sicuro di tirarlo’, stavolta è il croato a prendersi oneri e onori perché con un siluro glaciale il 44 batte Lafont spiazzato, imbucando nell’angolino basso destro.

Da lì è una carambola. La Fiorentina non si abbatte e basta un’impeccabile interpretazione di Pioli che toglie contemporaneamente Benassi e Simeone facendo entrare Pjaca e Muriel.

La partita cambia volto, l’ingresso di Muriel è il carburante che favorisce l’accelerata e dà verve ai viola assopitosi per un po’. Al 58′ sono i viola andare in avanti con un’azione ancora una volta innescata da Veretout che mette in mezzo, Muriel serve Biraghi che da fuori area arriva a rimorchio e infila nell’angolino sinistro di Handanovic accorciando le distanze. Ancora sospetti, ancora VAR, ancora interruzioni, Muriel colpisce nettamente l’avversario e, dopo aver controllato ai monitor, annulla la rete per fallo del colombiano netto sullo stinco di D’Ambrosio.

La partita si infiamma, da un lato e dall’altro

Se l’Inter si innervosisce perdendo leggera lucidità, la Fiorentina trova la carica per far male e poco più di dieci minuti dopo l’intervento del VAR che annulla la rete viola, la Fiorentina, dopo uno spreco di Politano, è ancora in attacco e guadagna prima corner, poi calcio di punizione. A calciare va l’ex Siviglia che trova una splendida parabola che beffa prima la barriera poi un Handanovic colto controtempo. Una splendida palla nell’angolino destro e il Franchi esplode. Questa volta è tutto giusto e tutto vero, la Fiorentina accorcia le distanze e si avvicina ad un pareggio che arriva clamorosamente soltanto sul concludere.

Tra VAR, falli, punizioni e cambi la partita subisce più di un paio di interruzioni e l’arbitro concede 7 minuti di recupero. Gli animi, più che scaldati, sembrano essersi infiammati, Lautaro Martinez dopo una gomitata di Hugo, lasciata correre dall’arbitro, rimane dolorante a terra per qualche minuto suscitando il fastidio e l’ira di Lafont che sembrava lo stesse soccorrendo ma a rivederlo dagli schermi, sembra prenderlo per un braccio scocciato per ‘la farsa’. Lautaro si solleva reagendo male e finendo a muso duro con l’avversario, ma il giallo è solo per l’estremo difensore viola.

Il recupero favorisce i viola che tentano il tutto per tutto al cospetto di un’Inter che prova a contenere il più possibile con qualche guizzo di Perisic che prima, dopo un’apertura di Borja Valero (entrato per Nainggolan), prova il traversone ma trova il piedone di Ceccherini, poi dopo un corner battuto corto ma sprecato dallo spagnolo sopraccitato per un misunderstanding con Brozovic che l’aveva servita al compagno con un tocco indietro.

L’ultima azione sembra essere nerazzurra e sempre di Perisic che con una serie di finte prova a sfondare in area ma fa un tocco di troppo e trova ancora una volta un ottimo Ceccherini che spazza. Nel frattempo la Fiorentina in contropiede con Chiesa, che dopo averci già provato all’85’ procurando un brivido alla difesa nerazzurra, questa volta anziché puntare l’uomo, tenta un traversone che D’Ambrosio ribatte col petto ma Abisso sicuro sia stato ribattuto con il braccio indica il dischetto, salvo poi finire a controllare i monitor dopo le plateali negazioni da parte dei nerazzurri. Controlla e ricontrolla mentre il cronometro scorre e si supera abbondantemente il centesimo minuto. Abisso torna dal Var e non volendo incappare in un’ammissione di colp a davanti ad un Franchi inferocito conferma la decisione iniziale: rigore per la Fiorentina.

Va Veretout dal dischetto spiazza Handanovic, dopo averlo già fatto Abisso, e segna un 3-3 che profuma di vittoria. Un pareggio che al netto della prestazione, sarebbe pure sembrato corretto se non fosse stato ottenuto tramite episodi clamorosi di cui poter discutere, oltre per obbligo ai tavoli dell’AIA, probabilmente anche attorno a quelli della S.I.A.I. (Società Italiana di Anatomia e Istologia), perché ieri a Firenze ad essere sovvertita è stata non solo una partita e un risultato incredibilmente defraudato, ma persino i capisaldi dell’anatomia.

Intanto mentre tutti si rendono conto del crimine commesso sul finale della partita, come giustamente sottolinea Handanovic in zona mista al termine del match, i punti sottratti ieri è chiaro che nessuno vada a ridarli e le conseguenze della cosa potrebbero essere devastanti, specie perché fra tre turni l’Inter ha una trasferta (neanche così trasferta) che potrebbe decidere le sorti di un’intera stagione: il derby. Il Milan incombente e adesso a soli -2 punti potrebbe complicare ulteriormente le cose, non soltanto sul campo ma anche psicologicamente. Marotta stesso, come appena dichiarato, parla di ‘Danno notevole, il peggiore da quando esiste il VAR’.

“È un danno consumatosi nell’epilogo della partita, oltretutto, quindi irrimediabile. Non me la sento di condannare un arbitro, non sta a me, ma è evidente che tutto il sistema vada oleato meglio.”

“È un danno consumatosi nell’epilogo della partita, oltretutto, quindi irrimediabile. Non me la sento di condannare un arbitro, non sta a me, ma è evidente che tutto il sistema vada oleato meglio”.

Spalletti può però continuare ad essere fiducioso come lo era alla vigilia della partita, potendo confidare nel gruppo di cui è alla guida che anche ieri sera ha dimostrato tanto carattere e voglia di vincere. Malgrado una lucidità involuta dal gol di Muriel, la squadra non ha mai smesso di provare a cercare soluzioni in avanti e tentare di trovare la porta, atteggiamento avuto fino al triplice fischio, arrivato con il pallone appannaggio nerazzurro e in manovra offensiva.

Perdere preziosissimi punti così spiace parecchio, ma non ci sarà tempo di piangersi addosso anche perché, ad onta di tutto, l’Inter può dirsi sulla giusta strada per una crescita sempre più preponderante anche e soprattutto nello spirito vista la compattezza  che il gruppo ha dimostrato anche tra la delusione e rabbia. Rabbia che dovranno saper volgere come stimolo ulteriore specie perché la trasferta di Cagliari incombe e da preparare ci sarà anche e soprattutto una trasferta a Francoforte dove, da conquistare ci saranno più di due semplici punti persi e dove le statistiche non recitano numeri troppo rincuoranti e lo sforzo sarà quindi maggiore.

 

Egle Patanè

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