ESCLUSIVA – Federica Cappelletti: “Vi racconto le lacrime e i ricordi di mio marito Paolo Rossi, patrimonio dell’Italia e degli italiani”

In "Quanto dura un attimo", ripercorriamo come una favola i tanti attimi che hanno scandito la vita di Paolo Rossi, uomo autentico, simbolo di una generazione che aveva bisogno di credere ancora in un futuro migliore. A parlarcene è Federica Cappelletti

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Federica Cappelletti e Paolo Rossi hanno rinnovato le promesse nuziali in una delle location più belle al mondo, il Baglioni Resort delle Maldive.

 La fama, la caduta, la rinascita. Gli attimi di Paolo Rossi raccontati nella biografia Quanto dura un attimo, scritto a quattro mani con sua moglie, la giornalista Federica Cappelletti

Noi vivevamo il calcio con passione […] Non dubito che oggi sia lo stesso, perché quando scendi in campo dimentichi tutto il resto, però è vero che noi eravamo ancora una generazione di calciatori che potevano essere toccati. Proprio così: toccati. 

Paolo Rossi 

Idolo dei tifosi, acclamatissimo dalla folla, Campione del Mondo ’82, Pallone d’Oro, ma anche un uomo che è caduto e ha saputo rialzarsi, un uomo che ha sfidato la sorte e ha vinto dentro e fuori a un campo di calcio. In “Quanto dura un attimo”, ripercorriamo come una favola i tanti attimi che hanno scandito la vita di Paolo Rossi, uomo autentico, simbolo di una generazione che aveva bisogno di credere ancora in un futuro migliore.

Edito da Mondadori, Quanto dura un attimo è stato scritto a quattro mani da Paolo Rossi e Federica Cappelletti, giornalista professionista al suo fianco da oltre 10 anni.

Ed è proprio Federica in questa intervista a raccontarci come nasce la biografia del nostro Pablito nazionale e… non solo!

Partiamo dal titolo del libro… “quanto dura un attimo”: in questi giorni di particolare emergenza stiamo riscoprendo l’importanza dell’essenziale, ovvero di quegli attimi/ istanti di vita a cui spesso nel tran tran quotidiano non diamo il giusto significato. Qual è stato per te quell’attimo in cui hai capito che Paolo poteva essere l’uomo della tua vita?

Certe cose non si capiscono ma si sentono dentro. È venuto tutto naturale, non in un attimo ma con il tempo. Paolo mi ha trasmesso da subito sicurezza e nel suo sorriso contagioso e onnipresente ho trovato mano a mano la scintilla, la forza di buttarmi, di andare avanti e di formare una famiglia insieme. Solida, cercata.

quanto dura un attimo
La storia di Paolo Rossi “l’unico calciatore al mondo che con tre gol ha fatto piangere il Brasile stellare di Zico e Falcão”
Edizioni Mondadori

 Com’è nata l’idea di scrivere a quattro mani questa biografia? Se ti chiedessi qual è quell’attimo che fa da cornice a tutto il libro?

L’idea si scrivere a quattro mani il libro “Quanto dura un attimo” è nata davanti a un caffè, una mattina di qualche mese fa. Fuori pioveva, la pioggia rimbalzava sui tavolini abbandonati all’aperto e provocava un rumore strano. Un tintinnio che a Paolo ha rievocato l’entrata in campo al Bernabeu di Madrid, nella finale Italia- Germania del 1982. Improvvisamente ho visto i suoi occhi riempirsi dii lacrime e di ricordi. Emozioni pure, che ho chiesto a mio marito di condividere e raccontare a tutti. Perché sono patrimonio dell’Italia, degli italiani e dell’umanità. Così è stato. E la forza di quel libro è dovuta al cuore che Paolo ci ha messo.

 E’ la storia di un campione del mondo, di uno dei quattro Palloni d’Oro italiani, di – come leggiamo nella quarta di copertina – “l’unico calciatore al mondo che con tre gol ha fatto piangere il Brasile stellare di Zico e Falcão” – ma è anche la storia di un uomo prima ancora che un calciatore. Quale sfaccettatura di Paolo vorresti rimanesse nei ricordi del lettore una volta terminato il libro?

Paolo è un uomo esageratamente vero, autentico, che la fama non ha cambiato. È il simbolo di una Nazione che ce l’ha fatta contro ogni aspettativa, di un’Italia che usciva da profonde lacerazioni, dalla Guerra, dalla miseria e aveva bisogno di credere in se stessa. Paolo è l’emblema della riscossa, della vittoria. Quello che servirebbe adesso. La sua storia, è il racconto di un bambino che aveva il grande sogno di fare il calciatore e ha sfidato la sorte, gli imprevisti, le difficoltà e la diffidenza pur di centrare l’obiettivo. Fino a diventare leggenda. Questo, tutto questo, vorrei che si ricordasse leggendo il libro. Una bella iniezione di fiducia e ottimismo.

