Essere Interista: 10 buoni motivi per dire “Amala”

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A prescindere dal nome. Se vieni all’Inter non importa chi sei: il tuo cuore, la tua pelle e il tuo sangue devono essere di colore nerazzurro e quando scendi in campo sulle spalle non hai solo il tuo cognome, ma la storia dell’Inter

Così si è espresso Steven Zhang, il giovane sul quale punta (o ruota) tutta l’Inter. Quando si dice ringiovanimento… L’Inter del futuro è ben chiara a Suning e a Zhang junior, costantemente in nerazzurro e sempre più nerazzurro. “Non importa chi sei: il tuo cuore, la tua pelle e il tuo sangue devono essere di colore nerazzurro”…e così sia! Così è stato, così è, e così sarà. Il nerazzurro questo lo sa ma, quali sono i motivi per cui essere interista è imprescindibile e quali sono i comandamenti dell’interista?

  1. Orgogliosi di essere gli unici: Tanto odiata quanto vera, è la frase emblema della società di Vittorio Emanuele. Unica società italiana ad aver vinto il fantomatico e anelato triplete, ossessione di molti, realtà di pochi; dopo il 3 giugno è ancora più bello rimarcarlo. Ma non solo, i meneghini vantano anche di essere gli unici a non essere mai stati in altre categorie all’infuori della serie A.
  2. Ci chiameremo internazionale perché noi siamo fratelli del mondo”:  campionato italiano, proprietario cinese, capitano argentino, tifosi da tutto il mondo.
  3. L’Inter non è mai scontata, non lascia spazio alla noia, è imprevedibile e pazza, capace di imprese straordinarie. “[…] l’Inter è genio e sregolatezza, l’Inter è sofferenza, l’Inter è dolore, l’Inter è estasi. Dall’Inter ci si può aspettare tutto e il contrario di tutto. Vittorie impossibili e tonfi clamorosi, partite della vita e passaggi a vuoto inimmaginabili. È così, storicamente.’ (Javier Zanetti).
  4. Il Meazza: Lo scorso Inter-Milan, sold out in un periodo tutt’altro che brillante, è solo uno degli esempi delle milioni di volte in cui San Siro è lo stadio più vissuto d’Italia, oltre ad essere la scala del calcio italiano. “La prima volta che vedi lo stadio Giuseppe Meazza […] è impossibile non avere un sussulto, quando è illuminato, sembra una nave spaziale atterrata nella periferia milanese” (Tony Evans).
  5. L’Inter è il motivo stesso:  non esistono motivi, l’Inter ti sceglie e basta. Quando diventi interista non puoi non esserlo, ti resta addosso in un modo o nell’altro.
  6. Amala, non una parola a caso, non un motto a caso, non un inno a caso. Amala, oggi, domani e sempre. In casa o in trasferta, a San Siro, in Italia, in Europa e nel mondo. Questo è quello che ogni interista fa e chiede sia fatto. Amarla e davvero.
  7. Incazzato ma pur sempre innamorato: Il tifoso interista è quello che c’è e c’è sempre stato, appunto, nella gioia e nel dolore, nella buona e nella cattiva sorte perché l’Inter è quella cosa alla quale dai priorità e “Tu non chiedermi il perché non ci sono nel week end”. Deluso ma mai stanco e senza voglia, perché “Passeranno i giocatori, le annate e le società noi saremo sempre qua”. C’era nell’epoca Moratti, è rimasto nell’epoca Thohir, resterà nell’epoca Suning. L’interista non abbandona mai la barca tantomeno lo stadio ma, se c’è una cosa che l’interista non tollera e difficilmente perdona è il venir meno a doveri che l’amore per la maglia ti obbliga ad adempiere. E’ esigente e permaloso, è la sua innata e sviscerata dedizione nei confronti di maglia e colori che lo dettano, e allora l’Inter è questa: o la ami o la odi. Se la odi all’interista non riguarda, se l’ami devi farlo completamente.
  8. I colori:  Non è concesso gettare la maglia durante Inter-Barcellona tanto quanto segnare da ex ed esultare sotto la nord, sputare fango (neanche ironicamente); è tuo dovere continuare la festa e vivere con questi colori nella testa.
  9. Il tifoso interista è particolare, il primo ad entrare allo stadio, l’ultimo ad andarsene. E’ il primo a sventolare alta la bandiera e l’ultimo a ritirarla. “Sempre al tuo fianco e non mi stanco, sei la mia vita, sei tutto per me”. 
  10. La famiglia nerazzurra: Nessuno crede sia semplice assecondare un interista e nessuno pretende che qualcuno lo faccia ma entrare a far parte della famiglia nerazzurra significa farlo in toto. Tutto o niente. Essere interista è capire ciò che il corredo biologico del nerazzurro impone e se non comprendi cosa esso possa significare nel profondo di ogni abbonato di quel secondo anello verde, di quella tribuna famiglia, primo arancio o terzo rosso che sia, se non sei in grado di capirlo e rispettarlo, in quel caso l’interista può pure fare a meno del tuo contributo.

Egle Patané