Una piacevole chiacchierata con Alberto Mandolesi, gornalista gialorosso e amico di Gol di Tacco a Spillo
Buongiorno Alberto, ha qualche minuto per un’intervista?”
“Se la facciamo subito, si!”
Comincia così la mia intervista al giornalista, conduttore televisivo, speaker radiofonico e scrittore (da poco è uscito il suo libro “Roma 80” edito da NED Edizioni), Alberto Mandolesi. Alberto ha da sempre coltivato due grandi passioni, oltre alla Roma è un grandissimo appassionato di musica e uno dei suoi servizi più importanti riguardò una bellissima intervista a Loredana Bertè, intenta allora nel provino di uno dei suoi più grandi successi “Il mare d’Inverno” di Enrico Ruggeri.
Un’intervista che si è trasformata più in una bellissima chiacchierata sulla sua passione più grande, la Roma.
Si parla di Roma, come d’obbligo, l’ultimo mese sembra essere diventato magico per la squadra Capitolina, e Alberto parla con molta propositività di questa avventura.
Partiamo subito con una domanda diretta…
La semifinale contro il Liverpool. Ripercorrendo le due precedenti partite contro il Barcellona,un approccio grandioso al match all’andata, una partita giocata ad altissimi ritmi, poi molta sfortuna, diversi episodi, i due rigori nettissimi ma addirittura negati da parte blaugrana, poi il miracolo all’Olimpico, una partita perfetta. Tu cosa ne pensi?
In questi giorni sento parlare di questa partita come una sorta di vendetta per la finale persa nel 1984 ai rigori, una sorta di sliding doors, come nel film dove contemporaneamente si illustravano le due facce dello stesso evento, viste da due prospettive diverse.
In realtà dopo quella partita abbiamo incontrato nuovamente il Liverpool in altre due occasioni, ed in entrambe fummo eliminati, quindi parlare di un remake mi sembra superfluo.
Certo ora abbiamo un’altra Roma, anche le condizioni e l’occasione stessa sono diverse, il ritorno si giocherà all’Olimpico e se la Roma riuscirà a ripetere le performance mostrate contro il Barcellona, potrà avere più di un’opportunità di giocarsela equamente.
Contro il Barcellona la Roma si è imposta tatticamente non lasciando nulla al caso, all’andata sono stati più gli episodi sfavorevoli a fare la differenza, dopo la partita di Madrid si è fatto un gran parlare di Var, se analizziamo gli episodi sotto questo punto di vista possiamo anche dire che la Roma avrebbe potuto mettere una bella ipoteca sulla qualificazione già in quell’occasione e devo dire che tra tutte le belle cose successe quella sera, sono contento per Daniele De Rossi, ha avuto un gran coraggio nel battere quel calcio di rigore pesantissimo a livello psicologico ma sul piano umano è stato da vero Capitano. Arrivati a questo punto della competizione c’è da dire che le squadre che andranno a scontrarsi non si chiuderanno in difesa, il Liverpool giocherà in casa la prima partita, davanti al proprio pubblico e la voglia di far bene li costringerà a rimanere molto alti in avanti ed a lasciare più scoperta la difesa, abbiamo avuto modo di vedere che la Roma in questi casi riesce a gestire molto meglio tutto il match.
Domanda scontata ma dovuta. La Roma e la Champions League.
Sul rapporto di odio/amore sofferto ma desiderato, cos’è sempre mancato alla squadra per imporsi anche in campo europeo?
Il gruppo che sta gestendo Di Francesco ha mostrato grandissime potenzialità, messo nelle giuste condizioni ha dato prova di avere le capacità per imporsi, la mentalità è alla fine la carta vincente che permette, a volte, di superare gli ostacoli più difficili e senza una mentalità vincente parti già svantaggiato. Di Francesco è sicuramente un valore aggiunto, ha mostrato un’ottima capacità nella disposizione della squadra.
Klopp. Un tecnico secondo me molto impostato tatticamente. Che idea ti sei fatto di lui?
Come ti dicevo prima non mi preoccupano i moduli tattici delle squadre che sono arrivate in semifinale, perchè nella loro mentalità sono più propositive, il gioco è sicuramente più vivace, sai in questa fase è difficile fare un’analisi precisa perché la posta in palio è alta e gli schemi tattici possono mutare repentinamente. Klopp è un allenatore molto sanguigno, è probabile che tenda ad aggredire questa volta fin da subito.
