Pronti, partenza, via… si parte per Euro2016, quel che è fatto è fatto. Sono stati selezionati gli uomini, sono finiti i test amichevoli, da adesso si fa sul serio. Oggi si va in ritiro a Montpellier e il 13 giugno sarà gara vera, a Lione, contro il Belgio.
A Verona c’è stata l’ultima uscita per verificare condizione, animo, intesa, gioco, gruppo, tutti gli ingredienti che Conte ha provato ad amalgamare in vista della trasferta francese. L’amichevole contro la Finlandia è terminata 2-0 per gli Azzurri: un’iniezione di fiducia che non guasta a una settimana dal debutto europeo e serve a un gruppo che parte avvolto da scetticismo. Non è una novità, accade ogni qual volta si partecipa a un torneo prestigioso, lo stivale popolato da allenatori critica le scelte del ct sia in fatto di uomini scelti che schierati; l’italiano (allenatore) medio vede sempre le altre nazionali più forti, più ricche di talento, eppure ci sarà qualcosa di buono in questa Italia che risulta tra le più titolate al mondo (quattro campionati mondiali e un campionato europeo).
Nulla è perfetto, ogni cosa ha pregi e difetti, punti di forza e talloni d’achille, anche la Nazionale targata Conte.
I PUNTI FORZA
1 PARTIRE TUTT’ALTRO CHE DA FAVORITI: sembra un paradosso ma la storia invece ci spinge a considerarlo un vantaggio. Gli Azzurri partono con molto, moltissimo scetticismo ma è già successo in passato e quando è successo non è andata tanto male. Forse, rispetto al Mondiale dell’ 82 e del 2006 non ci sono scandali da superare ma tanta sfiducia data da molti fattori che possono essere ricondotti alla crisi del calcio italiano. Quindi, prendiamola per buona e speriamo che, come in passato, pensare di andare in Francia a a fare la comparsa ci porti, invece, fino al tetto d’Europa.
2 CARATTERE, CUORE e GRUPPO: chi conosce Conte sa perfettamente quanto spremerà i 23 “malcapitati” sotto la sua guida. Non saranno talentuosi, non saranno esperti … possiamo dire tutto ma una cosa è certa daranno il 100% perchè guai se non lo facessero. Conte crea squadre affamate, pronte a lottare fino all’ultimo secondo e all’ultima goccia di sudore. Ha puntato su un gioco intenso, sul pressing e sulla corsa: un gioco più rapido per sfruttare le abilità dei suoi migliori giocatori in rosa (gli esterni). Ed ecco anche un po’ giustificate (forse) alcune scelte: il ct ha puntato su chi già aveva lavorato con lui e su chi ha dimostrato prima di tutto voglia di lottare sul campo per il tricolore.
3 LA DIFESA: Buffon e i 3 moschettieri bianconeri garantiscono solidità difensiva che si ripercuote su tutti gli altri reparti. Se è vero che “conta prima di tutto non subire”… La difesa dei record di imbattibilità è sicuramente il reparto migliore azzurro.
4 UN CONDOTTIERO E UN VERO LEADER: se Conte ha risollevato la Juve dalle ceneri dei due settimi posti e Buffon è stato capace di scuotere la Juve dal torpore di questo inizio stagione è inevitabile non designare queste due forti personalità come dei punti di forza della nostra Nazionale. Un condottiero vero delle sue squadre e un leader carismatico come Gigi all’interno del gruppo possono fare la differenza.
5 VOGLIA DI RISCATTO: dimostrare di non essere così “scarsi” come pensa gran parte del Paese può sicuramente essere un valore aggiunto. Conte il motivatore toccherà qualsiasi corda pur di far dare il massimo ad ognuno.
“stiamo lavorando molto duramente per diventare un buon gruppo, una buona squadra, per giocare con la giusta intensità, con una buona tecnica, una buona tattica che è molto importante per noi. Penso che se riusciremo a trovare questa strada potremo essere l’outsider del torneo”. (A. Conte)
I PUNTI DEBOLI
1 POCA QUALITA’ SOPRATTUTTO IN MEDIANA: sul centrocampo azzurro si è abbattuta una maledizione. I centrali italiani con maggiore qualità hanno dato forfait (per infortunio) alla spedizione europea. Senza Verratti e Marchisio, la linea mediana risulta carente di idee e incapace a costruire gioco. La quadratura ancora non si trova: la notte di Verona ha generato ulteriori dubbi sul reparto. Thiago Motta è stato uno dei peggiori: con lui la manovra si è sviluppata solo in orizzontale e troppo lentamente a discapito dell’intensità collettiva. Ecco che sembra preziosissimo De Rossi che, subentrando, ha portato un cambio ritmo e verticalizzazioni. Sarà affidata al giallorosso la regia azzurra? Con tutto il rispetto per i centrali convocati, l’italiano è abituato a un certo Andrea Pirlo…
2 ATTACCO: se la prima regola è “non prendere” gol, per vincere occorre segnare ed ecco che le perplessità sugli Azzurri aumentano. Eder, Immobile, Insigne, Pellè e Zaza destano dubbi sia per quanto concerne l’esperienza che, soprattutto, per capacità realizzativa. I cinque attaccanti, infatti, risultano essere l’attacco meno prolifico, in azzurro, della storia recente: fino ad aggi, hanno messo insieme appena 11 gol totali in Nazionale.
3 ASSENZA DI UN NUMERO 10: assegnare la maglia numero 10 a Motta ha generato molta ironia e critiche. L’italiano ha il palato fino ed è abituato a 10 come Roberto Baggio, Del Piero e Totti e, più di recente, Di Natale e Cassano (che l’ha indossata a Euro 2012 e in Brasile). Insigne e Bernardeschi forse, per estro e numeri, non avrebbero generato così tanti mugugni, ma il ct ha preferito non affidargli una maglia così pesante. Il punto è che l’Italia è ormai orfana di fuoriclasse e, per l’italiano a fuoriclasse corrisponde ilnumero 10. Il 10 è un trascinatore con doti tecniche, imprevedibilità, assist e gol capaci di risolvere una partita: AAA cercasi disperatamente!
4 MODULO: se è vero che il centrocampo è il reparto fondamentale di una squadra indubbiamente le perplessità che aleggiano sulla linea di mediana si ripercuotono sul modulo o per meglio dire sull’atteggiamento di gioco. Il 3-5-2, modulo con cui Conte ha conquistato in bianconero tre scudetti di fila sembra essere il suo credo. Complice un blocco difensivo che sembra essere l’unica certezza, ha dato anche alla Nazionale questa impronta, rendendola forse troppo schiava di un unico modulo che, in campo europeo, non lo ha mai premiato.
5 ETA’: la rosa scelta da Conte è la quinta più ‘vecchia’ di tutta la competizione (alle spalle solamente di Irlanda, Russia, Repubblica Ceca e Slovacchia). L’età media degli Azzuri è di 28 anni. I giocatori sotto questa età sono pochi: Insigne e Zaza (24 anni), El Shaarawy (23) e, il più giovane della rosa, Bernardeschi (22 anni). Ad alzare notevolmente la media sono i senatori come Buffon (38 anni), Barzagli (35), Chiellini (32) e De Rossi (33) ma anche questo è un segnale negativo, più che per il torneo (nel quale ci si augura possa valere la maturità) per il calco di casa nostra.
Caterina Autiero