Una lotta scudetto entusiasmante come non si vedeva da anni, quattro squadre in corsa per un posto nell’Europa che conta e una lotta per non retrocedere che si è riaperta clamorosamente. Ci sono tutti i presupposti per vivere questo campionato con il fiato sospeso fino alla fine. La redazione di Gol di Tacco a Spillo ha voluto contattare in esclusiva Massimo Mauro, ex calciatore di Juventus e Napoli e commentatore tecnico per Sky Sport, per parlare di tutti i temi del campionato. Queste le sue sensazioni:
La lotta scudetto più affascinante degli ultimi anni: si deciderà davvero nello scontro diretto il 13 febbraio o è ancora presto per parlarne?
No, il campionato dice che dovrà essere un duello fino all’ultima giornata. Il Napoli gioca meglio e vince per questo, la Juve è dotata di solidità difensiva, oltre ad avere giocatori abituati a giocare questo tipo di partite e con questa pressione. I pregi delle due squadre sono tali da poter pensare che fino a fine campionato arriveranno a giocarsela alla pari. Almeno così mi auguro.
Chi arriva meglio allo scontro diretto, considerando gli ultimi risultati e le assenze?
Mi sembra che il Napoli stia meglio ora, ha una fluidità di gioco che la Juventus non ha. Soprattutto ha un entusiasmo che la squadra di Allegri, invece, alterna partita dopo partita. Sta facendo fatica a gestire l’euforia e ieri sera contro il Genoa si è visto. Questi, però, sono solo discorsi, bisognerà vedere il giorno 13. A parole sembra facile poi spesso si è smentiti dal campo.
Una volata scudetto a suon di record. 7 vittorie consecutive, miglior attacco, miglior attaccante di tutti i campionati europei per il Napoli: sembra scontato dire che il segreto di questa squadra è l’attacco…
Quando una squadra gioca bene il segreto è nel gruppo: per giocare bene c’è bisogno di tutta la squadra, della società, dell’allenatore, fino al magazziniere. C’è bisogno di tutti. Ognuno fa il proprio dovere e ognuno si impegna. È il collettivo il vero segreto. Chiaro che l’attacco è qualcosa di straordinario e Higuaìn è sicuramente il giocatore più rappresentativo.
Un altro segreto è Sarri: cos’è cambiato da Benitez?
Ha cambiato tutto, c’è un umiltà di fondo che si vede in campo. Sarri aveva sbagliato il modulo nelle prime due partite con Insigne dietro le punte, ma ha capito l’errore e ha sistemato il modulo e i meccanismi di gioco. Benitez, invece, ha sempre giocato nella stessa maniera, non ha mai pensato di cambiare. L’umiltà dell’allenatore alla base del cambiamento e del successo di questo Napoli, oltre alle conoscenze tecniche dei giocatori. Vedi Jorginho regista e Hamsik mezzala, sono le due novità assolute del Napoli di Sarri.
Record anche per la Juve di Allegri che ieri sera ha centrato la 13esima vittoria consecutiva, superando il record di Conte: qual è stato l’episodio che ha fatto cambiare in meglio la stagione bianconera?
L’espulsione di Chiellini con il Sassuolo. Questo episodio ha generato la presa di posizione di Buffon e dopo quella partita e quelle parole, insieme al lavoro e all’umiltà di Allegri, è cambiato tutto. Anche qui c’è alla base un senso di umiltà, l’ambiente aveva capito che aveva perso i fondamentali del gioco del calcio e quindi sono tornati tutti con i piedi per terra. Tredici vittorie di fila sono una cifra enorme, ma la Juventus ha la solidità e l’intelligenza calcistica per vincere queste partite. Grazie anche all’estro di Dybala e la follia di Morata.
Da calciatore hai vinto uno scudetto con entrambe le maglie: com’è vincere lo scudetto a Torino e com’è vincerlo a Napoli?
A Torino era il mio primo scudetto e quindi l’ho vissuto come il momento più bello della mia carriera, per me è stata un’emozione unica. Chiaramente vincerlo a Napoli è completamente diverso. A Torino dopo la conquista del titolo abbiamo fatto una cena tra di noi, a Napoli siamo stati svegli per una settimana. La differenza è un po’ questo, ovvero il coinvolgimento della città e dei tifosi, della stampa, insomma è un altro mondo. Questo non vuol dire che vincere uno scudetto a Napoli è meglio che a Torino, in entrambi i casi c’è profumo di grandi imprese.
Passiamo alla lotta Champions. Balzi in avanti in questo turno di campionato per tutte e quattro le pretendenti al terzo posto (Fiorentina, Inter, Roma e Milan): chi ti ha convinto di più fino ad ora?
La Fiorentina più di tutte, ma ha un organico meno forte di Roma e Inter. Fino ad ora, però, ha dimostrato di giocare meglio e di avere un’idea di gioco migliore; la Roma ha l’organico migliore e se si rimetterà a correre con Spalletti, cosa che credo, sarà la favorita per il terzo posto; il Milan sembra aver intrapreso una strada diversa, con un minimo di continuità, mentre l’Inter è discontinua: grandi partite e poi apatia. Visto il momento, è la meno candidata per il terzo posto.
Le sorprese e le delusioni di questa prima parte di stagione
Sassuolo, Empoli, ma anche lo stesso Chievo e soprattutto la Fiorentina. La delusione più grande per me è la Roma. Anche la Lazio sta deludendo, ma forse “ha esagerato” l’anno scorso, ciò non giustifica il suo campionato. La Roma invece la davano tutti favorita per lo scudetto, io stesso pensavo che sarebbe stata prima in classifica, davanti a tutti.
Lotta salvezza: Sampdoria e Genoa stanno tenendo a galla Carpi e Frosinone…
È encomiabile vedere quello che fanno certe squadre che qualche anno fa non pensavamo nemmeno di poter vedere in A. Giocano con grande dignità e la serie A a volte è straordinaria e premia anche il merito. Carpi e Frosinone si sono meritati di stare nella massima serie. Se la sono conquistata.
Per concludere, descrivi con un aggettivo questo campionato
Brutto. Brutto perché raramente si vedono delle belle partite. Per vederle, devi vedere solo il Napoli. È un campionato brutto a livello di gioco, a livello estetico, ma appassionante dal punto di vista della classifica.
Martina Giuliano