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Festa grande per Lecce e Cremonese: bentornAte in Serie A!

Storie, protagonisti ed emozioni di Lecce e Cremonese

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fonte immagini: profili twitter uffic

Mentre in Serie A la lotta per non retrocedere è ancora aperta, in cadetteria arrivano i primi verdetti:

Lecce e Cremonese conquistano la promozione!

I Salentini terminano il torneo al primo posto con 71 punti, la Cremonese con 69 punti chiude la stagione da seconda. La terza squadra che salirà in massima serie, invece, sarà decretata dai playoff.

Il ritorno dei salentini

Era il 2 agosto 2020 quando, contro il Parma, il Lecce salutò la Serie A.
Due anni non facili passati ad inseguire il grande ritorno.

Dopo il negativo il finale di stagione scorso, culminato con l’eliminazione in semifinale playoff contro il Venezia, quest’anno i salentini hanno disputato un’intera stagione ad alto livello, giocando un calcio brillante e hanno centrato l’obiettivo con pieno merito, da prima della classe (come nella stagione 2009-10, quando guidati da De Canio volarono in A da primi in classifica per la prima volta in assoluto).

Ottimo il rendimento tra le mura amiche: allo stadio Via del Mare, la squadra ha perso solo una volta.

Il prossimo anno per il Lecce sarà il 17esimo campionato di Serie A della sua storia (il primo risale alla stagione sportiva 1985/86).

Cremonese, una promozione storica

L’ultima volta della Cremonese in Serie A, risale al lontano ‘95/96, dopo tre consecutive ed entusiasmanti stagioni tra le grandi.

Per i grigiorossi cominciò quindi un periodo difficile che li vide passare dalla cadetteria alla C.

La risalita inizia nella stagione 2016-17 con la definitiva promozione in B.
Dopo cinque stagioni in serie cadetta arriva poi lo storico salto in A: per il club grigiorosso sarà il suo ottavo campionato in massima serie.

Baroni & Pecchia fanno bis 

Quelle di Lecce e Cremonese sono promozioni figlie dell’ottimo lavoro svolto dagli allenatori che hanno saputo costruire gruppi affiatati e ambiziosi ma anche squadre capaci di impressionare per il gioco.

A guidare i giallorossi ci ha pensato Marco Baroni che con questo successo diventa l’unico tesserato nella storia del Lecce a trionfare in Serie B prima da calciatore e, poi, da allenatore.

Dopo la delusione della passata stagione che ha portato all’esonero di mister Corini, il Lecce ha puntato su un suo ex calciatore che ha accettato un’offerta annauale, nonostante la Reggina gli avesse proposto un contratto fino al 2023.

Il suo Lecce è stata la squadra con la miglior difesa e il terzo migliore attacco del campionato.

Già vincitore del campionato cadetto con il Benevento, Baroni ha centrato la sua seconda promozione in carriera.

Seconda promozione, dopo quella con l’Hellas Verona, anche per Fabio Pecchia, approdato al timone dei lombardi il 7 gennaio 2021 al posto di Bisoli.

L’ex vice di Rafa Benitez, anche grazie all’esperienza alla guida della Juventus Under 23, ha saputo lavorare con una rosa talentuosa ma tra le più giovani del campionato e composta per lo più da giocatori in prestito.

Pecchia è stato un vero condottiero che ha saputo indirizzare positivamente anche le scelte di mercato della Cremonese proponendo alla dirigenza i nomi di suoi tre pupilli allenati ai tempi dell’under23 bianconera: ZanimacchiaFagioli Rafia.

I protagonisti

L’ ATTACCO SALENTINOMassimo Coda si conferma una certezza in Serie B dato che nelle ultime sette stagioni è andato in doppia cifra ben cinque volte, tre delle quali arrivando oltre i 20 centri. La vera sorpresa è però Gabriel Strefezza.

Insieme, il centravanti di Cava de’ Tirreni e l’italo-brasiliano ex SPAL, hanno chiuso la stagione con un bilancio di 33 gol in due.

Massimo Coda si laurea capocannoniere per la seconda volta consecutiva con 20 reti e 10 assist stagionali ma il suo compagno di reparto, che la passata stagione aveva realizzato appena 4 centri, con i suoi 14 gol e 6 assist,  è stato l’altro grande trascinatore salentino e ha attirato gli occhi di mezza Serie A.

STELLE NASCENTI GRIGIOROSSE – Nello scacchiere di Pecchia sottolineamo tre nomi su tutti:
– Marco Carnesecchi, 22 anni da compiere a luglio, nato e cresciuto a Rimini, ha ereditato la passione per il calcio dal papà, anche lui calciatore fino alla C2.

Di proprietà dell’Atalanta, ha iniziato ha giocare nel Bellariva (“un giorno serviva un portiere per la partitella, sono andato in porta per caso e non sono più uscito.” raccontò in una intervista alla Gazzetta) e nel Sant’Ermete per poi passare nel 2009 al Cesena. A 17 anni il club bianconero lo cedette alla Dea e oggi è considerato tra i migliori prospetti tra i pali in Italia. 

Luca Zanimacchia è stato un vero trascinatore della squadra di Pecchia risultando il miglior realizzatore stagionale con 8 gol e 6 assist.

Nato il 19 luglio del 1998 a Desio, ha mosso i primi passi nel settore giovanile del Varese per poi poi arrivare, nel 2018, dopo le esperienze con Legnago e Genoa, alla Juventus che ne detiene il cartellino. Ha giocato anche in Spagna, nel Real Saragozza con cui ha collezionato 26 presenze e due gol nella seconda divisione.

Ala destra che può giocare anche a sinistra o da punta centrale. Ama attaccare la profondità e provare a saltare l’avversario nell’uno contro uno.

Nicolò Fagioli è stato autore di una stagione di altissimo livello condita da 7 assist che ne fanno il miglior assistman del club.

Anche lui di proprietà bianconera, aveva fatto parte delle giovanili della Cremonese tra il 2011 e il 2015 e per lui è stata una sorta di ritorno a casa.

E’ un centrocampista tecnico. Nato trequartista ha iniziato ad arretrare la propria posizione, e grazie alla sua grande tecnica riesce a giocare sia da mezz’ala che da regista.

Il piacentino classe 2001 è dotato di una grandissima visione di gioco e serve i compagni con i giri contati.

Pantaleo Corvino e Ariedo Braida, l’esperienza paga 

Sono bastate solo due stagioni a Pantaleo Corvino per riportare il Lecce in Serie A.
Dal giugno 2020 l’ex Fiorentina e Bologna ha svolto tanto lavoro di scouting inseguendo il ritorno tra le big del calcio italiano.

L’uomo della storica rinascita grigiorossa, invece, è stato l’ex dirigente del Milan berlusconiano, Ariedo Braida.

Il primo abituato ai campi di periferia, ai club dove bisogna fare molta attenzione al budget e contano molto le intuizioni e l’occhio nel riconoscere i talenti in erba; il secondo legato storicamente a un Milan ricco (sotto vari aspetti), abituato alle pressioni date dalle ambizioni.

Diversi approcci ma entrambi con un bagaglio d’esperienza che si è rivelato vincente.

 

 

 

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