Ci siamo. Mancano ormai pochissimi giorni all’attesissimo big match di Istanbul. Da un lato, lo stellare Manchester City di Pep Guardiola, dall’altro l’Inter che, tredici anni dopo la vittoria del Santiago Bernabeu contro il Bayern Monaco e il leggendario triplete, torna a rivivere le emozioni di una finale di Champions League. I nerazzurri, dopo una stagione non semplice, sono a un passo dal sogno. Ne abbiamo parlato con Lapo De Carlo, giornalista, direttore di Radio Nerazzurra e professore di comunicazione.
Qual è il tuo giudizio sulla stagione dell’Inter? Che voto daresti alla squadra?
Eccellente, anomala, atipica e inedita. Non è mai accaduto nella storia del calcio dell’Inter e del calcio italiano che una squadra che andava tanto male, che a un certo punto era anche ottava in classifica, che aveva risultati tanto anomali e che aveva raggiunto dei picchi soltanto in poche occasioni (la vittoria sul Barcellona a San Siro e poi il pareggio al Camp Nou, il successo con il Milan in Supercoppa e con il Napoli a gennaio e poi la vittoria sul Porto e il pareggio in Portogallo) arrivasse dov’è.
Quello che è successo da aprile in avanti fa parte di logiche che sfuggono alla razionalità. Quindi io dico eccellente, strepitosa, per com’è andata, al netto del fatto che l’Inter possa perdere. Manca il campionato, ma mi aspetto che i nerazzurri la prossima stagione giochino per vincere la Serie A. L’anno prossimo l’Inter parte favorita. Se dovessi dare un voto, darei 8 o 8.5. Se vincesse la Champions League, 9.5.
Top e flop della stagione?
Il top è facile, Lautaro Martinez, ma anche Mkhitaryan e Acerbi sono giocatori che hanno dato realmente un contributo, chi inaspettato e chi molto atteso. È difficile però fare dei nomi, ce ne sono tanti, sicuramente tutto il centrocampo. Diciamo: Lautaro, Çalhanoğlu e Barella, però potrei fare altri nomi, sono veramente tanti. Come flop, Škriniar in assoluto, poi Correa e Gagliardini.
L’Inter è in finale di Champions League, immaginavi questo traguardo a inizio/metà stagione?
Non lo immaginavo io, ma non lo immaginava nessuno. Ci spero tutti gli anni e credo che quando la tua squadra è in Champions League ci speri sempre.
Come valuti gli avversari del Manchester City?
È una squadra che non ha punti deboli. Ha un possesso palla formidabile, ma non è solo quello, ma anche la velocità con la quale gioca. Io quest’anno ho visto giocare il City diverse volte e fa girare il pallone molto più rapidamente di altre squadra che fanno lo stesso tipo di gioco. I Citizens non sono gli unici che giocano facendo possesso palla, ma è la velocità di esecuzione, il modo in cui verticalizzano, il fatto di avere dei giocatori molto diversi l’uno dall’altro, con Haaland che è un terminale perfetto per chiudere le azioni. Lui può chiudere anche nel momento in cui il City va in difficoltà. Poi, l’allestimento tecnico che ha fatto Guardiola non ha punti deboli.
Per sfruttare i pochi punti deboli loro, devi avere la capacità di andare in appoggio, di crossare tra centrocampo e difesa, dove ogni tanto la difesa viene sovrastata da qualche cross che li mette in difficoltà. Però devi essere nel giorno giusto e nel momento giusto. Il punto debole del City, se devo trovarne uno, è che fuori dall’Etihad è più normalizzato, rispetto a quando gioca in casa.
I nerazzurri per tutti partono da sfavoriti. Ma l’Inter può farcela?
Alcune sfavorite hanno avuto successo. In passato, c’erano delle grandi squadre che erano favorite e poi hanno perso, come ad esempio il Barcellona con il Milan, la Juventus con l’Amburgo, il Bayern Monaco con il Chelsea, ci sono state tante storie. Però devo anche dire che oggi c’è una polarizzazione del calcio.
