Ritorna a grande richiesta la rubrica “Le Signore del Pallone” targata Gol di Tacco a Spillo. Questa volta protagonista della nostra chiacchierata è Giorgia Rossi, giornalista sportiva e conduttrice di Premium Sport che in esclusiva ci racconta tutti i segreti e i retroscena del suo lavoro, a partire dalla passione per il calcio che l’ha portata sulla via del giornalismo fino a farla diventare una delle più amate e apprezzate dai tifosi.
Com’è nata la tua passione per lo sport, in particolare per il calcio?
Fin da piccolissima ho iniziato ad andare allo stadio con la famiglia, appassionandomi così al calcio. Crescendo, ho iniziato a seguire questo sport da una prospettiva diversa e prima del diploma ho cominciato una collaborazione per un giornale locale di Roma: andavo sui campi a seguire le partite delle squadre dei settori giovanili. È stata un’esperienza dura, piena di sacrifici, quante volte ho rinunciato ad andare a ballare perché la domenica mattina dovevo andare sul campo! Sacrifici che però tempo dopo mi hanno permesso di approdare al canale tematico della Roma. Avevano bisogno di una ragazza giovane, alla prima esperienza televisiva e scelsero me.
Quando hai capito che il giornalismo sportivo era la tua strada?
Sicuramente la passione per il calcio mi ha fatto capire che questa era la mia strada. Questa forte voglia di conoscere bene lo sport, la curiosità costante che avevo mi hanno portata in questo mondo.
A quali modelli ti sei ispirata all’inizio della tua carriera ed eventualmente a quali ancora ti ispiri?
Ho tanti modelli, non uno standard. Ho sempre cercato negli anni di prendere qualcosa un po’ da tutti per poi riportarle su me stessa. Non mi sono mai ispirata a una persona in particolare, ma ho sempre guardato le caratteristiche di più persone per renderle mie. Insomma, ringrazio tutti quelli che già c’erano!
Il mondo del calcio è un ambiente maschilista, secondo te c’è ancora diffidenza verso la donna che lavora in questo settore?
C’è ancora della diffidenza, ma è normale che ci sia, anche perché spesso accade che si avvicinino a questo lavoro ragazze che non hanno mai avuto a che fare con il calcio e che si sono trovate lì un po’ per caso. A maggior ragione se fai questo mestiere perché alla base hai una forte passione, la soddisfazione è enorme, soprattutto se ad accorgersene sono gli uomini. E lì iniziano a trattarti con maggior rispetto.
Quanto conta la bellezza in questo mestiere?
Dirti che non conta niente sarebbe una grande cavolata. Ora ci sono tante belle ragazze che vorrebbero fare questo lavoro, forse è diventata un po’ una moda. Ognuno ha il suo percorso e la sua strada, ma poi quello che conta è l’inizio. Ci sono tante tappe in un percorso come questo e se non ci unisci intelligenza, passione e bravura non puoi andare troppo avanti e rischi di bruciarti. La gavetta è fondamentale, altrimenti se arrivi e fai tutto subito, ti bruci e torni da dove sei arrivata.
Veniamo al rapporto tra donne, c’è competizione o sostegno tra di loro nel mondo del giornalismo sportivo?
Onestamente c’è più competizione. Il sostegno c’è quando non crei pericolo, c’è fino a quando nessuna toglie visibilità e spazio a qualcun’altra. Poi dire che ci sono più o meno persone intelligenti è un altro discorso e se c’è qualcuna che è oggettivamente brava, la competizione diventa costruttiva, stimolandoti a fare meglio.
Al giorno d’oggi sono sempre di più le ragazze che si appassionano al calcio, sognando di diventare in futuro giornaliste sportive: cos’è cambiato rispetto al passato?
Il calcio oggi ha un seguito importantissimo e tutti se ne sono accorti, soprattutto molte ragazze hanno capito che dal calcio si può trovare popolarità. Questo le affascina e le porta a dire di provare a farsi strada in questo mondo, magari per aprirsi altre strade lavorative. E poi ora c’è un’offerta televisiva che prima non c’era e lo spazio era più ridotto. Adesso non più.
In passato hai lavorato a Sky Sport e in Rai, ora sei uno dei volti di punta di Mediaset: se ti guardi indietro, quanto è cambiata Giorgia Rossi?
Sì, finalmente ho trovato una stabilità. Ora sono a Mediaset e posso dire che l’aver preso delle piccole delusioni in passato mi ha fortificato. Mi hanno permesso di essere più scaltra e preparata davanti a situazioni che prima non conoscevo e che quindi non avrei saputo gestire. Sono cresciuta soprattutto a livello personale, sviluppando uno spirito critico: ritorniamo sempre al discorso della gavetta che forma e rende più forti, in quanto ti prepara ad affrontare al meglio alcune situazioni, come le delusioni. Professionalmente non rinnego nessuna esperienza perché da ognuna ho tratto qualcosa di importante.
Tra i tanti impegni lavorativi, insieme a Sandro Sabatini conduci “Premium Champions”, lo spazio dedicato alla Champions League, grande esclusiva di Mediaset…
È sicuramente una grande sfida e un grande stimolo per noi visto che siamo gli unici a proporre questo prodotto. Dietro a tutto questo c’è un grande lavoro di squadra, dal giornalista al tecnico. L’entusiasmo c’è ed è quello che vogliamo portare nelle case degli italiani. È una sfida che vorremmo vincere.
A livello professionale ti senti realizzata o hai ancora qualche sogno nel cassetto?
Realizzata proprio no, anzi devo ancora migliorare tantissimo. Al di là della facile battuta “non si smette mai di imparare”, io mi sento a un punto di partenza. Vorrei sempre migliorarmi per arrivare ad essere soddisfatta, ma è un percorso lungo. Magari quando avrò 50 anni potrò dirlo.
Martina Giuliano