Dopo la retrocessione in Serie B nella stagione 2017-2018, l’Hellas è tornata in A e, partita con l’obiettivo di raggiungere una tranquilla salvezza si ritrova in piena lotta per l’Europa League .
Matteo Fontana (giornalista del Corriere di Verona, corrispondente per La Gazzetta dello Sport e coordinatore di redazione del sito www.hellas1903.it) ha appena scritto un libro intitolato “Un’estate in Italia – 1990, il Mondiale delle notti magiche” dove sono rivissute tutte le più belle e avvincenti emozioni di quel magico Mondiale vinto dall’Italia.
Con noi invece ha ripercorso la stagione dell’Hellas, del suo comandante Juric e dei suoi eroi gialloblu.
Ti aspettavi una stagione così brillante del Verona?
Non si aspettava nessuno che potesse essere un’annata così. Per come sta andando finora, ormai le partite giocate sono 24, neanche i protagonisti diretti di questo percorso possono dire di aver avuto questo tipo di attesa.
Lo stesso Ivan Juric non credevo potesse arrivare a questo e invece il riscontro dei risultati afferma che il Verona è la sorpresa del campionato, che esprime un grande calcio e che è stato capace di disputare partite eccezionali.
Mancano ancora 14 turni alla fine, c’è la salvezza da mettere al sicuro e poi chissà.
Juric ha rivelato di essere stato contattato già la scorsa stagione.
Questo Verona è costruito su misura per lui?
Sicuramente sì. Le mosse sono state calibrate sulle necessità tecniche-tattiche di Juric con un budget a disposizione che non è da ricchi.
Giocatori come Veloso e Lazovic -che ha allenato a Genoa- erano svincolati e lui in primis li ha contattati proponendo loro di raggiungerlo a Verona.
Gunter è arrivato sotto le guide di Juric scovato dal direttore sportivo D’Amico insieme a Amrabat e Rrahmani che si sono rivelati assolutamente sorprendenti. Gli ultimi due sono finiti sul mercato con grandi quotazioni e sono stati già ceduti rispettivamente a Fiorentina e Napoli rimanendo però in prestito a Verona fino a giugno.
Azzardando con i paragoni… Juric può essere considerato il nuovo Gasperini?
Bisogna partire dal principio per cui Juric è sicuramente l’allievo prediletto di Gian Piero Gasperini e certi principi di gioco sono intrisi come aggressività, pressing alto, grande velocità. Il modello di riferimento di Juric dichiarato è quello di Gasperini perchè lo ha avuto come allenatore per tanti anni tra Crotone e Genoa, dove è stato suo collaboratore tecnico.
Juric ha ovviamente anche delle idee proprie, non è semplicemente un calco, per quanto ottimale, di Gasperini.
Pensare quindi a Juric come nuovo Gasperini ci sta! Gasperini nell’Atalanta è stato eccezionale anche nel creare dei campioni dove prima c’erano soltanto dei buoni calciatori o forse neppure quelli.
Come dicevi, Kumbulla, Rrahmani e Amrabat sono destinati a cambiare casacca il prossimo anno per andare in squadre più blasonate: merito del Ds D’Amico che li ha scovati?
Amrabat e Rrahmani sicuramente sì, come dicevo prima lo scout del Verona, pilotato dal Ds D’Amico li ha individuati. La casualità poi è stata che Amrabat già fosse noto a Juric perchè lo aveva seguito, durante un viaggio di studio, l’allenatore del Brugge suo connazionale.
Rrahmani proviene dalla Dinamo Zagabria quindi giocava in Croazia e non poteva certo essere uno sconosciuto per Juric.
Kumbulla è un ragazzo che si è formato nelle giovanili, praticamente da quando era bambino, si parla del 2008-2009 nel vivaio del Verona. Queste ultime stagioni era in prima squadra però aveva avuto una serie di infortuni e in ritiro ha cercato di convincere Juric che dopo poco ha capito di aver fronte il difensore che cercava: può essere definito un potenziale campione a chilometro zero.
Solo 24 reti subite, una sola in più della Juventus: che dire di questa difesa?
La fase difensiva ha grande compattezza, corrono tanto, ha degli automatismi oliati in copertura e i difensori hanno dimostrato di avere un valore specifico anche individuale eccezionale. Ma è l’ “uno per tutti e tutti per uno” con giocatori che si aiutano con grande spirito di squadra che deriva l’impermeabilità dell’Hellas.
In attacco però fatica a segnare. Juric non riesce a trovare la punta ideale nella sua rosa visto il suo cambiare spesso interpreti lì davanti?
Sì non c’è un bomber puro di Serie A.
In realtà ci sarebbe Giampaolo Pazzini ma naturalmente ha 35 anni e i suoi acciacchi quindi diciamo i 90 minuti a certi livelli fa fatica a tenerli. Viene utilizzato sapientemente da Juric come part time ed è stata una scelta che ha pagato visto che sono arrivate reti decisive da parte sua.
L’arrivo di Fabio Borini è stato molto significativo perchè ha dato all’Hellas un attaccante che fa al caso di Juric perchè è una punta mobile, molto veloce, che attacca gli spazi e le profondità. Ha segnato due reti, entrambe determinanti (una nel pareggio contro il Bologna e l’altra ci ha condotto al pareggio con la Juventus e poi la successiva vittoria).
Il Verona non è strutturato per essere una macchina da gol però comunque fa fruttare bene le non tante realizzazioni e le ha anche sapute difendere portando a casa vittorie pesanti.
L’Hellas spesso ha peccato con episodi di razzismo eppure ha una grande cultura del calcio, lo dimostra anche la storica Women Hellas Verona. Cosa ne pensi?
Sicuramente in passato ci sono stati episodi disdicevoli e deprecabili per quanto riguardo il razzismo. C’è da sottolineare che è solo una minima parte della tifoseria.
Qui c’è integrazione, c’è rispetto per gli altri, la città è religiosa, credente, e per quanto riguarda la tifoseria ovunque c’è questo rischio nel cadere in episodi da censurare.
E’ un qualcosa che fa parte principalmente del passato come anche la vicenda di Balotelli, io ero anche al Bentegodi in quella circostanza e devo dire che se si parlava di ululati, nessuno li ha sentiti. In quella vicenda giudiziaria c’è stata la squalifica per un piccolissimo settore dello stadio e la persona imputata è stata sospesa per un anno.
Per quanto riguarda il resto, c’è sicuramente una grande cultura calcistica, una grande storia fatta di vittorie, sconfitte e resurrezioni.
Come sottolineavi c’è l’Hellas Women, c’è anche il settore giovanile che si è strutturato negli anni e ha iniziato a sfornare ragazzi di qualità che sono passati in prima squadra. Il settore femminile va ad aumentare la tradizione del presidente con una realtà blasonata, certo non più come un tempo però rimane sempre una squadra che ha un seguito e che ha interesse, proprio perchè fa parte della grande famiglia dell’Hellas Verona.
Raffaella De Macina
Foto copertina: Profilo Facebook