La Turchia sarà la prima avversaria dell’Italia nella fase a gironi degli Europei 2021, per le due squadre match d’apertura allo Stadio Olimpico di Roma. Ma chi è questa Turchia?
La nazionale turca ha una storia recente nel calcio europeo, legata anche alle diverse controversie storiche e politiche del paese. Nella competizione conta fino ad ora solo 5 partecipazioni, la metà di quelle italiane, con un esordio risalente al 1996… praticamente ieri!
Nel 2008 la Turchia sorprese tutti riuscendo ad arrivare fino alle semifinali, ma dopo quel grande traguardo non ha mai raggiunto il podio nei campionati europei di calcio.
Ai Mondiali, con uno storico terzo posto nel 2002, ebbe sicuramente più fortuna.
Nel Country Ranking 2021 della UEFA occupa attualmente il tredicesimo posto, un risultato che non va disdegnato considerando che alle sue spalle ci sono paesi come la Croazia o la stessa Svizzera, altra avversaria nei gironi.
Sulla panchina turca siede Şenol Güneş, un pioniere del calcio turco con una vasta esperienza da allenatore.
In Süper Lig, la massima serie calcistica della Turchia, è stato allenatore di club di altissimo livello come il Trabzonspor e il Beşiktaş ma le esperienze in squadre minori gli hanno permesso di maturare una conoscenza a 360 gradi dei giocatori disponibili in patria.
Güneş in realtà non è alla sua prima avventura in nazionale, che attualmente allena dal 2019. È stato proprio lui infatti a compiere l’impresa del bronzo ai Mondiali del 2002, oltre al medesimo risultato in Confederations Cup l’anno successivo.
Una serie di sfortunati risultati lo avevano allontanato dalla panchina della Turchia per poi essere richiamato pochi anni fa.
Quale miglior modo di ricostruire una squadra di successo se non affidandosi ad un artefice delle glorie passate?
Güneş ha dimostrato di non essere un malinconico e ha saputo adattarsi perfettamente ai nuovi talenti del calcio turco.
Tra gli osservati speciali della Turchia ci sono nomi celebri del calcio internazionale, come il difensore Soyuncu, fresco campione di FA Cup con il Leicester. Il giocatore vanta un prezzo di mercato di 40 milioni di euro!
Tra i difensori ci sono anche dei giovanissimi, come il classe 2000 Ozan Kabak, pupillo di casa dei Reds di Liverpool oppure Yilmaz del Besiktas, appena ventenne.
Per il centrocampo solitamente Güneş si affida a giocatori esperti, veterani della squadra come Karaca. Mediani e trequartisti faranno la differenza perché il modulo preferito dalla Turchia è il 4-2-3-1 con il 4-4-2 come alternativa.
Il punto debole della rappresentativa turca potrebbe essere la mancanza di un bomber di razza.
Tra gli attaccanti di Güneş soltanto Enes Ünal si è distinto per le sue prestazioni in Spagna quest’anno ma in generale nessuno dei soliti convocati ha le caratteristiche di una punta pura. L’Italia dovrà approfittare della situazione, tenere sotto controllo i centrocampisti avversari e provare subito a costruire il vantaggio.
C’è altro che gioca a favore degli Azzurri: molti titolari della Turchia sono buone conoscenze della Serie A.
Primo fra tutti Merih Demiral della Juventus, uno dei giocatori più chiacchierati della stagione; per lui ci sono altissime aspettative. La sfida tra l’Italia e la nazionale turca sarà dunque una sfilata di difensori bianconeri.
Non sono volti nuovi nemmeno i compagni di reparto Ayhan e Muldur, rispettivamente centrale di difesa e terzino destro del Sassuolo.
Come dimenticarsi poi del milanista Hakan Calhanoglu, uno dei pilastri della Turchia e probabilmente il giocatore con più esperienza internazionale a disposizione di Güneş. Sicuramente avrà gli occhi di diversi dirigenti puntati addosso visto che è stato oggetto di interessanti proposte di mercato.
La Turchia sarà senza dubbio un avversario da non sottovalutare, con molti assi nella manica. Il fattore campo sarà indispensabile soprattutto visto che la tifoseria turca è famosa per il suo tifo concitato.
Non a caso le sue rivalità con Croazia e Grecia, nate anche da conflitti geopolitici, sono annoverate tra le più aspre della storia. Giocare in Italia sarà un bel vantaggio per gli Azzurri.
I giocatori turchi, proprio come i loro tifosi, sembrano anche dei veri specialisti nell’alimentare le polemiche: aveva fatto molto discutere la loro foto di rito con il saluto militare, simbolo della propaganda di Erdogan.
La UEFA e le altre nazionali avevano commentato aspramente il gesto.
Federica Vitali