Pamela Conti entra nella storia
Dopo Carolina Morace che divenne CT della nazionale del Canada e del Trinidad & Tobago un’altra nostra ex atleta di fama internazionale sta entrando nella storia.
La Federcalcio venezuelana ha deciso di affidare all’allenatrice italiana Pamela Conti, ex trequartista, con una carriera ricca di esperienze in giro per il Mondo, la guida della Nazionale femminile.
Palermo nel cuore, il calcio una costante di vita e lo spagnolo come abilità acquisita per arrivare a 37 anni ad essere CT in Venezuela.
Abbiamo avuto il piacere di parlare con lei di calcio femminile, delle sue aspettative e della sua nuova avventura.
Da giocatrice sei stata in squadre estere importanti quali il Levante (Spagna), Espanyol (Spagna), Energiya Voronezh (Russia), Zorky Krasnogorsk (Russia), Eskilstuna United (Svezia), Damallsvenskan (Svezia). Questo forse ti ha portato ad avere una mentalità molto aperta e proiettata verso Paesi che rispetto all’Italia erano avanti sul calcio femminile, cosa hai imparato in questi preziosi anni?
Sono stati anni difficili ma bellissimi, mi hanno aiutata a crescere a livello calcistico e umano, ho imparato lingue nuove che adesso mi stanno permettendo di vivere questa esperienza in Venezuela.
Come allenatrice hai lavorato con le categorie giovanili dell’Atlétio Madrid e Real Madrid coltivando forse anche una passione per la Spagna e per il calcio spagnolo.
Attualmente in cosa si diversifica il calcio iberico rispetto a quello italiano?
Abbiamo visto che ancora c’è tanto da lavorare in Italia rispetto alla Spagna.
Ci vogliono ancora più investimenti in giocatrici che fanno la differenza.
La Spagna è un poco più avanti di noi su tutti gli aspetti.
Vorrei davvero che l’Italia facesse ancora di più …
La partita Italia-Brasile è stata la quarta più vista del Mondiale femminile (la più vista della fase a gironi) con 42,33 milioni di spettatori. Questo dato a cosa ti fa pensare e quali speranze ti suggerisce?
Non si può più parlare di speranza ma di concretezza.
È il momento di rendere il calcio femminile professionistico e permettere alle giocatrici di dedicarsi al 100% al calcio.
L’Accademia da te creata e che porta il tuo nome a Palermo ora da chi è gestita? Quanto ti mancano la tua terra e la tua creazione?
La mia scuola è gestita da mio fratello Vincenzo che ringrazio per avermi permesso di allontanarmi da Palermo per lavorare con i professionisti.
A me manca tutto di Palermo, la famiglia e i bambini della scuola calcio, ma io volevo questo e sapevo che avrei dovuto rinunciare a qualcosa.
A Luglio sei stata l’unica italiana in gara al festival del Football a Lione, organizzato da Equal playing field per promuovere la presenza femminile nel settore e sfidare la disuguaglianza di genere nello sport.
Per quattro giorni sei stata sul campo giocando la partita più lunga di sempre e sei entrata nel Guinnes dei primati. Ci racconti questa esperienza?
È stata un’esperienza che mi ha permesso di conoscere il limite di ognuna di noi e mi ha permesso di conoscere persone fantastiche. È un’esperienza che potrò raccontare ai miei nipoti. Unica!!!
Cosa ti aspetti da un Paese come il Venezuela, dal calcio femminile che andrai a conoscere e dirigere là?
Il Venezuela è un Paese bellissimo, con una temperatura tropicale che ti permette di lavorare serenamente.
Mi aspetto un calcio con carenze a livello tattico ma con giocatrici che a livello tecnico possono fare la differenza.
Auguro a me stessa e al mio staff di poter far un gran lavoro , lasciando alle ragazze una parte di noi. Vamos Vinotinto!!!
Laura Pressi