Poche settimane fa, prima che venissimo travolti da questo tsunami, vi siete sposati per la seconda volta nell’incantevole cornice delle Maldive. Una sorpresa per Paolo che era ignaro di tutto. Perché la scelta di rinnovare le promesse nuziali a distanza di 10 anni dal primo sì?

Dieci anni di matrimonio non sono pochi in questo periodo, per questo ho pensato di fare a Paolo questa sorpresa alle Maldive, una location che lui adora da sempre, in riva al mare, lontano da tutti, con le nostre due bimbe Maria Vittoria e Sofia Elena che da tanto sognavano di fare le damigelle. Credo che un rapporto abbia bisogno di essere alimentato, di sorprese, di energia quotidiana. Stupirlo era il mio obiettivo, riuscitissimo. Felicissimo del mio regalo.

Federica Cappelletti
Federica Cappelletti e Paolo Rossi hanno rinnovato le promesse nuziali in una delle location più belle al mondo, il Baglioni
Resort delle Maldive.

 Avete due bambine meravigliose, come hanno reagito davanti a queste bellissime nozze bis?

Mavi e Sofi mi hanno sostenuta dal primo istante in cui ho confidato loro che volevo fare questa sorpresa a papà. Sono state complici, anche nella scelta della location, degli abiti (mio e loro), dell’altare sulla spiaggia, dei fiori. Sono state formidabili, meravigliose. E poi orgogliose di essere state artefici e protagoniste dell’evento. Per un bambino vedere i propri genitori che si sposano o risposano è il massimo…

Sappiamo che vi state dedicando ad altri progetti legati al mondo dello spettacolo, puoi anticiparci qualcosa?

Ci sono diversi progetti in ballo, per adesso top secret.

 Sei una giornalista professionista, hai due lauree, ti è pesato qualche volta essere considerata solo la moglie di…?

Sono una donna che si è data tanto da fare per diventare una professionista della carta stampata (giornalista), ho lavorato anni nelle redazioni di tutta Italia, mi sono presa nel frattempo due lauree, sto studiando per la terza, leggo molto, ho scritto libri, sto scrivendo la sceneggiatura della vita di mio marito, e tante altre belle cose. Ho intervistato personaggi tra i più grandi del ‘900, interviste che a breve potrebbero diventare pubblicazione, e non mi pesa essere la moglie di, perché Paolo mi ha dato la possibilità di fare molto grazie a lui, ma sicuramente mi piacerebbe avere di nuovo la mia autonomia professionale. Ovvero, tornare ad essere Federica Cappelletti.

Federica Cappelletti
Location: Baglioni Resort Maldives Abito Federica Cappelletti: Antonio Riva

Ti è capitato di essere vittima di pregiudizi in quanto moglie di Paolo Rossi?

Pregiudizi mai, perché ho sempre dimostrato sul campo la mia bravura, le mie competenze e la mia capacità. E perché, da quando sto con Paolo, ho sempre fatto un passo indietro proprio perché volevo rimanere dietro le quinte del suo successo. Ma ora, perché no, mi piacerebbe tornare anche a brillare di luce mia.

 La nostra è una redazione esclusivamente femminile: cosa ne pensi del binomio donna & pallone?

Le donne stanno bene ovunque, anche in relazione al pallone. Basta usare la testa e farsi rispettare. Una donna, se vuole, può davvero cambiare un uomo, migliorarlo, renderlo migliore. Anche nel mondo del calcio. Soprattutto nel mondo del calcio.

 Secondo te qual è il valore aggiunto che noi possiamo dare al calcio?

La sensibilità della donna, l’intelligenza, la creatività può dare contenuti nuovi al mondo del pallone. Sempre, lo ripeto, con intelligenza. Avendo la capacità di farsi da parte quando è utile e necessario

 Viviamo un momento molto particolare, storico. Vogliamo lasciare un messaggio ai nostri lettori e ai fan di Paolo?

Forza, forza, forza. Per tutti è un momento difficile, delicato, anomalo. Dobbiamo fare i conti con una solitudine che non ci appartiene, con una mancanza di condivisione forzata, con una paura sottile e per niente scontata. Siamo chiusi nelle nostre case comode ma a volte soffocanti, impotenti e speranzosi. Per questo, a nome di Paolo, il nostro Pablito Nazionale, chiedo a tutti di rimanere a casa per il bene di tutti e di continuare a sperare, a sognare, a vedere con lungimiranza un futuro pieno di positività e progetti.

 

 

Giusy Genovese