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Europei 2012: l’Italia, i sogni e quell’impresa sfiorata

Ripercorriamo gli Europei 2012

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In questi giorni senza calcio e pieni di nostalgia perché non andare un po’ indietro nel tempo? Non di molto, il 2012 basta.

Fa caldo, è estate ed è un’estate meravigliosa perché è piena di pallone. Tra il sole di giugno e schiere di campioni, l’Italia era quasi pronta a farci sognare ancora.


LO SCENARIO – Un Europeo diviso tra Polonia e Ucraina, le cui rispettive squadre di casa cercano un antico riscatto. Un riscatto che sente di doversi prendere anche l’Italia di Cesare Prandelli dopo la bruciante eliminazione dai Mondiali del 2010.


IL TEAM    Il Sudafrica era stato la testimonianza di un trapasso tra l’era d’oro del 2006 e il presente tutto da scoprire. Prandelli tra i suoi convocati sceglie l’esperienza di gente come Buffon, Chiellini, Balzaretti, Barzagli, Thiago Motta, De Rossi, Pirlo… Nomi pesanti, nomi che ci hanno sempre dato lustro agli occhi dell’Europa e del mondo. Ma i veterani andavano affiancati dai giovani, da gente disposta a gettare il cuore oltre l’ostacolo come Lippi e i suoi avevano fatto sei anni prima. Ecco allora che l’Italia sfodera i suoi assi nella manica. Parlano tutti di Sebastian Giovinco, di Mario Balotelli, di Claudio Marchisio, di Leonardo Bonucci. Uomini di carattere, di talento, che avrebbero dato una marcia in più a questa squadra.

Italia 2012 europei
Foto: @/azzurri.iran on Instagram


IL GIRONE – Il primo avversario dell’Italia è la Dea Fortuna, poco clemente con gli azzurri, che nella fase a gironi sono costretti ad affrontare la squadra più forte d’Europa: la Spagna.

Del Bosque aveva a disposizione una macchina da guerra, una formazione d’assedio. Sarebbe stato quello l’unico muro insormontabile per l’Italia.

L’Irlanda non spaventa e i talenti della Croazia sono ancora in erba per mettere in allarme gli azzurri.

L’Italia vola ai quarti con il brivido, grazie a due pareggi e ad una vittoria.


GLI INGLESI – Di fronte alla squadra di Prandelli c’è una nazionale di peso ed esperienza come l’Inghilterra che però da diversi anni non riesce ad imporsi sulla scena internazionale. Non bastano 120 minuti a sbloccare un pareggio senza reti. Un’Italia da rimanerci secchi.

Montolivo, altra presenza di peso per gli Azzurri, sbaglia il primo rigore.

Ci sarà bisogno di tanta mente fredda, delle mani di Gigi Buffon e degli errori inglesi per strappare in maniera epica un biglietto per la semifinale. Ah, e in onore di un celebrare ex compagno, vietato non citare il cucchiaio del maestro Andrea Pirlo.

Foto: @/chiamarsibomber on Instagram


COME NEL 2006 – Ancora semifinali, ancora la Germania. Un osso duro che non ci sta più a farsi mettere i piedi in testa dalle altre potenze europee.

Ma l’Italia non ha paura dei tedeschi… perché nelle occasioni che contano vinciamo noi.

La Germania inizia aggressiva ma quando il gioco si fa duro gli Azzurri iniziano a giocare e lo fanno maledettamente bene.

Mario Balotelli, il giocatore di cui parla tutta Italia, si prende la Nazionale sulle spalle e abbatte la difesa tedesca con una doppietta. Özil riuscirà a superare quel muro chiamato Gianluigi Buffon loro grazie ad un rigore che non riuscirà però ad arrestare l’avanzata azzurra.

Ancora una volta l’Italia vola in finale ed insieme a lei un intero paese desideroso di scendere di nuovo per le strade vestito d’azzurro.


GLI ALIENI – Da totale sfavorita, inaspettatamente l’Italia giunge in finale. Il problema però è chiaro fin da subito: la supremazia della Spagna è disarmante.

Stiamo parlando dei campioni in carica degli Europei e dei Mondiali, le cui fila solo riempite dai titolari di Real Madrid e Barcellona, squadre che stanno scrivendo la storia.

Gli Azzurri gettano il cuore oltre l’ostacolo ma non è abbastanza per fermare il tripudio delle Furie Rosse, che alzano la coppa dopo un secco 4-0.

Foto: @/fernandotorres on Instagram


SOGNI INFRANTI – Piangono i giocatori dell’Italia e piange con loro un po’ tutto il paese, sempre unito sotto il segno del calcio. Nell’aria una consapevolezza: se non fosse stata la Spagna, sarebbe probabilmente andata diversamente. Ma il pallone è tondo e nel 2012 all’ultimo minuto per noi ha girato male. Nonostante tutto gli Azzurri ci fecero emozionare così come continuano a fare oggi e così come continueranno a fare quando sentiremo di nuovo il rumore di un fischietto.

Verrà l’estate, tornerà il calcio e riavremo le nostre emozioni.

 

Federica Vitali

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