Si è tenuta venerdì 4 Ottobre presso la Sala dei Presidenti del CONI a Roma, la presentazione del libro “10 interminabili secondi – Una storia di sport in miniatura” del giornalista Daniele Caroleo.

 Il libro non vuole essere solo cronaca della straordinaria impresa della Nazionale Italiana di Calcio da Tavolo durante i Campionati Europei di Gibilterra nel 2023,, ma soprattutto racconto delle storie personali dei protagonisti, dei sacrifici e della passione che hanno reso realtà questa storica vittoria.

I proventi della vendita di “10 interminabili secondi” saranno devoluti al progetto benefico Vinciamo Insieme”, promosso dalla Lega Nazionale Dilettanti, con l’obiettivo di portare il calcio da tavolo e il calcio virtuale in comunità di recupero, case-famiglia e ospedali. Un’iniziativa  volta a promuovere i valori dello sport come strumento di inclusione sociale e sostegno alle persone più vulnerabili.

In occasione della conferenza stampa, abbiamo incontrato Daniele Caroleo. Direttore de Il Calcio Quotidiano, dal 2022 ricopre il ruolo di addetto stampa della Federazione Italiana Sportiva Calcio Tavolo (FISCT).

La prima domanda è di rito, come è nata l’idea di “10 interminabili secondi”?

L’idea di “10 interminabili secondi” è nata dal desiderio di raccontare una “storia in miniatura” che ho avuto la fortuna di vivere in prima persona, grazie al mio ruolo di addetto stampa della FISCT durante l’European Cup 2023, disputata a Gibilterra. Tutto ha avuto origine da un momento cruciale: quei dieci, fatidici e interminabili secondi che hanno segnato la fine della partita più importante della competizione, diventando virali sui social in tutto il mondo. Nel libro, però, ho voluto andare oltre quel singolo istante, dando voce ai protagonisti di quell’impresa e svelando gli avvenimenti e gli aneddoti che l’hanno preceduta e seguita. Ho intrecciato questi racconti con la storia e l’evoluzione del calcio da tavolo, mettendo in luce anche gli sforzi compiuti negli anni per far riconoscere questa disciplina come uno sport a tutti gli effetti.

La prefazione è curata da una firma eccellente come Italo Cucci, e l’introduzione è stata scritta dal presidente della LND, Giancarlo Abete: com’è stato collaborare con loro e come si sono approcciati al progetto?

È stato un grande onore poter contare sui loro preziosi contributi. Italo Cucci, storico direttore del Guerin Sportivo e del Corriere dello Sport, è non solo un profondo conoscitore ma anche un grande appassionato di Subbuteo, e nel suo splendido testo traspare chiaramente questa sua appartenenza. Il presidente Giancarlo Abete, invece, ha voluto sottolineare il percorso comune intrapreso dalla Lega Nazionale Dilettanti e dalla Federazione Italiana Sportiva Calcio Tavolo negli ultimi mesi, volto a valorizzare e promuovere il calcio in tutte le sue forme. Entrambi hanno subito compreso il progetto di questo libro, e il loro sostegno è per me motivo di grande orgoglio.

Parlaci della bellezza del calcio da tavolo…

Il calcio da tavolo ha una bellezza unica e intramontabile. Riesce a condensare in un formato ridotto la stessa passione e intensità del calcio giocato su grandi campi. La sua particolarità sta nel modo in cui combina diverse abilità: da un lato, la precisione e la destrezza richieste sono simili a quelle del biliardo, dove ogni mossa deve essere calcolata con attenzione millimetrica; dall’altro, c’è la componente di strategia e intelligenza tattica, simile a quella degli scacchi, dove ogni scelta può influenzare l’intera partita. È un gioco che stimola la mente, esige rapidità di pensiero e grande coordinazione, e offre un’esperienza in cui ogni partita può diventare una sfida avvincente, con il potenziale di sorprendere fino all’ultimo colpo.

Dal calcio al calcio da tavolo il passo è stato più che breve! Come ti sei avvicinato a questo mondo affascinante…

Mi sono avvicinato al calcio da tavolo da bambino, quando il Subbuteo era uno dei giochi più popolari. Era un modo straordinario per rivivere le emozioni del calcio reale, con la possibilità di disputare grandi sfide e campionati insieme agli amici, ma in dimensioni ridotte. Il fascino di questo gioco sta anche nelle sue miniature, che riproducono i calciatori e permettono di riportare su un tavolo la magia di una partita vera. Crescendo, ho riscoperto questa passione, che non è solo un passatempo, ma una disciplina vera e propria. Il calcio da tavolo richiede abilità manuale, strategia e creatività, elementi che mi hanno sempre affascinato. È un gioco che unisce la passione per il calcio alla sfida tattica, offrendo un’esperienza coinvolgente e appassionante e rappresentando una parte importante della cultura calcistica, che continua a evolversi e a coinvolgere nuove generazioni.

Differenze e similitudini fra il modo di vivere il calcio e il Subbuteo?

Le similitudini tra il calcio e il Subbuteo sono molte. Entrambi le discipline richiedono strategia, visione di gioco e una grande passione. Sia nel calcio reale che in quello da tavolo, c’è una componente di imprevedibilità che rende ogni partita unica. La differenza principale sta nell’elemento fisico: sul manto erboso, il corpo è lo strumento principale, mentre sul panno verde la precisione delle dita diventa fondamentale. Ma in entrambi i casi, l’emozione è la stessa: quando si segna un gol in una competizione di calcio da tavolo, si prova una soddisfazione che non è poi così diversa da quella che si vive su un vero campo da calcio.

Quali sono state le storie più belle raccontate in “10 interminabili secondi”?

Ogni storia presente in “10 interminabili secondi”, secondo me, ha un suo fascino particolare, ma alcune si sono rivelate davvero molto interessanti. Descrivere e riportare su carta le esperienze dei protagonisti che hanno vissuto quei momenti decisivi è stato davvero emozionate. Ci sono storie di sacrifici dietro le quinte, di passione, di impegno e di amicizia, che ritenevo andassero raccontate. Ma non voglio svelare nulla in particolare.

Perché secondo te è importante che le nuove generazioni conoscano il calcio da tavolo?

Credo che sia importante che le nuove generazioni conoscano il calcio da tavolo perché questo “gioco” rappresenta un ponte tra il passato e il presente. In un mondo sempre più dominato dalla tecnologia, il calcio da tavolo offre un’esperienza tangibile, che richiede abilità manuale e strategia, e che deve essere giocata insieme, faccia a faccia, creando un’interazione umana che a volte manca nei giochi digitali. Questa disciplina, inoltre, incarna perfettamente i valori fondanti dello sport, come il rispetto per l’avversario, la concentrazione e la capacità di superare le difficoltà. È un gioco che non conosce età e che può insegnare tanto anche ai più giovani.

 

Giusy Genovese