Continuano le nostre interviste a volti importanti del giornalismo sportivo. Questa volta è il turno di Guido De Angelis, telecronista per le partite di Serie A e delle coppe europee della Lazio su Mediaset Premium. Ai microfoni di GolDiTaccoASpillo ci parla della situazione della squadra biancoceleste.
L’anno scorso abbiamo visto una Lazio in grande forma e capace di lottare per il secondo posto, cos’è cambiato quest’anno?
Credo che molte cose abbiano inciso sullo scarso rendimento della squadra.
In primo luogo sul banco degli imputati finisce la società che non è stata in grado di offrire giocatori forti per affrontare e vincere le due partite più importanti della stagione: con il Bayer Leverkusen nei preliminari di Champions e la finale a Shangai con la Juventus. Con il Bayer la Lazio era ancora in corsa e poteva farcela, con la Juve invece no.
Gli uomini di Pioli non si sono ancora ripresi da queste due sconfitte e questo ha inciso sul rendimento di inizio campionato.
In queste due partite hanno sicuramente pesato le numerose assenze di giocatori importanti sia per colpa degli infortuni sia per una campagna acquisti deludente.
Anche una preparazione insufficiente ha fatto sì che i biancocelesti arrivassero poco preparati all’inizio della stagione.
Attualmente non esiste nella squadra un vero capitano, il punto di riferimento. L’anno scorso la fascia è stata indossata da diversi giocatori e questo non ha giovato.
Ancora una volta una formazione italiana non ha saputo battere una squadra europea, segnale che dimostra la superiorità del calcio continentale.
Dopo la pesante sconfitta contro il Chievo, si sarebbe potuto correre ai ripari pensando al mercato. Secondo te chi poteva essere l’uomo giusto per rialzare questa Lazio?
Il mercato ormai è chiuso e non è arrivato nei giorni scorsi da Lotito nessun segnale riguardante possibili acquisti per rinforzare la squadra. Servivano un terzino sinistro e soprattutto un buon centravanti. Non si può puntare solo sui giovani, servono giocatori già pronti.
Quando una squadra perde la colpa viene data sempre alla società e in particolar modo all’allenatore. Secondo te Pioli ha colpe?
Secondo me no. La colpa è della società per il 60% e della squadra per il 30%. Solo il 10% è la responsabilità dell’allenatore che ha fatto un capolavoro la scorsa stagione. Ha fatto crescere molti giocatori e ha portato i suoi uomini a lottare per i vertici della classifica.
Barbara Roviello Ghiringhelli