Martina Sambucini, Miss Italia 2020, in un’intervista a cuore aperto sulle pagine di Gol di Tacco a Spillo.
È stata ribattezzata dalla patron del concorso Patrizia Mirigliani la Miss della Speranza.
E in effetti non possiamo non sottolineare come in un anno nefasto che ha azzerato i rapporti umani e cancellato eventi, concerti, chiuso teatri e cinema, la scelta di proseguire con una nuova edizione di Miss Italia sia significato voler dare un senso di normalità e di continuità.
Ma cosa significa rappresentare la bellezza italiana in tempi di Covid?
Di questo e di tanto altro parleremo con Martina Sambucini.
Eletta ad appena 19 anni, proveniente da Frascati, Martina rappresenta davvero la ragazza della porta accanto, una Miss acqua e sapone, dai capelli lunghi e dagli occhi profondi. Tifa Roma perché – come ci racconta – non poteva proprio farne a meno in una famiglia di gialllorossi! Sapevate però che il suo fidanzato è laziale?
In un mondo in cui tutto è sembrato paralizzarsi, Patrizia Mirigliani ha voluto lanciare un messaggio di speranza e di continuità; cosa vuole dire essere Miss Italia in tempi di pandemia?
Sicuramente la finale è stata un messaggio di speranza, uno spiraglio di luce nel buio, segnale che anche quando le cose vanno male, c’è sempre un modo per rialzarsi, adattandosi alle esigenze e alle circostanze che in questo caso sono state particolarmente impegnative.
Essere Miss Italia in tempo di pandemia, significa avere l’opportunità di rappresentare nel mio piccolo qualcosa, ed essere testimone soprattutto per i più giovani nonché miei coetanei di quello che stiamo vivendo.
Anche io ho avuto il Covid e quindi in parte mi sento in dovere di portare la mia esperienza, sperando che possa aiutare a far capire che è importante stare attenti.
Fra tamponi, distanziamenti, mascherine e quell’assoluta mancanza di abbracci fra aspiranti Miss sei riuscita comunque a trovare quella magia che da sempre avvolge il concorso?
Assolutamente sì. Paradossalmente sono stati più pesanti i giorni delle prove dove pesava un po’ di più il fatto di dover stare distanziate e di dover usare le mascherine. In finale l’unico pensiero era quello di dare il massimo e l’emozione era talmente forte che è stato tutto così magico.
Hai trovato difficoltà soprattutto a livello emotivo durante il percorso?
All’inizio ero molto titubante, non ero convinta di partecipare e anche dopo essere stata ricontattata per partecipare alla prima selezione ho pensato varie volte di non potercela fare. Non mi ero mai esposta prima e la cosa un po’ mi bloccava; presentarsi, sfilare in costume in piazza…
Sono andata oltre le mie paure e mi sono buttata; dopo la prima uscita mi sono caricata tantissimo, avevo tanta adrenalina, e per me questa era già una vittoria. Da lì in poi non vedevo l’ora di ripartecipare, sotto questo punto di vista il concorso mi ha aiutato tanto caratterialmente, e per questo è un’esperienza che consiglio.
Sei stata incoronata da Manila Nazzaro, una delle Miss più amate, ti ha dato qualche consiglio?
Manila è stata carinissima con me, nei suoi occhi ho visto una forte emozione, e ricordo che mi disse “vorrei tanto abbracciarti”.
Ho avuto l’occasione di incontrarla di nuovo quando sono stata ospite a “Oggi è un altro giorno” e mi consigliò di custodire per sempre le emozioni che il concorso mi ha regalato, perché rimarranno sempre mie e mi emozioneranno ogni volta che se ne presenterà l’occasione. Come era successo a lei al momento della mia incoronazione.
Dopo l’elezione è arrivata la conduzione di “Port to Port”. Ti aspettavi da subito un ruolo di primo piano nel mondo della tv?
Decisamente no, ma il fatto di aver avuto l’occasione di sperimentare la tv a due mesi dall’elezione mi riempie di gioia. Sto imparando molto.
Da Miss Italia sono uscite grandissime attrici come Anna Valle e Caterina Murino, ti piacerebbe seguire le loro orme?
