E’ tempo di Derby della Capitale, è tempo del primo entusiasmante, attesissimo scontro diretto della stagione fra Sarri e Mourinho
Il derby della Capitale non è mai stata una partita come le altre.
E’ la partita che va oltre ogni aspettativa, pronostico, scelte tecniche e analisi tattiche.
E’ il match che al 90′ farà sprecare più fiumi di inchiostro delle altre, che causerà valanghe di corde vocali infiammate (andandoci leggera) e non lascerà mai qualcuno indenne a malumori.
Da quest’anno Lazio – Roma è però anche il Derby di due cavalli di razza che, sovvertendo ogni calcolo (ir)razionale dei tifosi spesso impazienti e insoddisfatti, sono andati a sedersi sulle rispettive panchine.
Da una parte Maurizio Sarri, l’unico allenatore in grado di placare la rabbia e la frustrazione per il doloroso addio di Simone Inzaghi.
Dall’altra José Mourinho, il cui arrivo a Roma per qualche ora sembrava solo un’irriverente pagina di Lercio.
Due “MasterChef” che ne siamo sicuri renderanno il Derby della Capitale un piatto ancora più fragrante e gustoso.
E non senza sorprese.
Ne parliamo per la nostra consueta rubrica dedicata alle interviste doppie, con i colleghi Renzo Giannantonio e Francesca Ceci.
Non possiamo non iniziare dai due tecnici, probabilmente i miglior acquisti delle due squadre. Che aggettivi useresti per descriverli?
R: Se Lazio e Roma fossero rockband parleremmo di due frontmen: entrambi complessi, carismatici, divisivi. E le rispettive bacheche parlano chiaro.
F: L’aggettivo per Mourinho è Mourinho. Per Sarri, direi, studioso del calcio.
Qual è la più grande qualità che riconosci al tuo allenatore?
R: Sarri è un maestro burbero e visionario, chiede lavoro e applicazione promettendo in cambio divertimento. E risultati. Ma per ottenere tutto ciò è chiaro che ci voglia tempo e pazienza.
F: Sicuramente il pragmatismo e la capacità di continuare a mettersi in gioco come dimostra la scelta – certamente affascinante ma rischiosa – di sedere sulla panchina della Roma.
Immagina di essere nello spogliatoio nel pre-partita, cosa diresti alla tua squadra per caricarla?
R: Ricordatevi chi siete, cosa sapete fare e chi avete davanti. E entrando guardate la vostra gente.
F: In partite come questa credo che i giocatori debbano trovare – anche piuttosto facilmente – gli stimoli da soli. Peccato che spesso non sia così…
Se dovessimo creare una sola squadra quale difesa, quale centrocampo e quale attacco sceglieremmo?
R: Difesa Roma, centrocampo e attacco Lazio.
F: Partendo dal presupposto che le due squadre giocano in modi diversi, a livello di qualità c’è un sostanziale equilibrio in difesa e a centrocampo, mentre in attacco la Roma si fa preferire per varietà di opzioni.
Quale strategia deve usare l’allenatore della tua squadra per ottenere i tre punti?
R: Ricordarsi che gli avversari aggrediranno subito ma non potranno farlo dal primo all’ultimo minuto. Serve testa, attenzione e la capacità di cambiare in corsa.
F: Inutile dire che il derby della Capitale è la partita che, per antonomasia, si sottrae a qualsiasi logica studiata a tavolino. Non è detto che vinca il migliore, anzi spesso vince chi ci crede di più.
Chi sarà il protagonista della serata per le due squadre?
R: Facile per la Lazio: Immobile e Milinkovic. Nella Roma non andranno staccati gli occhi da Abraham.
F: Per la Roma mi auguro Zaniolo, per la Lazio attenzione al solito Ciro Immobile.
Pregi e difetti della tua squadra…
R: È simile negli uomini ma diversa nella filosofia rispetto al passato. Oggi come oggi è un cantiere aperto, i pregi sono la qualità dei suoi alfieri e un domani (si spera) la brillantezza della manovra collettiva. Il più grande difetto attuale è che questo secondo aspetto è ancora di là da venire.
F: Fin qui, il pregio è l’ottimizzazione del risultato, 7 vittorie in 8 gare mi sembra un avvio di stagione più che soddisfacente. Il difetto, il calo di intensità nei 90 minuti.
Che Derby ti aspetti?
R: Un derby, quindi una partita scorbutica in cui probabilmente succederanno cose diverse da quelle preparate alla lavagna dai tecnici. Ma giocato per vincere su entrambi i fronti.
F: Guardando ai due allenatori credo sarà un derby combattuto fino all’ultimo minuto da entrambe le parti.
Dove si deciderà?
R: Forse più che “dove”, “quando”. Il primo che capirà il piano gara avversario e metterà in atto le contromosse giuste prevarrà.
F: Come spesso accade, probabilmente sarà il centrocampo a fare da ago della bilancia al netto di eventuali giocate singole che potrebbero decidere il match.
Tecnici a parte, che voto dai al calcio mercato? Reputi siano adeguatamente attrezzate per giocarsela su tre fronti?
R: 6,5 Lazio, 7 meno Roma. Come detto, il pezzo forte dell’estate è stato in entrambi i casi la scelta del mister. Sulle rose, gli acquisti sono soddisfacenti ma non sufficienti a colmare tutte le lacune pregresse per lottare davvero per il vertice. A oggi sono entrambe in seconda fila.
F: Alla Roma do un 7. L’infortunio di Spinazzola è stato una sorta di Sliding Doors perché ha cambiato la strategia in corsa, la partenza di Dzeko era nell’aria da tempo, un po’ come una storia d’amore che si trascina senza che nessuno due trovi il coraggio di chiuderla e l’arrivo di Abraham almeno fino ad ora si è rivelata azzeccatissima. Però la rosa è corta e questo col passare dei mesi potrebbe essere un problema.
Francesca Ceci a fine intervista ha voluto rilasciare un pensiero per Gabriele Nobile, editore di “Inside Roma”, che noi pubblichiamo unendoci al ricordo.
“Da Direttore di Insideroma voglio ricordare il nostro Editore, Gabriele Nobile, scomparso prematuramente lo scorso aprile. Insideroma continua a raccontare la Roma nel ricordo incancellabile di chi, come Gabriele, la Roma l’aveva e l’ha nel cuore”.
Giusy Genovese