‘Chi ben comincia è a metà dell’opera’ …
Per la Nazionale allenata da Milena Bertolini il Mondiale è iniziato con una vittoria meritata contro una delle grandi favorite del torneo: alla gara d’esordio del Mondiale francese hanno sofferto, mostrato grande carattere e doti tenniche che hanno portato al successo contro l’Australia.
Un successo che proietta le nostre ragazze al primo posto del girone, con il Brasile vincente, alla prima, contro la Giamaica -prossima avversaria delle italiane-.
Dopo il successo, quasi inaspettato, al debutto, le Azzurre sono pronte a dare del filo da torcere anche alle Reggae Girlz.
Sulla carta le avversarie che sono alla loro prima storica partecipazione mondiale e occupano il 64º posto del FIFA Women’s World Ranking, sono più indietro delle nostre ragazze. Non hanno molti soldi, sponsor o strutture per allenarsi, ma questo non le ha fermate. –Le Azzurre conoscono bene cosa significa esistere in un contesto che non ti considera.-
La storia delle nazionale di calcio femminile giamaicana è una vera favola; basti pensare che solo qualche anno fa non esisteva perchè dopo aver fallito la qualificazione alle Olimpiadi del 2008 a Pechino, la Federazione aveva di fatto sciolto la squadra: i due sponsor che avevano creduto in quella nazionale voltarono le spalle e quasi nessuno nella Federazione provò a opporsi. Le donne del calcio giamaicano persero prima la struttura per allenarsi e, poi, la possibilità di andare a giocare in trasferta. Alla fine del 2010 la Federazione ritirò la squadra dalle competizioni internazionali.
La centrocampista Sashana Campbell racconta alla rete sportiva Espn che le partite finivano nell’imbarazzo generale perchè, quando le avversarie chiedevano di scambiarsi la maglia, loro non potevano perché quella che indossavano era l’unica in dotazione.
Nel 2014 la svolta. La Giamaica non poteva non avere una compagine femminile.
Cedella Marley, imprenditrice e cantante, nonché figlia di Bob Marley, decide di salvare il calcio e in particolare quello femminile. Investe in prima persona, trova sponsor per il team, organizza raccolte fondi donando nuova vita al movimento e diventandone ambasciatrice.
Una rinascita organizzata bene anche dal punto di vista strutturale perchè sono state create scuole e accademie giovanili affinchè il progetto possa essere duraturo.
L’intervento di Cedella ha fatto rinascere la squadra che è arrivata alla storica qualificazione ai Mondiali: anche per questo che il logo della Bob Marley Foundation campeggia sulle maglie della squadra.
“Avevano bisogno di aiuto, sono donne, gli hanno detto che non potevano praticare uno sport che amano, quindi ci siamo sentite coinvolte ed eccoci qui.“
Con il sosegno della figlia del leggendario re del reggae la Giamaica –prima squadra dei Caraibi ad arrivare alla fase finale del Mondiale– è pronta a scendere in campo nello stesso girone dell’Italia con Australia e Brasile.
L’allenatore, Hue Menzies
E’ sempre grazie alla figlia di Bob Marley che un allenatore con un’esperienza trentennale ha accettato di allenare queste ragazze e contribuire a realizzare un progetto tecnico che potesse dare una speranza e una possibilità di rivincita alle donne giamaicane.
“Non possiamo pagarti”.
Nonostante ciò Menzies ha sposato il progetto ed è stato ripagato con l’avventura francese.
“Ho accettato, non era un vero affare ma
l’ho fatto per cercare di cambiare la mentalità
e far capire che anche le donne possono giocare a calcio.”
Ex difensore britannico naturalizzato giamaicano, prima di assumere questa Mission ha allenato l’Under 19 femminile degli Stati Uniti.
In giro per il mondo con il reagge nel cuore
Parliamo di una Nazionale giovane, con un’età media di 24 anni.
Ragazze che hanno inseguito un sogno abbandonando i Caraibi e la musica reggae.
I pali giamaicani sono difesi da Nicole McClure che gioca in Irlanda del Nord nei Sion Swifts WFC.
Il capitano Konya Plummer gioca negli USA negli UCF Knights, Chantelle Swaby negli Scarlet Knights mentre la punta Jody Brown nella Montverde Academy.
La 22eenne Dominique Bond-Flasza milita nel PSV.
Ben due delle Reggae girlz giocano nella Roma. Si tratta della 22enne Allyson Swaby e di Trudi Carter.
Marlo Sweatman gioca con le ungheresi del Szent Mihály.
Havana Solaun e Tiffany Cameron giocano in Norvegia, la prima nel Klepp mentre la seconda nello Stabæk.
La stella Khadija Shaw: velocità e passione per le carote
E’ la giocatrice più rappresentativa. Soprannominata “Bunny” a causa della passione per le carote, la 22enne, alta 1,80 è velocissima ma allo stesso tempo determinata.
Il calcio le ha salvato la vita ed è stata la valvola di sfogo di una realtà dolorosa: tre dei suoi fratelli e un nipote sono stati uccisi a causa di guerre fra bande.
Dice:
“Il calcio è un modo per me di dimenticare un sacco di cose.”
Ha dovuto anche fare i conti con i preconcetti di sua madre che non accettava che lei volesse giocare a calcio. Bunny però non ha mai mollato: a maggio, dopo aver raggiunto sui campi lo storico pass per il Mondiale, è stata anche in grado di laurearsi in comunicazione all’Università del Tennessee.
La piccola stella, Jody Brown
Ha appena 17 anni, è una studentessa ma rappresenta una delle più grandi speranze della Giamaica. E’ reduce da ottime prestazioni nell’ultima edizione della CONCACAF, tanto che la giovane attaccante è stata nominata miglior giocatrice del torneo.
STRIKE HARD – Marley veglia sulle ragazze con la sua positive vibration
Cedella ha coinvolto anche i suoi fratelli Stephen and Damian e insieme hanno composto un brano di incoraggiamento, una sorta di inno della squadra che è servito anch’esso per raccogliere fondi.
“Siete le più forti del Mondiale
per spirito di gruppo e per compattezza”
Questo il ‘discorso’ motivazionale che Milena Bertolini, ct dell’Italia, ha fatto alle Azzurre prima della partita di esordio.
Chissà cosa dirà alle ragazze prima di sfidare le giamaicane allo stadio Auguste-Delaune di Reims.
Le Azzurre partono adesso con i favori del pronostico e se la vedranno con colleghe che dal punto di vista fisico sono superiori e dal punto di vista mentale sgombre da aspettative e piene di entusiasmo.
Servirà grande attenzione e continuare con umiltà a fare leva sullo spirito di sacrificio, la coesione del gruppo e la consapevolezza di avere talento. Elementi che stanno permettendo alle donne del calcio italiano di raggungere traguardi e di appassionare.
Caterina Autiero