ESCLUSIVA – Francesco Repice: “Il male della Roma risiede nelle scelte del nostro DS. Dopo El Shaarawy occhio a Perotti. Il futuro? E’ nelle mani dei baby Sadiq e Nura”

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Giornata intensa per El Shaarawy  quella di oggi pomeriggio: finalmente dopo qualche settimana di trattativa, l’attaccante di proprietà del Milan in prestito al Monaco può considerarsi un calciatore della Roma.

Arrivato a Fiumicino intorno alle 20.30,  Il Faraone ha già rilasciato le sue prime entusiasmanti dichiarazioni  con la casacca giallorossa e noi di Gol di Tacco ASpillo abbiamo  deciso di contattare il noto radiocronista sportivo Francesco Repice, apertamente tifoso della Roma, per qualche commento a caldo.

Credo che l’arrivo di Stephan sia  semplicemente un cambio per un giocatore andato via (Gervinho, ndr).  So che si è proposto bene alla Roma e come sappiamo ci sono dei rapporti molto stretti in quel trittico formato da Galliani, Preziosi e Sabatini. Mi aspetto anche Perotti da un momento all’altro; anzi  posso dirti con certezza che arriverà!  Le necessità della Roma sono altre; El Shaarawy è un giocatore che si è presentato bene a Spalletti, hanno avuto un colloquio telefonico molto convincente, ha sentito un ragazzo voglioso di emergere, di conquistarsi un posto per l’Europeo.  L’attaccante è un elemento che rimane nella testa di Antonio Conte  e lui ha senz’altro bisogno di rilanciarsi in maniera importante. 

Allenatore nuovo, ma i problemi continuano a essere vecchi: qual è secondo te il male della Roma?

Secondo me sono tanti e non vanno ricercati sempre nella squadra né tanto meno nell’allenatore. Abbiamo un direttore sportivo che se avesse mantenuto alcuni elementi come Lamela e Marquinhos  avrebbe potuto vincere lo scudetto.  Ricordo un’ intervista a Daniele De Rossi la scorsa estate in cui dichiarava che nella Roma erano rimasti gli stessi elementi; invece abbiamo assistito agli ennesimi cambi. Calciatori che sono partiti, un allenatore che è stato lasciato completamente solo. Credo si sia rotto tutto quando Pallotta non ha invitato Garcia al summit di mercato. Incredibile che un allenatore non possa intervenire in simili decisioni. 

Avresti trattenuto Garcia?

No. Per lui ormai la stagione era finita. E’ stato un grandissimo signore, un vero gentiluomo con un’eleganza assoluta per come si è comportato, ma non capisco perché debba far giocare la squadra solo in quella maniera vedi come contro il Barcellona, sapendo che ti puoi far male. Quel risultato come quello contro il Bayern Monaco ha condizionato tutte le certezze tra squadra e allenatore. A Garcia fra l’altro questa estate era già stata cambiata guida atletica. Uno staff diverso imposto dal presidente e dal direttore sportivo che ha dichiarato che spetta a lui scegliersi i calciatori. Comunque Sabatini andrà via a fine stagione.

Dopo la partita di ieri sera la Roma deve dire addio anche al secondo posto?

Mancano ancora così tanti punti! E poi c’è quella Juve lì che non è assolutamente da sottovalutare per lo scudetto. Io sono stato il primo a dire che Allegri è un grande allenatore anche quando a inizio Campionato lo davano già tutti in partenza. Mancano tante giornate davvero; per quello che riguarda la Roma, posso dire che ieri sera ho visto cose tattiche molto, molto interessanti come la difesa a tre  con un centrocampista in mezzo ai compagni di reparto. Un  pressing ossessivo  dove la Juve è riuscita a creare una solo palla gol.  La Juve di Conte aveva bisogno di andare a mille all’ora questa di Max invece vince con la pazienza, è una squadra paziente proprio come il suo allenatore che riesce a vincere con la tecnica. Poche occasioni, ma un gol che ha poi deciso la partita.  I problemi e i pensieri in questo momento per la Roma sono altri; sta lavorando reparto per reparto  e sta gestendo benissimo la “cura Spalletti”.

Dopo l’arrivo di El Shaarawy, di chi avrà bisogno ancora la Roma?

La Roma cercherà un altro giocatore centrale e un esterno, un terzino.  In questi giorni Nura e Sadiq Umar hanno attirato l’attenzione dello staff romanista. Nura è un terzino ’96  che ha ripreso ad allenarsi in questi giorni. E’ un giocatore di grandissima prospettiva, mi ha fatto un’ottima impressione. La Roma ha la fortuna di poter guardare fra le mura domestiche. Una squadra che ha tanto con Dzeko, Strootman, Pjanic, Manolas, Florenzi e De Rossi ma mancano  i Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini. Ha bisogno di uno spogliatoio che riesca a raddrizzare le sorti della stagione. L’unico vero limite di Totti, il più grande giocatore italiano, è quello di  non essersi mai imposto nello spogliatoio.  Avrebbe avuto bisogno di 3/4 giocatori italiani che gli dessero man forte come quelli che ha la Juve. Un esempio su tutti, Barzagli: difensore dall’intelligenza spaventosa, ha una lettura del gioco inimitabile. Nessuno è come lui. Ha fatto ieri sera  chiusure meravigliose su Dzeko.

Una partita che ha lasciato qualche strascico polemico dovuto al diverbio fra De Rossi e Mandzukic e una frase da “cartellino rosso”…

Una frase terribile, una cosa che non dovrebbe proprio esistere.  Tutti  sanno come la penso, io sono assolutamente contrario a questo genere di cose. Una volta Del Piero affermò che quando le telecamere entreranno negli spogliatoi il calcio finirà. In campo si dice di tutto poi si va sotto la doccia e ci si abbraccia e finisce lì.Ora è un inferno, un vero inferno, la frase è stata vomitevole, è vero, ma ora  basta. Non è possibile che i calciatori siano costretti a mettere le mani davanti alla bocca per non essere ascoltati dalle telecamere. Va bene lo show business il calcio spettacolo, ma io sono abituato ad altro tipo di calcio. Io raccolto partite di calcio, non show.

Concludiamo ricordando che il prossimo weekend all’Olimpico si giocherà un inedito derby: Roma – Frosinone…

Il Frosinone è una squadra che mi sta a cuore dopo la Roma. Ho con la Ciociaria un rapporto meraviglioso. Sarà  una festa, prevedo una bella partita, non so fino a che punto sarà facile però per i giallorossi, anche se partiranno da favoriti.  All’andata si è vista una partita gagliarda. A Frosinone ancora si va allo stadio con il panino e la birra. C’è una grande identificazione fra squadra e città; il presidente è una persona seria e la società sa che non può fare voli pindarici ma deve lottare con il coltello fra i denti per ottenere la salvezza.

Giusy Genovese