Il concorso nel corso degli anni è stato un trampolino di lancio per molte attrici; mi piacerebbe, spero di riuscire a sperimentare anche questo mondo, non l’ho mai fatto quindi sicuramente farò dei corsi, studierò e poi si vedrà!
Sappiamo che simpatizzi per i colori giallorossi come tutta la tua famiglia ma il tuo fidanzato è laziale! Praticamente vivi in clima derby 356 giorni all’anno!
Esatto! La mia famiglia è romanista, soprattutto mia mamma è una tifosa accannita, mentre il mio ragazzo è laziale. Si battibeccano in continuazione sulle classifiche e sui risultati delle partite. Non è stato per niente semplice doverle dire che sarei dovuta andare allo stadio con il mio ragazzo, a vedere la Lazio! Io in realtà cerco di essere neutrale, ma sono della Roma per la mia famiglia e non potrebbe essere altrimenti!
C’è qualche ricordo particolare che ti lega alla Roma?
Quando penso a una partita della Roma mi viene in mente mio nonno seduto in poltrona pronto a gridare o esultare, seguito da mio zio e mia madre. Soprattutto prima del Covid era anche l’occasione per stare tutti insieme.
Il Covid ha anche tolto la parte più genuina e ruspante al calcio, ovvero il tifo negli stadi. Che effetto fa vedere una partita senza tifosi? Pensi che si sia persa un po’ di poesia?
Penso che il tifo negli stadi sia parte fondamentale di una bella partita, quando sono andata allo stadio mi sono emozionata nonostante stessero giocando due squadre che non tifo. Penso che non solo i tifosi abbiano perso quella magia, ma anche e soprattutto gli stessi giocatori.
Negli ultimi anni tante Miss si sono avvicinate alla conduzione e al giornalismo sportivi. Qual è secondo te il contributo che possono dare le donne a un settore considerato prettamente maschile?
Credo sia positivo il fatto di avere donne che parlano di calcio in un ambiente dominato dagli uomini.
Uomini che spesso e volentieri hanno la tendenza a svilire il ruolo delle donne, secondo presunta superiorità. La figura femminile è un valore aggiunto nel calcio, facendolo diventare un mondo accessibile a tutti e che appartiene a tutti, non solo ai maschi.
Credo però che occorra sempre valutare il ruolo della donna nelle trasmissioni sportive. Se ci si limita alla presenza scenica solo in funzione di attirare l’ascolto di altri uomini a parere mio siamo ancora lontani dal valore aggiunto di cui parlavo prima. Un valore che si ottiene solo quando un uomo e una donna parlano di calcio con le stesse competenze.
Sei stata purtroppo vittima di insulti sui social. Come possiamo arginare l’odio sul web?
Le critiche ci sono e ci saranno sempre, purtroppo appena ti esponi un po’ di più le persone si sentono libere – oltre a esprimere le proprie opinioni – di sfogare le loro frustrazioni sugli altri. Penso che basti entrare in quest’ottica. Gli insulti non mi appartengono, non me ne faccio un problema.
Vogliamo dare un messaggio a chi si sente in balia dei leoni da tastiera e non sa come uscirne?
Il primo passo, forse il più importante, è proprio quello di capire che abbiamo davanti solo dei leoni da tastiera, nient’altro. Molti sono profili falsi, senza foto profilo o segni di riconoscimento.
Cosa si nasconde dietro un commento infelice? Molto probabilmente una persona infelice, che non ha il diritto di influenzare la nostra serenità. È anche molto una questione di carattere, ma con il tempo e con la testa sulle spalle credo che si possa acquisire sicurezza per fregarsi di questi individui.
Concludiamo chiedendoti cosa, quando questa situazione di emergenza sanitaria e anche sociale finirà, lascerà dentro di te e da dove tutti noi dovremo ricominciare.
Sicuramente è una situazione che mi lascerà un grande peso dentro, un grande senso di responsabilità, di unione, condivisione e una nuova visione della realtà.
Ho capito che è importante godersi tutto della vita, soprattutto le piccole cose quotidiane che sono quelle che alla fine ci mancano di più. Penso che sia importante ripartire proprio da questo, assaporare la normalità, per capire quanto siamo stati fortunati e nemmeno ce ne rendevamo conto.
Photo Credits: Pino Leone
Giusy Genovese