ESCLUSIVA – GolDiTaccoASpillo incontra Valentina Margarito, numero 1 della Nazionale Femminile di calcio a 5

0
481

“Grinta, sacrificio, sfogo, umiltà, sfida, passione, amicizia… è una rappresentazione sportiva di come affronto la vita”. Si presenta così Valentina Margarito, 26 anni nata a Venezia, crescita a Patù (provincia di Lecce) ma vive a Taranto dove gioca (portiere) nel Real Statte e nella Nazionale Femminile di calcio a 5.

Come ti sei avvicinata a questa disciplina?
Ho iniziato a giocare per strada con i miei amici, quando ero piccola, non ho mai fatto una scuola calcio, ero l’unica bambina e mi mettevano a giocare in porta. Diciamo che in parte devo ringraziare anche loro se sono diventata un portiere di serie A. Poi a 12 anni ho iniziato a giocare nella Planet Sport finché in un torneo che organizzavano in provincia di Lecce la mia squadra affrontò il Real Statte, che ovviamente era la squadra più forte. Tolsi 60 palle goal, mister Marzella ha ancora il cd di quella partita; il giorno dopo il mister, con capitan D’Ippolito, bussarono a casa dei miei genitori per convincerli a farmi giocare con loro. Da allora il Real è la mia seconda famiglia.

A proposito di famiglia, cosa pensa della tua scelta?
Non mi hai mai contrastato, sono orgogliosi di me. Hanno fatto tanti sacrifici con me e per me. Abito vicino Santa Maria di Leuca, non è servita molto bene con i mezzi di trasporto, tornavo da scuola alle 14, arrivavo a casa, mangiavo e mio padre mi accompagnava a Lecce (un’ora di strada) per andare a prendere il treno, e così al ritorno e arrivavamo a casa di notte, tutti i giorni. Forse l’unico loro dispiacere è che ho sacrificato la scuola, ma quando sono stata convocata in Nazionale erano emozionati e felici come e più di me.
Le prime gare della Nazionale Femminile, cosa ti hanno lasciato?
Se non la si prova è davvero indescrivibile! La Nazionale è il sogno di tutti coloro che praticano uno sport, fino a poco tempo fa chi faceva calcio a 5 femminile aveva due sogni: il primo che venisse realizzata la Nazionale e il secondo di vestire quella maglia; adesso bisogna lottare ed essere al top per il secondo sogno. È tutto meravigliosamente perfetto, gli allenamenti, lo staff, ogni cosa che si fa ti venire in mente che sei nella Nazionale italiana.

Come vorresti che fosse considerato il calcio “rosa” in Italia?
Passione pura, facciamo sacrifici, solo per vero amore!

Francesca Di Giuseppe