Morti “improvvise” sul campo, bambini lasciati giocare spesso senza uno specifico screening medico, la crisi economica che ha portato le famiglie a rivolgersi sempre meno alla sanità: mai come in questo periodo storico è forte la necessità di associare alla parola “sport” i termini “etica”, “salute” e “prevenzione”. A tal proposito, noi di GolDiTaccoASpillo da sempre legati al binomio Sport & Etica abbiamo intervistato il presidente dell’associazione “Cuore di Sport” Danilo Margani.
Come nasce l’associazione “Cuore di Sport” e a chi si rivolge principalmente?
Cuore di Sport nasce da un’esigenza, quella di riportare nel luogo più importante di un paese democratico, la Scuola Pubblica, quel rapporto tra mondo della sanità, della cultura, della sicurezza, del sociale, dello sport, quei valori che non siano solo parole, ma fatti concreti. Ovvio che questi messaggi e attività non sono rivolti solo alle scuole, ai giovani, ma sicuramente loro hanno un posto di massima attenzione nei nostri progetti.
Quanto conta la prevenzione sulla salute degli sportivi?
Non è mai banale dire che la prevenzione è la prima grande attività di cura, anzi bisogna ribadirlo sempre con forza. Ancora di più quando questa è legata ai ragazzi, che troppo spesso e non solo per loro superficialità considerano la salute un fatto scontato. Noi oltre alla nostra attività di controllo clinico, parliamo con i ragazzi e lo facciamo spesso con l’aiuto di grandi campioni dello sport, al fine di trasmettere attenzione e cultura alla salute, e mi lasci dire il rispetto per la salute!
Con quale percentuale screening e anamnesi possono prevenire quelle che possiamo definire vere e proprie “tragedie sui campi di calcio”?
Questa è una materia molto delicata, sulla quale non faccio certo 0 a 0… ma anzi abbiamo l’obbligo di alzare la voce, soprattutto quando si parla di morti in età giovanile se non addirittura pediatrica. Parlare di percentuali non solo non è possibile ma porterebbe fuori dal focus del problema.
Però una cosa è certa, con il nostro progetto “Cuore di Sport” abbiamo eseguito migliaia di screening elettrocardiografici a ragazzi delle scuole primarie e secondarie. Tra questi ragazzi una percentuale bassissima fa attività agonistica e quindi è sottoposta a controlli severi e rigidi. Per tutti gli altri è curioso evidenziare che i controlli elettrocardiografici non vengono eseguiti o mai o solo occasionalmente.
Mi perdoni se qui mi dilungo ma è fondamentale ricordare che l’80% delle cardiopatie o patologie legate all’appartato cardiocircolatorio si evidenziano con un semplice elettrocardiogramma e questo è il messaggio che noi vogliamo dare. E se noi, durante i nostri screening, evidenziamo particolarità che meritano un accertamento più accurato, fosse solo un bambino su un milione, abbiamo ottenuto un grande successo!
Parlando di corretta alimentazione e stili di vita, quali sono, in linea di massima, le misure da adottare?
Quando si parla di ragazzi e della loro alimentazione, bisogna stare sempre molto cauti. In Italia diciamo che, rispetto a molti paesi, siamo più fortunati per via del clima che favorisce una più variegata gamma di alimenti. In buona sostanza, la famosa “dieta mediterranea” è sempre un buon modo di alimentarsi correttamente. Se ci atteniamo alla famosa “Piramide Alimentare”, possiamo dire molto semplicemente di evitare il più possibile i grassi animali e variare la dieta, che deve essere senza dubbio ricca di frutta e verdure. Una cosa però mi permetto di dirla ai genitori: di evitare il più possibile merendine confezionate e tornare alla sana merenda della “nonna”… per esempio pane e marmellata, pane e olio e sale… una frutta… insomma, prediligere cibi sani e soprattutto la frutta e la verdura di stagione.
In conclusione, tanto movimento. Se non è possibile far fare ai ragazzi attività sportive, anche il parco, il giardino sotto casa… è un’ottima alternativa, giocare con loro a fare le scale piuttosto che prendere l’ascensore… abituarli a lunghe passeggiate… a piedi o in bicicletta… farà bene a loro ma anche a noi!
Quali differenze ci sono tra adulti e bambini?
Mi verrebbe di dire nessuna, ma non è così. Ovviamente a seconda delle età possiamo attivare controlli più o meno preventivi, per quanto riguarda il nostro progetto.
L’importante è avere ben chiaro che, iniziare fin da piccoli, e nel caso di “Cuore di Sport” è la prima volta nella loro vita che vanno dal medico da soli (perché il tutto accade nelle scuole), è sicuramente un momento importante di crescita, un piccolo ma importante primo passo verso la cultura della prevenzione alla salute.
Quanto conta il fattore economico rispetto alla “non prevenzione”, che a volte si impossessa di alcuni ambienti sportivi?
Entrare nel discorso economico è sempre spigoloso e mi creda sarebbe molto lungo aprire questo argomento.
Se però si riferisce al discorso dei “defibrillatori”, che è una delle nostre mission, quello sì… è un problema che ci sta molto a cuore.
Noi crediamo che portare i defibrillatori nelle scuole e non solo, NON sia solamente un grande passo in avanti nei confronti della possibilità di salvare vite umane, ma è anche un grande passo in avanti in nome della cultura e dell’attenzione al prossimo.
Noi, come “Cuore di Sport”, portiamo questo messaggio in tutte le scuole con le quali ci troviamo a operare, e posso dire che otteniamo una bella risposta di disponibilità. Dal prossimo anno scolastico molte scuole avranno il loro defibrillatore e saremo noi a fornire il corso.
Quali sono i progetti futuri dell’associazione?
In conclusione e prima di rispondere mi faccia ringraziare tutto il direttivo di “Cuore di Sport”, senza il quale tutto questo non sarebbe possibile: Mauro Signoretti, Gianfranco Serra, Gianpaolo Pizzarelli e MariaPia Lombardo; oltre ovviamente alla Fondazione Italiana di Cuore e Circolazione diretta dal Prof. Francesco Fedele, con il quale siamo orgogliosi di condividere il progetto “Cuore di Sport”, e tutto lo staff medico del Policlinico Umberto I di Roma.
Ora i progetti:
Il primo ovviamente è quello di continuare i controlli nelle scuole, cercando di arrivare a coprire tutte quelle della Capitale. Per fare questo abbiamo bisogno di tutti, di medici o tecnici cardiologi che vadano a incrementare il nostro team. Devo dire che stiamo ricevendo tante richieste di collaborazione e questo ci riempie di orgoglio.
E poi mi rivolgo a tutti i cittadini che vogliono partecipare con noi alle nostre attività e diventare protagonisti di “Cuore di Sport”, possono andare sul sito www.cuoredisport.it e trovare tutti i riferimenti per contattarci.
Eleonora Tesconi