Inter, vittoria di gruppo ma quanta strada ancora da fare…

Inter, vittoria in Austria ma la strada da fare è ancora lunga e passa attraverso la questione Icardi

0
130

“Vittoria importante voluta dal gruppo. Ma manca la metà dell’opera, ora testa subito alla Samp”.

Così Radja Nainggolan, qualche ora dopo il triplice fischio, commenta la vittoria contro il Rapid Vienna agguantata grazie al penalty perfettamente calciato da Lautaro Martinez.

Vittoria importante voluta dal gruppo e tanto è! Una vittoria che arriva come panacea ad un grumo di nodi che affligge la Beneamata nella morsa del periodo ‘unhappy’ per eccellenza. Le nuvole sembrano iniziare a distendersi e scoprire qualche spiraglio di azzurro ma, come scrivono il belga e Matteo Politano sulla stessa lunghezza d’onda del compagno, siamo solo a metà dell’opera. Intanto al terremoto Icardi che ha minato e sconvolto equilibri e scenari risponde l’altra punta argentina.

Da nove a dieci

Il diez nerazzurro si riscatta così da quel rigore calciato malissimo che ha maturato un risultato amaro che suggellò la crisi. Di Coppa in coppa e dopo l’uscita dalla Coppa Italia contro la Lazio, l’Inter ritrova una sua pseudo serenità in un’altra competizione di Coppa, ma stavolta europea e dal lieto fine.

Parlare di partita qualitativamente bella sarebbe ingiusto perché ieri l’Inter ancora una volta ha faticato, sprecato e si è inceppata parecchio. Negli ultimi venti metri manca il guizzo necessario a sfondare difesa e rete avversaria. Il gol nasce da un più che buono Lautaro che è chiamato per la prima volta ad una vera grande responsabilità: sostituire Icardi e probabilmente fino a data da destinarsi.

Il diez entra bene in partita, si procura il rigore, va dal dischetto e imbuca la palla del vantaggio senza titubanza alcuna. Il Toro gioisce ed esulta così come in tutte le altre partite iniziate da titolare e tutte aventi il suo nome sul tabellino: ieri con il gol segnato ai viennesi ha aggiunto alla collezione il quarto gol segnato nelle ultime quattro partite iniziate da titolare. Seconda partita consecutiva decisa dall’argentino classe ’96 che prima d’ogni cosa gode di straripante voglia di fare e garra. Ancora colpevole di qualche errore, la crescita dell’attaccante è indiscussa così come il suo talento, troppo oscuro ai più almeno fino ad ora.

“Vittoria importante voluta dal gruppo”: come a sottolineare la voglia di ritornare a far sperare in meglio i propri tifosi fin troppo delusi dalle vicissitudini che si stanno sempre più susseguendo in quel di Appiano, oltre che dopo i risultati deludenti di gennaio. Radja non ha retto tutti e novanta minuti e con l’avanzare del cronometro ha iniziato a esaurire la benzina che per quasi tutta la partita però gli ha conferito quell’energia tale da farlo sembrare una mina vagante che s’avventava su ogni palla inserendosi tra le linee. Il 14 nerazzurro ha provato a conferire grinta e compattezza alla squadra, sia da un punto di vista mentale che fisico.

Il lavoro di oppressione dell’avversario e di chiusura degli spazi a centrocampo proposto dal Rapid gli ha complicato più volte le cose in una zona di campo dove a mancare è il perno centrale, nonché fondamentale certezza Marcelo Brozovic che da casa segue ed esorta la squadra. Il vero delitto, però, il Ninja lo compie nel secondo tempo sprecando l’occasione di un raddoppio che sembrava più difficile sbagliare che centrare.

A supportare l’ex giallorosso, privo di Brozo-regista, ci pensa un Borja Valero certosino e sempre impeccabile negli interventi di recupero, lo spagnolo, così come il resto della squadra, è un po’ macchinoso nella manovra offensiva dove a spiccare è solo un Ivan Perisic inarrestabile e d’inesauribile corsa su entrambe le corsie ma mai impeccabile nelle incursioni verso l’area e nelle conclusioni verso la porta. L’ultima incomprensione con Antonio Candreva nella punizione sullo scadere è la ciliegina sopra la torta che rovina un po’ i giudizi di una prestazione sontuosa.

Handanovic Rapid Vienna Inter

A far esultare risultando determinante quanto in un gol segnato è Samir Handanovic che si stende quasi impeccabilmente su un retro-passaggio insidioso e quasi velenoso di Asamoah che accende ad intermittenza la spia della lucidità e rischia di beffare lo sloveno  troppo rilassato nei novanta minuti per non intuire.

L’Inter vince ma non convince del tutto se non nel carattere e la grinta utilizzate per imporsi sul campo campo avversario, calato sul concludere della partita ma nel complesso  buon atteggiamento di chi ha fame e voglia di portare a casa un riscatto prima del risultato. Tuttavia garra ed entusiasmo non bastano e sia sabato contro la Samp che giovedì prossimo nella gara di ritorno Saplletti dovrà attingere ad un perfezionamento tecnico-tattico che ancora non sembra esserci e che non può essere occultato dal mero risultato.

Capitolo Icardi

Mauro fa perdere le staffe alla società che gli toglie la fascia al braccio e come se non bastasse, si rifiuta di partire per Vienna insieme ai compagni per giocare la partita. Le motivazioni che hanno portato la dirigenza a muoversi in tal senso sono evidentemente molteplici e serie, specie perché difficilmente la società nerazzurra si sarebbe esposta così tanto alla vigilia di un tale importante match. Alle suddette, si addiziona un comportamento che collima alla perfezione con le motivazioni che hanno spinto il Club a virare verso la revoca della leadership designata.

Terremoto Icardi: perde la fascia e si rifiuta di partire per Vienna

Né la dirigenza, né Spalletti esprimono parole che lasciano presagire un perdono immediato. Da un lato l’allenatore che, sia prima che dopo la partita, parla di un Lautaro molto capace di sostituire Mauro; dall’altro Ausilio che prima della partita commenta la foto pubblicata nella storia Instagram da Icardi mentre si sottopone ad una seduta di fisioterapia (come se volesse lasciar intendere che la causa della sua assenza a Vienna sia stata dovuta ad un infortunio), negando quest’ultima. Eppure né il primo, né il secondo alludono una rottura definitiva con l’ex capitano e al contrario sembrano ben propensi all’apertura nei suoi confronti e al dialogo.

Intanto Mauro continua a far discutere i tifosi e mentre i vari Keita, Brozovic, Skriniar trascorrono il loro San Valentino all’insegna dell’Inter seppur da casa, l’argentino posta prima una foto con Wanda con tanto di didascalia da’ Valentines day’ poi, a partita conclusa, si congratula con l’amico Lautaro ma aggiunge una frecciatina, pubblicando una foto con su scritto:

“A volte è meglio tacere e sembrare stupidi, piuttosto che aprir bocca e togliere ogni dubbio”

Egle Patané