Dopo un pareggio che non soddisfa nessuno, abbiamo chiesto a Furio Fedele, noto giornalista del Corriere dello Sport, come ha visto questo derby e come Inter e Milan devono affrontare il futuro per tornare grandi.
Questo derby è stato definito un “derbyno”noioso e poco esaltante, a dimostrazione che il calcio milanese è in crisi, è d’accordo?
Il derby è sempre il derby, non esiste il “derbyno”: è un appuntamento importante che riporta sempre uno stadio esaurito. Per questo non posso definirlo un piccolo derby. Se una delle due avesse vinto avrebbe raggiunto l‘Europa League in uno stadio gremito. Ammetto però che è stata una partita sottotono.
Riguardo ai gol annullati, come giudica l’arbitraggio di Banti?
Ha sbagliato sull’episodio del rigore e le reazioni di Mancini a fine gara sono state dure. Secondo me il rigore c’era perché il fallo era netto, anche se non si può saltare in quel modo tenendo le braccia attaccate al corpo. Nel complesso ha arbitrato bene.
Secondo lei il pareggio è un risultato giusto?
No, meritava l’Inter. I migliori in campo sono stati Mexes e Diego Lopez che è stato bravo e fortunato, protagonista di un salvataggio incredibile. Quando i migliori in campo sono un difensore e il portiere vuol dire che c’è qualcosa che non va nella squadra.
Un punto che non server né all’Inter né al Milan per la corsa qualificazione Europa League. Chi delle due ce la farà a poche giornate dalla fine campionato?
Temo nessuna, tenendo conto del fatto che la Fiorentina deve ancora giocare e può avvicinarsi alla zona Uefa, chiudendo le speranze sia al Milan che all’Inter. Tra l’altro le due squadre hanno un calendario difficile fino alla fine della stagione e questo mi fa pensare che nessuna delle due ce la farà.
Secondo lei sul risultato hanno pesato le numerose assenze di entrambe le formazioni?
Secondo me no, l’Inter meritava la vittoria. Era il derby della paura, una partita complicata sia per Mancini che per Inzaghi. In questo periodo di crisi, una vittoria avrebbe lasciato un ferita profonda mentre il pareggio è servito come “medicazione” alla crisi che da tempo attanaglia i due club.
Milan e Inter non riescono più a vincere, manca gioco e personalità, un consiglio che darebbe ai dirigenti per riportarle ai vertici?
Bisogna fare programmi diversi per entrambe le formazioni. Milan e Inter non possono rifiutare la coppe, che sono un traguardo importante per gli introiti che possono portare.
Il Milan deve cambiare pelle e potrà farlo in vista delle future cessioni e prestiti. Senza Champions League e Europa League, molti giocatori vorranno andare via e questo cambierà l’assetto della squadra. Per tornare competitivi, rossoneri e nerazzurri dovranno puntare sui giovani, anche grazie alla nuova normativa che prevede un numero massimo di 25 giocatori, di cui 8 italiani. Di questi, 4 dovranno venire dal vivaio delle due squadre, mentre gli altri 4 dovranno essere cresciuti nelle giovanili nazionali. In questo modo si potranno ringiovanire le rose e far crescere i nuovi talenti.
Barbara Roviello Ghiringhelli