Domani 8 marzo è la festa della donna. Il nostro omaggio in questo giorno speciale non poteva non essere sportivo: parliamo di calcio femminile attraverso l’intervista a Simona Sodini, attaccante del Cuneo (Serie B).
Per conoscere meglio Simona, ecco una sua breve biografia: cresciuta nelle giovanili della Torres, dopo una breve esperienza nella Serie B con l’Attilia Nuoro, nella stagione 1998-1999 raggiunge subito la Serie A con il passaggio al Milan, squadra con cui vince scudetto e Supercoppa italiana. Ha fatto parte delle varie nazionali Under-15, 17, 18, 20, 21 e vanta diverse presenze nella nazionale maggiore, con la quale ha esordito a soli 18 anni; è stata finalista agli europei under 20. Nel campionato 2008-2009 è stata vice capo cannoniere con 22 reti alle spalle di Patrizia Panico. Nella stagione 2013-2014 passa all’Inter ma rimane solo fino a gennaio 2014 quando si svincola e decide di sottoscrivere un contratto con il Luserna. Nell’agosto 2014 decide di accettare l’offerta dal neopromosso Cuneo.
In realtà da 8 mesi Simona non scende più in campo perché la vita gli sta regalando un sogno: diventerà mamma! Di questo, e di calcio femminile, abbiamo piacevolmente chiacchierato con lei.
Cosa ti manca del calcio?
“Del calcio mi manca per lo più il campo, gli allenamenti, l’adrenalina pre partita e l’entusiasmo che porta ogni partita, le trasferte con la squadra e la passione che metto quando calcio il pallone verso l’unico obiettivo che è la porta”.
E quali emozioni ti sta regalando la gravidanza?
“La gravidanza, la mia prima gravidanza, è un insieme di emozioni mai provate finora e comunque diverse di mese in mese. All inizio ero spaesata; quando poi ho iniziato a sentire i suoi primi calcetti, gioia e felicità perché inizi a sentire dentro di te una vita che cresce e vive con te. Ora c’è l’emozione di conoscerlo, di vederlo e di amarlo e la paura stessa del parto sapendo che sarà l’unico appuntamento al buio dove sono sicura che conoscerò l’amore della mia vita”.
Donna, calciatrice e mamma: le donne possono fare tutto!
“Sì, ho sempre creduto che l’atleta è pur sempre prima donna e l’evoluzione della donna fa sì che si completi con il diventare mamma. Credo che sia tutto perfetto e che le tre cose possono combaciare perfettamente”.
Tornerai su campi di calcio dopo il parto?
“Dopo il parto cercherò assolutamente, impegni permettendo con il bimbo, di rimettermi in forma da subito e farò il possibile per poter essere presente al prossimo campionato. È un obiettivo che mi sono posta. E farò di tutto perché si concretizzi”.
Se un giorno tuo figlio ti dicesse: “Mamma, perchè giochi a calcio?“, cosa risponderesti?
“Molto semplicemente gli risponderei che all’eta di 3/4 anni ho sentito da subito una passione innata a cui non saprei dare una spiegazione. Il calcio è stata la mia passione da sempre ed è stata la mia stessa vita. È ancora oggi sento questa forte attrazione ch appassiona”.
Il calcio femminile fa passi da gigante; la finale di Champions League a Reggio Emilia può essere una grande occasione per l’Italia.
“La finale di Champions che si disputerà a Reggio Emilia credo che sia un ulteriore messaggio che il calcio femminile in Italia ha iniziato a regalare più interesse e che l’interesse dei media crei più successo. Porterà grandi iniziative a livello mondiale, e noi calciatrici qui abbiamo bisogno di di grande visibilità. Abbiamo dato e diamo tanto per onorare la passione più grande. Sarà un successo e spero che possa partecipare la squadra italiana che si sta giocando questa grande manifestazione”.
A proposito di calcio giocato, che stagione è quella del Cuneo?
“Il Cuneo sta disputando un gran campionato di Serie B; un gran lavoro da parte della società e dello staff tecnico che sta dando i frutti per poter accedere alla massima serie che è sempre più vicina. Un buon gruppo che sta crescendo e che vuole fortemente guadagnarsi la Serie A, che a mio avviso le è stata tolta senza una giusta causa”.
Ultima domanda: un sogno da donna sportiva e un sogno da mamma.
“Da sportiva mi auguro fa sempre di poter essere un esempio per tutte le bambine che si avvicina al calcio, prima come donna poi come atleta. A loro dedico la mia carriera. L’unico messaggio che posso dare è che solo con i sacrifici si può arrivare agli obiettivi che ci prefissiamo e a questi abbinarci una grande determinazione. Perché alle volte la più grande soddisfazione è superare se stessi, solo csocì si può dire di aver dato il massimo. Da mamma? Amare la mia famiglia e trovare sempre nel mio compagno e nei mie figli il luogo dove ritrovarsi davvero a casa”.
Francesca Di Giuseppe