Jimmy Ghione, storico inviato di ‘Striscia’, ci svela il suo rapporto con il calcio: è da sempre un fedelissimo del Torino (tanto da aver militato nella giovanili) e da tempo è il numero 10 della Nazionale Calcio Tv
In un certo senso, è stato il pallone a farlo diventare uno degli inviati di punta dello storico e famoso tg di satira e denuncia “Striscia la Notizia”, del quale è tra i volti simbolo dal 1998.
Lui è Gianluigi Ghione, meglio noto come Jimmy, un passato da attore di fotoromanzi e film e un presente da tifoso del Torino e appassionato di calcio: “Faccio parte della Nazionale Calcio Tv – mi spiega durante la nostra intervista – e proprio in questo ambito ho conosciuto Lorenzo Beccati, storico autore del programma insieme ad Antonio Ricci, che mi ha proposto di diventarne inviato”.
Torinese di nascita, Jimmy ha eletto il Granata come squadra del cuore sin da bambino: “E’ stata una sorta di illuminazione e comunque una mia scelta individuale visto che nella mia famiglia non si seguiva il calcio, per cui non si tratta di un tifo tramandato di padre in figlio… Tra l’altro ho anche giocato per un certo periodo nelle Giovanili del Toro”.
Tra i suoi ricordi più emozionanti sicuramente i Derby del passato: “… soprattutto la vittoria dello Scudetto nel 1976, il settimo Scudetto del Toro ed il primo dopo la tragedia di Superga, con due punti di vantaggio sulla Juventus sconfitta per 1 a zero… A quei tempi si andava allo stadio con uno spirito diverso, forse dovuto al fatto che non c’erano le dirette tv e la spettacolarizzazione di oggi, era più una festa corale, con gli stadi pieni di famiglie, un evento da condividere come avviene ad esempio in Inghilterra… Vivendo a Roma raramente riesco a seguire le partite del Torino allo stadio ma ogni tanto vado a vedere altre partite per alimentare e tenere allenato il mio amore per il pallone”.
E a proposito di allenamento, Jimmy tiene alto il numero 10 che rappresenta nella Nazionale sopracitata e il suo ruolo di regista e centrocampista: “Abbiamo giocato moltissime partite per beneficienza e le emozioni in campo sono sempre palpabili. Ma soprattutto la cosa bella di questa squadra, al di là degli intenti benefici, è che ci permette di rinsaldare amicizie che durano da tempo ma che le necessità legate al lavoro non permettono sempre di coltivare come si vorrebbe”.
Se chiediamo a Jimmy chi è il suo campione del cuore, non ha dubbi nel risponderci: “Maradona, un mito per la sua personalità in campo. Ma dopo aver visto la prodezza di quel gol di Cristiano Ronaldo contro la Juventus l’altra sera in Champions direi che al secondo posto piazzo il campione portoghese…”.
Silvia Sanmory