ESCLUSIVA – Federico Casotti: “La Juve vista ieri difficilmente farà strada con le big europee…”

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Semifinale ancora tutta da conquistare per la Juventus che ieri sera contro il Monaco non è andata oltre l’1-0. E chi pensava fosse una partita scontata si deve ricredere perché nulla è certo. Il direttore di Goal.com, Federico Casotti, la pensa così e proprio a lui Gol di Tacco a Spillo si è rivolta per analizzare il match di Champions.

Juventus-Monaco: come ti è sembrata questa partita?

Sicuramente a livello spettacolare ha mantenuto le aspettative della vigilia. Il quarto di finale meno nobile, ma aspettative rispettate in pieno. Chi pensava che il Monaco fosse un avversario troppo semplice si è sbagliato. Nulla di stupefacente, certo, ma buona qualità e soprattutto ottima difesa (la migliore della champions). Per quanto riguarda la Juve, posso dire che sembrava quella contro il Borussia Dortmund all’andata, una squadra contratta che non si ripete in Europa come in seria A, forse per ansia da prestazione o atteggiamento sbagliato. Per il resto la Juventus ha sempre fatto fatica nelle competizioni europee, al contrario del Milan che annaspava in campionato, ma che in champions tirava fuori il meglio di sé. 

1-0 per la Juve, ti aspettavi un risultato più ampio considerando l’avversario, sulla carta, il più semplice?

Per il livello di questa champions non c’è un risultato che blindi definitivamente il passaggio al turno successivo già dall’andata. Questa Juve non è ancora matura per gestire un risultato troppo favorevole. Anzi dico che una vittoria striminzita possa favorire i bianconeri al ritorno: il Monaco dovrà attaccare e per la Juve ci saranno sicuramente più spazi. Tutto sommato una situazione buona, non la migliore, ma comunque buona. In questo modo la Juventus non si limiterà ad amministrare la partita, ma garantirà maggiore attenzione.

Un risultato viziato da un rigore che non c’era per un fallo avvenuto fuori area: anche in Europa non mancano le polemiche…

Il rigore non c’era perché il contatto è avvenuto fuori dall’area, ma non è nemmeno scandaloso secondo me. Morata era sul filo dei centimetri tra il dentro e il fuori. La prospettiva dell’arbitro non era perfettamente allineata. Nonostante ciò il fermo immagine ha stabilito che fosse fuori dall’area. Le polemiche? Siamo noi italiani ad amplificare sempre tutto, la Juve, si sa, divide tutti e per questo ingigantiamo anche le cose che arrivano dall’estero. Per i francesi è stato un rigore “controverso”, ma penso che a parti invertite la stampa italiana sarebbe stata più severa nei confronti dell’arbitro.

Può essere l’anno della Juve di Allegri? Del triplete?

Non credo che il triplete sia possibile, sinceramente. La doppietta nazionale penso di sì, lo scudetto, salvo sorprese dell’ultimo momento, è in mano alla Juve. Per quanto riguarda la finale di Coppa Italia la partita è una storia a sé. Le finali sono partite particolari e la Lazio attualmente è la peggiore avversaria che possa incontrare. In champions non credo, la Juve vista ieri farebbe poca strada con le big europee, il gioco di Allegri non penso possa funzionare con il Bayern o con il Real. Anche se in passato il Borussia Dortmund e l’Atletico Madrid hanno insegnato che può succedere di tutto, ma dobbiamo dire onestamente che la squadra di Allegri è inferiore a tante altre, anche del Psg seppur meno nettamente. Le sorprese possono essere dietro l’angolo, vero, ma non bisogna però perdere di vista la realtà.

Cos’ha in più, almeno fino ad ora, questa Juve rispetto a quella di Conte?

La tranquillità. Il rapporto tra Conte e i giocatori era arrivato a un punto morto e la Juve doveva decidere se cambiare l’allenatore o tutta la squadra e la scelta è stata logica. Avevano bisogno di un altro tipo di allenatore che migliorasse la squadra, senza imporsi come nuovo santone ma come allenatore di riferimento. A posteriori Allegri è stata una scelta azzeccata, ed è stato molto difficile anche per i giocatori dargli fiducia a causa del burrascoso esonero al Milan. Questa stagione è la grande rivincita di Allegri, soprattutto dal punto di vista dell’immagine. Scelta coraggiosa, ma vincente.

Martina Giuliano