Torniamo al campionato.Cosa sta mancando a Di Francesco in questo campionato? Gli acquisti altisonanti, rivelatisi non all’altezza, o la continuità?
Su tutte direi che la Roma ha problemi con la rosa, la qualità c’è e lo abbiamo visto, quando è al massimo della forma e della concentrazione può competere con i giocatori più forti, ma ricordiamoci che alla fine abbiamo 11 giocatori su cui possiamo contare, non 22 perchè come si è più volte dimostrato quando subentrano le riserve, non valgono quanto i titolari.
Altra nota negativa è che spesso mancano di attenzione e concentrazione, è difficile rimanere concentrati per 90′, a volte ci faccio caso anche io quando sono in radio, mi capita di avere dei momenti in cui sento proprio di non avere la concentrazione giusta, magari a volte è solo un attimo, a volte subisco pause più lunghe per poi riprendere più attivo di prima, ai giocatori della Roma queste pause rispetto ad altre squadre risultano fatali.
La Roma e la Lazio. Quante soddisfazioni e quanti rimpianti?
Beh, direi più soddisfazioni che rimpianti se mettiamo a confronto vittorie e goal, su 74 partite disputate la Roma ha portato a casa 28 vittorie contro 14 della Lazio i pareggi sono stati 32 con 93 reti a 62 per la Roma.
Di questo derby quello che mi fa più paura è l’enorme euforia che si è venuta a creare in questa settimana così particolare, una situazione così delicata da venire spesso sottovalutata e dove noi sbagliamo sempre.
Se ci pensi noi ci siamo avvicinati alla partita contro il Napoli e alla partita contro il Barcellona con la convinzione di partire già svantaggiati e con l’idea di portare a casa un risultato negativo, quando noi non facciamo i supponenti allora portiamo a casa qualcosa di buono, al contrario cadiamo nel tranello e ci facciamo travolgere.
Una cosa posso dirti, chi vincerà questo Derby, a parità di punti in classifica, avrà un piede e mezzo in Champions, chi perderà avrà un piede già verso il quinto posto, il calendario ci rema contro, l’ultima di campionato sarà Lazio – Inter, se la Roma dovesse trovarsi in buona posizione potrebbero essere loro a decidere le nostre sorti, d’altronde la storia parla chiaro.
L’addio al calcio di Totti. Tu c’eri. In uno stadio in lacrime, una diretta televisiva, celebrazioni da ogni parte del Mondo, a te che sei sempre stato vicino alla squadra e a Totti, la sua esperienza, il suo attaccamento cosa ti hanno lasciato?
Nel corso della mia vita mi è capitato di ripercorrere la carriera di tanti personaggi del calcio, la sua è indubbiamente la più lunga di tutta la storia e pensare che lui potesse scrivere la storia della Roma è stato per me quasi un’ispirazione.
Era il 28 Marzo del 1993 Brescia-Roma, e nei minuti finali l’allora allenatore Boskov decise di far entrare questo ragazzino, io stavo facendo la radiocronaca della partita e notando il cambio esordii dicendo “è un fatto storico”, ti dicevo, come quasi ispirato dalla Dea del Calcio “Eupalla” come se avessi percepito in quel momento che quel giocatore avrebbe segnato in maniera indelebile la storia della Roma e del calcio, quasi profetico su quella che sarebbe stata la sua carriera, ma non solo come giocatore, come attaccamento alla maglia alla squadra.
Totti è una metafora della vita, anche la sua favola, come tutte le cose era destinata a finire, come alla fine si sciolsero i The Beatles, George Harrison proprio parafrasando questo nel suo terzo album da solista scrisse la canzone “All Things Must Pass”, “Tutte le cose devono passare”, ripercorrendo un po’ quello che è fisiologicamente il ciclo della vita, così per il grande genio di Totti, sapevamo tutti che alla fine sarebbe finita, PANTA REI recita Eraclito, tutto scorre, un altro ciclo, un’altra vita, anche se nulla sarà come prima.
La chiacchierata prosegue per circa un’ora, Alberto Mandolesi è una persona genuina, molto lontana dall’immagine del “personaggio famoso” , si è parlato di calcio, ma anche di vita esperienze, situazioni, è stato tra gli organizzatori de “La Partita Mundial” per la raccolta fondi contro la violenza sulle donne, una sensibilità d’altri tempi, vero e per nulla mascherato, è stato un vero piacere conoscere l’uomo e l’appassionato.
Grazie.
Laura Tarani