Il City è da anni che vince la Premier League, il PSG è da anni che ormai vince la Ligue1, in Germania è da anni che vince il Bayern Monaco. Non è mai accaduto nella storia del calcio. Quando si crea una situazione come questa, non ci sono più favoriti. Il Manchester City, al momento, è più forte di qualsiasi altra squadra in Europa e quindi l’unico modo che hanno i Citizens di perdere la partita è che si battano da soli o che l’Inter abbia un minimo di fortuna, non so, che ci sia un’espulsione.
Pronostico?
No, non riesco a fare un pronostico, però dico che l’Inter ha un 30% di possibilità e il City il 70%. I nerazzurri possono mettere in difficoltà la squadra di Guardiola, il problema è che le partite durano 90 minuti e i Citizens hanno un organico, una rosa, hanno cinque giocatori in panchina che possono cambiare la partita. L’Inter no, ne ha uno o due. La rosa spesso vince una competizione. I nerazzurri hanno le armi, hanno una qualità del gioco straordinaria e secondo me possono dare fastidio
Inzaghi è stato ampiamente criticato durante la stagione. Come giudichi il suo operato?
Se un allenatore fa degli errori, una squadra va male, non è colpa di altri ma è colpa anche dell’allenatore. Qualcuno poi magari esagera, nella massa succede sempre che si prende l’estremo, per cui arriva qualcuno che dice Inzaghi out perché è esasperato, è deluso. Ma se c’è un allenatore che sbaglia delle scelte, un giocatore che sbaglia le partite, perché non bisogna dirlo? Io, come tutti, ho criticato Inzaghi, senza mai chiederne l’esonero.
A marzo ero convinto che andasse via, ma perché la società ci stava pensando. Anche la curva, che solitamente non prende posizione con gli allenatori, aveva preso posizione. I tifosi erano contro Inzaghi. Io ero fortemente critico verso di lui per una somma di motivi, per le scelte che faceva, per il modulo statico, perché non faceva mai giocare Asllani. Dopodiché però i meriti se li prende per tutta una serie di motivi straordinari ed è giusto rimarcarli.
Credi che l’Inter debba affidarsi a lui anche per il futuro?
Ci mancherebbe, anche se perdesse 8-0 con il City.
A livello di mercato, invece, cosa accadrà?
Non cambierà niente. L’Inter ha un debito molto alto, sta ancora vivendo con il prestito di Oaktree, quindi diciamo che in questo momento i nerazzurri hanno bisogno di estinguere questo debito. Ha accorciato la distanza tra sé e la fine del debito, ma ci vuole ancora tanto tempo e ha bisogno di uno sponsor che dia dei soldi perché, è vero che l’Inter ha guadagnato molto denaro, ma è anche vero che quest’anno lo sponsor Digitalbits è stato insolvente.
I soldi che ha la società ti permettono, non tanto di poter acquistare giocatori, ma di poter gestire la conferma dei presenti. Se la squadra avesse perso agli ottavi o ai quarti, avrebbe dovuto cedere uno tra Onana, Brozovic o qualcun altro. Oggi, invece, puoi permetterti di tenerli, che non è poco. Se volessi fare un investimento, spero che l’Inter punti su dei giocatori giovani, tecnici. A me piacerebbe molto Son, ma ha un’età e ha un prezzo elevatissimo. Ho un debole per Isak, l’attaccante svedese: è un giocatore straordinario. Se l’Inter non avesse più Dzeko e Correa, mi piacerebbe un investimento di questo tipo.
Chi lascerà e chi dovrebbe lasciare?
Non so immaginare nessuno. L’Inter farà già partire dieci giocatori, non so se Handanovič, D’Ambrosio, Correa, Gagliardini, Škriniar, forse Gosens. Devi già rinunciare a tanti, quindi è difficile. Io, se devo fare un nome, lascerei andare de Vrij.
Alessandra Cangialosi